61^ TARGA FLORIO

15 maggio 1977

1
CHEVRON B36 BMW2,0 (#12) - RAFFAELE RESTIVO / "APACHE" ALFONSO MERENDINO
 KM. 288,000
PICCOLO CIRCUITO in 2h. 41' 17" 107,140 kmh. 8 giri (SOSPESA AL 4°)  - part. 65 class.  45+5

2
OSELLA PA5 FORD COSWORTH 1,3 (#31) - PASQUALE ANASTASIO / MARCO DE BARTOLI
3
OSELLA PA5 BMW 2,0 (#7) - GIORGIO SCHON / GIORGIO PIANTA
4
CHEVRON CEBORA B31 FORD COSWORTH 3,0 (#1) - MAURO NESTI / ENRICO GRIMALDI
5
PORSCHE CARRERA SR 3.0 (#75) - RENATO BARRAJA / GUIDO AGAZZOTTI CAVEZZA
6
ALPINE RENAULT A 110 1,6 (#103) - RUBINO (BRUNO ?) / ALBERTO CARROTTA
7
PORSCHE CARRERA SR 3,0 (#51) - LUIGI MORESCHI / "PAM" MARSILIO PASOTTI
8
ALPINE RENAULT A 110 1,6 (#111) - "IVAN" / VITO CUCE'
9
ALFA ROMEO gtv 2000  (#176) - GIULIO PUCCI / SANTI DE FILIPPIS
10
LANCIA STRATOS 2,4 (#53) - "FRANCO"  FRANCESCO VINTALORO / ANTONIO RUNFOLA
11[88] Nicola Gitto / Francesco Tramontana Fiat 124 Rally Abarth /1,8
12[187] Mario De Luca / Mario Savona Volkswagen Scirocco GTI/1,6
13[79] Giuseppe Virzì / «Frank MC BODEN» [Francesco Di Matteo] Lancia Stratos /2,4
14[6] Giuseppe Virgilio / « Amphicar » [Eugenio Renna] GIRO VELOCE  Osella PA 5-BMW/2.0
15[24] Paolo Gravina / Giuseppe Spatafora Chevron - Ford Cosworth /1,6
16[186] Antonio Cammarata / marino Volkswagen Golf GTI/1,6
17[125] Antonino Cappello / « Amerix » Alpine A 110-Renault/ 1,6
18[18] Renato Cilia / Vito Veninata Chevron B 36-Ford Cosworth/2,0
19[77] Giuseppe Comito / Silvestre SEMILIA Porsche Carrera SR/3,0
20[152] Placido Caruso / Salvatore Russo Alfa Romeo GTV/2,0
21[188] Alfonso Bellavia / Ferdinando Casiglia Volkswagen Scirocco GTI/1,6
22[85] Giovanni Messina / Rizzuto  Porsche 911 S/2,2
23[91] Gaspare Gattuccio / Giuseppe Lo Jacono Fiat 124 Rally Abarth/1,8
24[128] Filippo Bruno / Giacomo Di Maria Lancia Fulvia HF/1,3
25[84] Angelo Pezzino / «  Robrix  » Lancia Stratos/2,4
26[147] Alberto Piraino / Vincenzo Traina BMW/2,0
27[136] Giuseppe Garaffa / « Isidoro » [Isidoro Buzzotta] Lancia Fulvia HF/ 1 ,3
28[141] Gaetano Lucà / Trapani Opel Commodore/2,8
29[96] Liborio Messina / Eugenio Stancampiano Fiat 124 Spider/1,8
30[95] Sandro Mazzola / Salvatore Prestianni Fiat 124 Rally Abarth/1,8
31[119] Guido Daverio / Giancarlo Galmozzi Alpine A 110-Renault/l,6
