DE TOMASO

Nel 1955 Alejandro De Tomaso, un giovane argentino appassionato di auto e con una esperienza giornalistica, arrivo in Italia per intraprendere la carriera di pilota. Corse per due anni con vetture Maserati e tre per la OSCA. Tra i suoi risultati più significativi ricordiamo il primo posta nell'indice di Prestazione alla 24 Ore di Le Mans del 1958 e i successi di categoria conseguiti nella 12 Ore di Sebring e nella Mille Chilometri di Buenos Aires dello stesso anno. Nel 1959 fondo la De Tomaso, iniziando a costruire, seppure artigianalmente, vetture da competizione equipaggiate con motori OSCA: furono modelli caratterizzati da soluzioni originali e alcuni di essi raggiunsero buoni livelli di competitività e si affermarono in diverse manifestazioni sportive. La prima vettura prodotta fu una Formula 2 di 1,5 litri proposta alla fine del 1959. Il telaio era una evoluzione di quella della inglese Cooper e il motore un quattro cilindri OSCA di circa 135 CV. Seguì una Formula Junior equipaggiata con un motore della Fiat 1100, opportunamente elaborato. Nel 1962 De Tomaso decise di tentare la carta della Formula 1. Venne preparata una monoposto con telaio a traliccio e, come propulsore, un 1500 cm³ Alfa Romeo preparato dal torinese Conrero: non venne, pero, mai collaudato a fondo. Al Salone di Torino del 1963 la De Tomaso Automobili presentò quella che viene ancora oggi considerata la realizzazione più significativa di quel periodo, la berlinetta Vallelunga, dall'originale soluzione costruttiva: nella parte anteriore era dotata di un telaio monoscocca a trave centrale, mentre posteriormente la funzione portante era svolta dal motore e dal cambio. Il motore era un quattro cilindri Ford di 1 ,5 litri derivato da quello della berlina Corsair: la potenza era di 105 CV, elevabile, a richiesta, a 135 CV. Nel 1965 il costruttore argentino decise di ampliare la propria produzione con il lancio sul mercato di vetture sportive prodotte in serie. Venne tentata anche la strada della vettura elettrica, proposta nel novembre del 1967: battezzata Rowan, era un piccolo modello progettato per uso esclusivamente urbano. Veniva accreditata di una velocità massima di 70 km/h e di una autonomia di 300 km/h; la trazione era assicurata da due motori elettrici, ognuno dei quali agiva su una ruota posteriore. L'affermazione commerciale arrivo, pero, solo nel 1970 con la presentazione della Pantera, una Gran Turismo di grossa cilindrata. In questo stesso anno, su disegni dell'ingegnere Dallara, venne costruita una monoposto di Formula 1. Dotata del V8 Cosworth e pilotata da Piers Courage, disputo alcune prove del Mondiale Piloti dimostrandosi discretamente efficiente. Nel 1972, dopo aver assorbito le carrozzerie Ghia e Vignale e aver presentato la lussuosa coupé Longchamp, la De Tomaso fu rilevata dalla Ford Motor Company che, due anni più tardi, decise di non produrre più la Pantera. Alejandro De Tomaso decise, allora, di ricomprare i diritti di fabbricazione di questo modello che continua a essere ancora oggi il modello più rappresentative prodotto dalla casa modenese.

La De Tomaso Pantera motorizzata con un Ford da 5,8 cc. di Alessandro Pesenti Rossi e  «Alval» (Alvaro Valtellina) si piazza al 13^ posto nell'assoluto.
57^ TARGA FLORIO13 maggio 1973 La Pantera 5,8 di Maurizio Micangeli e Carlo Pietromarchi, costretta al ritiro.

59^ TARGA FLORIO
20 luglio 1975
La DE TOMMASO PANTERA di PARPINELLI / GOVONI conclude all'8^ posto assoluto.
 

60^ TARGA FLORIO
14 maggio 1976
La De Tomaso Pantera di Odoardo Govoni e Ruggero PARPINELLI
 

61^ TARGA FLORIO
15 maggio 1977. La
DE TOMASO PANTERA di BALBONI e PIOTTI