32[92] Gaetano Lo Jacono / Sergio Mantia Fiat 124 Rally Abarth/1,8
33[99] Casano / Antonio Gitto Fiat 124 Rally Abarth/1,8
34[101] "franco" Nicola Franco / Francesco Pennisi Fiat 124 Rally Abarth/1,8
35[157] Brucia / Mario D'Amico Alfa Romeo GTV/2,0
36[135] Cesare Di Buono / Alessandro PiCone Lancia Fulvia HF/1,3
37[37] Chini / Ruggirello DALLARA /1,3
38[129] « Day Cruiser » GIOVANNI COSTA / « El Cordobés » VINCENZO BARONE Fiat XI-9/1, 3
39[146] Giuseppe Ramirez / Leonardo Ramirez Alfa Romeo Alfetta /2,0
40[177] Ubaldo Leo / Antonio Maggio Opel Manta/1,9
41[131] Alessandro Federico / Francesco Paolo Petrolà Lancia Fulvia HF/1,3
42[175] Antonio Farina / "JODOLmar" Alfa Romeo GTV/2,0
43[44] Corrado Fodale / Giuseppe Maurici Dallara /1,0
44[54] Aldo Pastorello / Ferdinando Pastorello Porsche Carrera SR/3,0
45[151] Luigi Greco / Emanuele Sabato Alfa Romeo GTV/2,0
46[173] V. Dispenza /Antonio Russo Alfa Romeo GTV/2,0
47[9] Gabriele Ciuti / Sgattoni Osella PA 5-BMW/2.0
48[32] Marcello Gallo / « Pibo » [Piero Bongiovanni] Osella PA 5-Ford Cosworth/1,3
49[112] Enrico Pasolini / Triboldi Alpine A110 - Renault/1,6
50[156] Giovanni Chiappisi / S. Messina Opel Ascona /1,9
rit
[15] Giovanni ALBERTI / ERASMO BOLOGNA CHEVRON FORD COSWORTH 2,0
rit
[22] F. MIGLIARINI / "TORE" OSELLA PA 5 1,6
rit
[73] "ICCUDRAC" ARTEMISIO CARDUCCI / "MIRTO" VINCENZO MIRTO RANDAZZO PORSCHE CARRERA SR 3,0
rit
[72] BALBONI / ATTILIO PIOTTI DE TOMASO PANTERA FORD 5,8
rit[76] MANNINO - SALVATORE VIRGILIO PORSCHE CARRERA
rit[104] GIUSEPPE SAPORITO / FEDERICO ACCARDI ALFA ROMEO GIULIA GTA 1,6
rit
[114] BENITO GERBINO / UGO GERBINO LANCIA FULVIA HF 1,6
rit
[105] ANTONIO DE FRANCISCI / SALVATORE GAGLIANO ALFA ROMEO GIULIA GTA 1,6
rit
[149] GIUSEPPE ASCIUTTO / PIERO CLEMENTE ALFA ROMEO ALFETTA 2,0
rit[21] "POPSY POP" LUIGI SARTORIO - CERAOLO  OSELLA
rit[23] MILANO - GALIMBERTI OSELLA
rit[102] ROMBOLOTTI - DI LORENZO Alpine
rit[107] PREMOLI - BALOCCA Alfa Romeo GTA
rit[81] "GLENLIVET" - DONATO Lancia Stratos
rit[74] cALICETI - GOVONI Porsche Carrera
np[3] "MOSCALERAS" - CACI OSELLA PA5
np[8] FLORIDIA - "BITTER" OSELLA PA5
np[14] RUGGERO PARPINELLI / ANNA CAMBIAGHI OSELLA BMW PA2
np[82] BERRUTO -  FABRIZIA PONS PORSCHE
np[154] RIZZO - RIZZO Alfa Romeo

Il 15 maggio 1977 si concluse la storia della Targa Florio arrivata alla sua 61° edizione. La gara era prevista sempre sul piccolo circuito Madonita di 72 km da percorrere per otto volte. Ma al quinto giro venne interrotta a causa di un tragico incidente che confermò la pericolosità di una formula ormai superata. La OSELLA del marchigiano Ciuti esperto pilota di gare in salita, dato alla vigilia come uno dei favoriti alla vittoria finale, arrivata nei pressi di Buonfornello perdeva aderenza iniziando una serie di piroette che falciarono un gruppo di tifosi poco accorti chiamati a versare l'ultimo tributo di sangue alla Targa. La classifica venne redatta alla fine del quarto giro, vinse la coppia Restivo - Apache con una Chevron BMW B 36 di 2000 cc. Alla media di 107'140 km/h. Quel tremendo incidente chiuse definitivamente la mitica Targa Florio, anche se negl'anni successivi il nome Targa Florio venne accordato al già esistente Rally di Sicilia o a gare rievocative.

RAFFAELE RESTIVO con ALFONSO MERENDINO gli ultimi vincitori dell'ultima TARGA FLORIO DI VELOCITA'.

 

Ripartenza dal box per la CHEVRON dei vincitori.

La CHEVRON B31 di NESTI / GRIMALDI

 

 L' Osella PA 5 di Giuseppe Virgilio / «Amphicar» (Eugenio Renna) autore del GIRO piu' VELOCE

La gara era iniziata in salita, al secondo giro,  incidente senza conseguenze per l'ALFA ROMEO GIULIA GTA di SAPORITO / ACCARDI

QUEL "MALEDETTO" 5^ GIRO ...

... COME

 

UN

 

 FILM

 

 CHE

 

 NON

 

 AVREMMO

 

 MAI

 

 VOLUTO

 

 VEDERE

 

 

 

 

 

 

Cerda, domenica 15 maggio 1977. Le vetture stanno percorrendo il 5° giro del Piccolo Circuito delle Madonie; lungo i 72 km del tracciato di gara il pubblico vede sfrecciare una OSELLA PA5 di colore giallo col n. 9 di gara che prosegue la sua corsa nonostante non abbia più il cofano posteriore con l'alettone. Alla guida c'è Gabriele Ciuti... alla fine del rettilineo di Buonfornello c'è un curvone veloce a destra... il pilota vi arriva in pieno, ma in entrata di curva la sua auto si scompone, ne perde il controllo ' salendo su un terrapieno alla sinistra del curvone stesso; poi l'auto, ormai fuori controllo, punta verso il lato opposto della sede stradale finendo nella sua folle corsa per travolgere un gruppo di spettatori. Nell'incidente muoiono due persone, oltre ad alcuni feriti. Lo stesso Ciuti è in stato di coma, ma alla fine si salverà. A causa di questo triste episodio le autorità decisero di porre la parola fine all'epopea della Targa sul 'piccolo' delle Madonie.

BANDIERA

ROSSA

GARA

SOSPESA

 

 Immagini tratte da giornali e settimanali ... il momento in cui Ciuti perde il cofano posteriore...

... ambulanze a FLORIOPOLI... 

... i "titoli" che condannano la Targa ...

... parlano oramai di "morte" ...

... di "fine".
  
  

Per amore della Targa: Alessandro Federico - Franco Petrolà
Nel 1976 il conte Alessandro Federico insieme con Franco Petrolà avevano vinto nella loro categoria (la 1300 GT gr. 4) con una bella Fulvia HF azzurra e per il 1977 erano determinati nel voler ripetere il risultato dell'anno precedente; per cui svilupparono ancor più la preparazione meccanica della loro Fulvia. Per tal ragione, fra l'altro, decisero di sostituire il motore "vittorioso" dell'anno precedente (elaborato dallo stesso Petrolà, sopraffine meccanico di vetture Lancia) con un nuovo motore preparato con componenti meccaniche speciali realizzate dall'illustre Carlo Facetti di Milano e arrivate in officina a Palermo pochi giorni prima della Targa. L'assemblaggio della vettura fu un po' affannosa e venne completato solo qualche giorno prima delle prove ufficiali. Il caro Franco non aveva avuto il tempo necessario per collaudare bene la vettura, ragion per cui il venerdì mattina (giorno delle prove ufficiali) decise di arrivare sino alle tribune di Cerda guidando su strada la macchina dalla sua officina di via Pacinotti alle tribune. In autostrada, tirando le marce, il motore "Facetti" fece il "botto" e Franco arrivò stentatamente al parco chiuso di FLORIOPOLI andando a 3 cilindri a causa del danno subito dal motore. Cosa fare dato che le prove ufficiali stavano per iniziare?, e dato che era obbligatorio farle, altrimenti non sarebbero stati ammessi al via della gara della domenica! Se non si fosse trattato della Targa Florio sicuramente i due avrebbero dato forfait, ma la Targa era la Targa e si doveva fare comunque! Problema risolto: infatti oltre alla propria Fulvia, Franco, ne aveva preparata e iscritta alla gara un'altra di proprietà dell'equipaggio Giacomo Di Maria - Philippe Bruno, che era identica nel colore azzurro anche se aveva delle decorazioni diverse. Presto fatto! Il Di Maria partì per il suo giro di qualifica di 72 Km e dopo averlo completato, il gruppetto, con circospezione e lontano da sguardi indiscreti staccò dalla vettura il numero 128 di gara (adesivo) e lo sostituì col numero 131 staccato nel frattempo dall'altra Fulvia con il motore K.O. Fu così che Alessandro Federico si presentò, in tempo, al via delle prove ufficiali. Ingannando i commissari di gara (che non si accorsero dell'irregolarità) e partendo per le prove con una vettura che non era stata verificata per quell'equipaggio. Tutto OK!
Entrambe le vetture (una sola in realtà) ottennero il tempo di qualifica necessario e quindi ritorno velocemente a Palermo in officina per smontare subito il motore "Facetti" per controllarne i danni e ripararlo. Risultato: il motore era talmente danneggiato da non essere riparabile nelle 36 ore successive, infatti tante ne rimanevano al via di quella Targa Florio. Cosa fare dato che non avevano in officina nessun altro motore 1300 preparato a loro disposizione? Semplice! Nell'officina stessa c'era una bellissima Fulvia HF 1600 Fanalone, preparata, di un cliente, un certo Evola. Gli telefonarono e lo convocarono in officina per "farsi prestare" il motore della sua macchina. Favore ottenuto! Montarono quel motore 1600 di Evola e si presentarono così, la domenica, al via della Targa Florio. Al via partì per primo Petrolà che fece i suoi primi due giri abbastanza piano (era ultimo della propria classe, su 10 vetture fra Alpine, Fulvia HF e Fulvia Zagato), forse perché temeva di rompere un motore che era di un suo cliente o forse per consegnare al suo compagno, molto più veloce, una macchina in perfette condizioni al cambio piloti del 3° giro. Quando prese fra le mani il volante "il grande" Alessandro Federico, fu tutta un'altra musica. Egli con una rimonta strepitosa era già a ridosso dei primi della sua classe! Quando, purtroppo, quella Targa venne fermata dai giudici di gara al 5° giro (come forse saprete) a causa del gravissimo incidente causato da Gabriele Ciuti. Federico e Petrolà non ebbero il tempo necessario per poter rivincere la loro classe (1300 o 1600?) in quell'ultima Targa Florio del 1977. La Targa era fatta anche di storie come questa e tanti sono gli aneddoti simili che vi potrei raccontare. Rimangono solo i ricordi e la nostalgia per un tempo che fu. La Targa era la Targa ed oggi quella Targa non esiste più.
Ninni Rosone

PALERMO - E' stata davvero una maledetta Targa, la Florio di quest'anno, e ci sono tutte le premesse perché sia stata anche l'ultima edizione disputata sul «piccolo tracciato delle Madonie », 72 km di curve e saliscendi che sempre meno si adattano alle vetture di competizione di oggi, alle loro gomme lisce e larghe, alle geometrie delle loro sospensioni e alle loro aerodinamiche e sempre più sofisticate.
Purtroppo questa volta, dopo anni di smentite con i fatti, l'ukase della CSI che dal '7'5 si rifiutava di dare la partecipazione straniera alla corsa siciliana per la pericolosità e l'incontrollabilità dell'interminabile tracciato, si è rivelato giustificato.
Il primo bilancio della giornata, al di là del risultato sportivo che ha poco senso dopo quanto è accaduto (fra l'altro la percorrenza totale è stata dimezzata) è assai pesante: due morti e due feriti tra il pubblico più tre piloti all'ospedale. Uno è molto grave, Gabriele Ciuti, il 32enne marchigiano. prestigioso dominatore di tante cronoscalate, che si trova fra la vita e la morte con gli arti fratturati all'ospedale di Palermo; altri due, Giuseppe Saporito e Salvatore Virgilio, usciti di strada con un GTA e con una Porsche hanno avuto prognosi di una decina di giorni
L'incidente più grave, che ha portato alla sospensione della corsa, si è verificato quando Ciuti, alla fine del lungo rettilineo di Bonfornello, in un tratto fatto di curve dolci e veloci che si affrontano quasi senza staccare, anziché girare appena sulla sinistra è uscito dritto sulla destra, travolgendo quattro spettatori, abbattendo una pianta e fermandosi alla base di un pendio di qualche metro.
Il pilota veniva portato ai box dalla 124 Spider Abarth di Nicola Gitto e da qui (dopo sette interminabili minuti di caos davanti alle tribune, col pubblico che inveiva in attesa dell'ambulanza, e mentre imperturbabili - con Ciuti adagiato
dentro alla Spider - venivano cambiate le gomme della vettura!) all'ospedale di Palermo in elicottero, dove veniva ricoverato quasi in coma, con fratture alla gamba e alla mano destra e - ovviamente - con prognosi riservata.
Dei quattro spettatori due erano più gravi. II trentenne Giuseppe Miccichè da Termini Imerese che giungeva già morto all'ospedale di Termini e il 27enne Giuseppe Cirà che veniva trasportato in Ospedale a Palermo con l'elicottero, ma decedeva nel tardo pomeriggio della domenica.
Gli altri due feriti, pure essi gravissimi, sono Giuseppe Lo Bello, 26 anni da Termini Imerese, dichiarato guaribile in due mesi ma con riserva sulla vita e il 48enne Salvatore Settecase il quale veniva sottoposto a un delicato intervento chirurgico all'ospedale di Termini e a cui l''Osella di Ciuti nella sua folle corsa aveva amputato di netto sotto il ginocchio la gamba destra.
Di fronte a una cronaca simile, che sembra un bollettino di guerra piuttosto che un resoconto sportivo, riemergono i molti interrogativi e le incertezze che in questi anni hanno condizionato la vita e la continuità della Targa Florio stradale, Confusione, approssimazione, indisciplina e anche un po' di sfortuna hanno fatto che si verificasse quest'anno un evento che pure poteva accadere anche negli anni d'oro della Targa Florio.
Quelli però erano altri tempi per l'automobilismo sportivo, Oggi sempre di più è senz'altro bisognoso di strutture molto specializzate. La Florio perse l'autobus della salvezza quando nel '73 gli organizzatori palermitani e la CSAI non riuscirono a mantenere - complice una certa mania di grandezza che frenò un faraonico progetto - la promessa fatta agli sportivi Siciliani di realizzare un autodromo sulle Madonie per ,trapiantare e tenere in vita la gara dei Florio. Passato quel «momento magico» la Targa iniziò una discesa troppo ripida che ha portato al dramma di questa domenica, una discesa macchiata di sangue e che forse non potrà mai più risalire. Peccato.

Giulio Mangano


CERDA . Sulle cause che hanno potuto innescare il gravissimo incidente che ha provocato due morti e due feriti gravi oltre alle preoccupanti lesioni del pilota Gabriele Ciuti, si sono subito fatte numerose ipotesi, difficilmente riscontrabili ai momento per l'oggettiva difficoltà di risalire alla verità.
La supposizione più diffusa, soprattutto fra i piloti presenti alle tribune di Cerda, si rifà al fatto che Ciuti alla fine del primo giro era stato costretto ad eliminare in seguito ad una toccata con un muretto il cofano !posteriore della sua Osella PA4 rimasto danneggiato, privando cosi già la vettura della carenatura posteriore e dell'alettone, indispensabile complemento aerodinamico per incrementare l'aderenza del retrotreno.
Nessun commissario tecnico, né ai box né al semaforo, aveva valutato di fermare Ciuti per motivi di sicurezza, ritenendo evidentemente conforme la vettura che pure senza carenatura e senza parafanghi, con il motore all'aperto, era ben differente da come era stata verificata al giovedì.
Un po' tutti ritengono che nel punto dell'incidente, dove l'Osella del pilota marchigiano procedeva presumibilmente a 150/160 Kmh, il mancato carico dinamico sulle ruote posteriori - dovuto all'assenza dell'alettone deportante - abbia fatto impazzire la macchina di Ciuti spingendola fuori strada.
Di contro, si sostiene che in quelle condizioni la vettura aveva già percorso bene o male un paio di centinaia di chilometri senza eccessive difficoltà.
Un'altra voce non controllata parla invece di uno o più spettatori che avrebbero attraversato la strada mentre il pilota stava sopraggiungendo, costringendolo a una manovra di emergenza che lo avrebbe portato fuori strada. E' una tesi non molto accreditata, ma che trova un qualche riscontro nel fatto che molti conduttori (ma questo è quasi normale alla Targa Florio) si sono visti sovente attraversare la sede stradale da spettatori incoscienti.
Infine in serata la polizia stradale che ha sequestrato il relitto della macchina di Ciuti e ha effettuato i primi rilievi, ha fatto presente di non aver trovato la ruota anteriore destra, che potrebbe essersi sfilata in corsa provocando il disastro.
Questa tesi però non trova eccessivo credito perché la ruota stessa potrebbe essersi staccata solo dopo l'impatto e quindi potrebbe essere stata asportata dai soliti sciacalli, mentre - se la macchina di Ciuti avesse camminato su tre ruote verso il baratro - avrebbe dovuto almeno lasciare delle tracce col cerchio o con la sospensione anteriore destra sul'l'asfalto, asfalto che invece non presenta nessun segno o alcuna traccia di frenata.

TRIBUNE DI CERDA . Il cielo è imbronciato quando il carosello dell sei nuove versioni di Fiat 127 e 132-2000 portano a termine un giro del circuito. Il via, in perfetto orario, viene dato alle ore 9. La temperatura è di 10°. Nella parte montuosa del percorso di 72 km piove e numerosi piloti e direttori sportivi esprimono pareri discordi sulla scelta dei pneumatici anche perché le previsioni sono di imminente miglioramento delle condizioni atmosferiche.
Pioviggina per la verità, anche nella zona dei i boxes, ma a tratti.
Prendono il l via 64 delle 70 vetture qualificatesi nelle prove di venerdì.
Danno forfait: « Mascaleros » Caci (Osella PA 5), Floridia « Bitter» (0sella PA 5), Anna CAMBIAGHI - Parpinelli (Osella PA 2) per la rottura di un braccetto della sospensione, inconveniente scoperto dei meccanici soltanto poche ore prima del via, tanto che la simpatica Anna lo ha appreso appena arrivata ai box: <<Roba da urlare! E' proprio stregata questa Targa per me. Quest'anno poi, tutto mi gira storto».
Proprio così: figuratevi che ha corso il rischio, per un malinteso con il vicequestore di servizio di essere fermata.
Per fortuna l'avv. Sansone ha chiarito tutto e la CAMBIAGHI, avvilita più che mai, ha anticipato la partenza per Milano. Sfortunata anche Fabrizia Pons, al suo primo tentativo in Targa con la Porsche di Berruto, appiedati per noie meccaniche come Rizzo-Rizzo (A.R. 2000).
Il pubblico è accorso numeroso all'appuntamento. Il fondo stradale viscido gioca brutti scherzi sin dai primi chilometri: il toscano Mauro Nesti con la Chevron si gira perdendo 3'15"', poco dopo l'abitato di Cerda, scivolando così in settima posizione.
Al comando transita Restivo in 40'47''6 alla media oraria di 105,886 seguono quindi "Amphicar" a 8"6, il milanese Schon in 41'06"2 , Alberti in 41'49"9 e Ciuti (alla prima esperienza nella corsa siciliana) costretto ad una sosta ai box per ,rimediare ai danni di una toccata: ripartirà dopo due minuti, senza cofano posteriore.
La Florio si dimostra subito selettiva e dopo un giro si ritireranno per uscite o noie meccaniche ben sette vetture: quelle di Alberti, Gagliano, Gerbini Piotti, Asciutto, Tore e "Iccudrac".
Alla conclusione del secondo giro infatti Restivo si fermava ai box per cedere la guida ad Apache e i meccanici parzializzavano il radiatore, caricavano la batteria e fissavano meglio il cofano con del nastro.
Nesti, autore di un recupero notevole, veniva sostituito dal catanese Grimaldi: nel frattempo facevano il pieno di carburante e sostituivano le gomme. Tempo impiegato in queste operazioni: 30' e 20". Si ritirano poi Gallo, Triboldi e Chiappisi.
Nel frattempo la strada si è asciugata: in seguito ad una uscita di strada con la sua Alfa Romeo GTA il pilota Saporito, con un elicottero viene ricoverato nel reparto otorinolaringoiatria del Civico di Palermo per frattura delle ossa nasali con prognosi di trenta giorno salvo complicazioni.
Il sole ritorna a splendere. La graduatoria al terzo giro è la seguente: Amphicar (OSELLA PA 5) in 1.58"05"5 alla media oraria di 109,746 , Schon (Osella IPA 5) segue a 2'44". Apache (Chevron) ha un ritardo di 3'41", Moreschi (Porsche) di 6\10" , Agazzotti di 6'34"4 e Anastasio di 6'40". Costretto al ritiro Popsy 'Pop per il motore ko in località Bonfornello. Viene allontanato dai boxes, con tanto di manette, un individuo non autorizzato, fra i fischi del pubblico. L'incidente di Ciuti (descritto in altro servizio) trasformerà la corsa in tragedia.
Beppe Virgilio, che aveva sostituito Amphicar, vincitore della 50, edizione, nel corso del quarto giro si ferma poco dopo Scillato per la rottura del semiasse.
Si assiste nei box anche ad un diverbio animato fra Nesti e un commissario sportivo messosi davanti alla Chevron 3000 per contestargli una partenza a spinta.
Il commissario ha rischiato di essere travolto dal pilota toscano quando quest'ultimo si è avviato regolarmente.
Il direttore di gara, sentiti i commissari sportivi per motivi di sicurezza, considerava così conclusa alla fine del quarto giro, la Targa Florio.
Il successo veniva riconosciuto così a Restivo - Apache con la Chevron B 36 a 107,140 kmh di media e il tempo di 2.41'17".
Al Posto d'onore, a 1'33"4, Anastasio - De Bartoli con l'Osella in 2.42'50"4, autori di una ottima corsa, precedevano
Schon - Pianta con l'Osella PA 5 in 2.42'46" , Nesti - Grimaldi con la Chevron B 3000 in 2.44'08"6.
Portavano a compimento il quarto giro anche i sorprendenti Barraja - Agazzotti (Porsche) primi assoluti del Gr. 4, i bravissimi Rubino - Carrotta con l'Alpine, Moreschi - Pam , vincitore nel Gr. 5 con la Porsche Carrera. In totale erano 12 gli equipaggi ad avere effettuato i quattro giri.

Vincenzo Bajardi

I DUBBI ... così nel servizio di AUTOSPRINT n.21 del 24 maggio 1977:

 

DOVE ERO ? KM. 12