MAURO NESTI

Mauro Mesti è stato uno dei migliori piloti italiani delle corse in salita. Nato a San Marcello Pistoiese il 12 agosto 1935, è giunto alle corse come tifoso del cugino Francesco. Poi ha voluto provare egli stesso, debuttando il 30 marzo 1964 nella salita Vergato- Cereglio con una Fiat Abarth 1000 come quella del cugino, ma più anziana e malandata. A sorpresa s'è classificato secondo di classe alle spalle del campione Achille Marzi, ma davanti al cugino. Il 31 maggio successivo Mauro ha agguantato la prima vittoria di classe nella salita Bologna -Passo della Raticosa. A quello sono seguiti altri successi nel 1965 e nel 1966 con la solita Fiat Abarth 1000 inferiore alle rivali, perché dotata di cambio a. quattro marce, mentre le migliori ne avevano cinque. Anche dopo avere lasciato la fida Fiat Abarth 1000, Mesti ha lottato con mezzi spesso inferiori ai rivali, facendosi notare dagli appassionati, ma non dalle Case, ragione per cui solo a prezzo di sacrifici personali e con gli aiuti degli amici, ha potuto sostenere i costi percorrere nella Formula 3 con una Tecno e nella categoria Sport con un'Abarth, un'AMS, una Chevron e una March. Nel 1972, vincente ma deluso, stava per appendere il casco al chiodo, quando è arrivato come una manna lo sponsor Cebora, che gli ha garantito i mezzi per correre in cambio della pubblicità sulla sua vettura. Mauro ha ricompensato la fiducia vincendo subito il campionato italiano. Poi ha ottenuto anche la fiducia della BMW che, affidandogli i motori "giusti", gli ha consentito di raggiungere l'eccezionale risultato di vincere tre Campionanti .Europei della Montagna di seguito (75, 76 e 77) con una Lola - BMW nell'azzurra livrea della Cebora. Divenuto ormai l'uomo da battere, Mauro Mesti ha continuato a correre, e a vincere, fino ai nostri giorni alternandosi alla guida di biposto Sport Osella e Lucchini. Alcuni suoi record nelle cronoscalate più impegnative sono ancora imbattuti. Sarà inoltre difficile battere il suo record nel Campionato Italiano Assoluto della Montagna: lo ha vinto undici volte. Si è spento all'età di 78 anni nella sua casa di Bardalone il 12/11/2013.

Il suo ultimo saluto:“Se leggete queste righe vuol dire che ho perso la gara più impegnativa della mia vita. Voglio salutare tutti i miei tifosi e gli amici ringraziandoli per l’affetto che mi hanno sempre dimostrato”. 

56^ TARGA FLORIO
21 maggio 1972
Nesti / Rovella su Raymond - Ford Cosworth/1,0
 

57^ TARGA FLORIO
13 maggio 1973
CHEVRON B 21(#44) - GIOVANNI MORELLI / MAURO NESTI
 

61^ TARGA FLORIO
15 maggio 1977

 

Da sempre definito il "Re della Montagna", è a tutt'oggi il pilota che vanta il maggior numero di vittorie al mondo (circa 400), con un invidiabile primato di ben 17 Campionati Italiani e 9 Titoli Europei vinti. Nato nel 1935 a San Marcello Pistoiese (Pistoia), inizia la sua carriera motoristica nelle due ruote, nel 1953 in sella a una MV. Non ancora ventenne si cimentava nel Campionato Italiano di Velocità nelle Classi 125 e 250cc. Nel 1955 fu chiamato dalla MV per condurre le moto ufficiali di allora nel Campionato. Ma la sua carriera motociclistica si fermava proprio in quel periodo, dopo che un tragico incidente alla 24 Ore di Le Mans (sempre nel 1955) causò la sospensione di tutte le attività motoristiche in pista di tutta Europa. Bisogna attendere un'altra decina d'anni per rivedere Nesti alle corse: torna infatti nel 1965, stavolta sulle quattro ruote, al volante di un'Abarth 850 di serie prestatagli dal cugino, partecipando al Campionato Italiano di Velocità, in gare sia in pista che in salita. Successivamente acquista direttamente dalla casa un'Abarth 1000 con la quale ha vinto il suo primo titolo Nazionale. Nella seconda metà degli anni '60 partecipa anche al Campionato Italiano di F.3 al volante di una Tecno, con la quale si batte contro avversari del calibro di Clay Regazzoni, Ronnie Peterson e Tino Brambilla (quest'ultimo già incontrato in passato nelle gare motociclistiche). Non sono stagioni fortunate: la vettura ha spesso problemi alla centralina dell'accensione e per Nesti sono gare spesso da dimenticare. Gli anni '70 iniziano con le prime esperienze al volante di vetture "Prototipo" (la prima, un'Abarth 1000 nel 1970 per poi passare l'anno seguente ad un'AMS 1000). I risultati sono buoni, ma le possibilità economiche di Nesti non gli consentono il definitivo "salto di qualità" con vetture più potenti, per cui medita il ritiro dalle competizioni. La svolta arriva quasi immediatamente, allorché Nesti conosce a Imola i proprietari di un'azienda specializzata in saldatrici, la "Cebora" (a cui resterà indissolubilmente legato in circa 30 anni di competizioni), i quali intravedono in lui grosse potenzialità e gli consentono l'acquisto di una Chevron 2000 con la quale vince subito, alla prima gara (la "Cesana - Sestriere" del 1972). Seguono nella stagione altre 8 vittorie Assolute e un altro salto di qualità quando, nel 1973, Mauro passa alla March Bmw. Con questa "barchetta" vince ben 13 gare e inizia a farsi conoscere anche nell'ambiente europeo. Nella stessa stagione però, arriva per Nesti anche un grave incidente, durante una gara valida per l'Europeo in Svizzera: la sua March esce violentemente di strada finendo distrutta in una scarpata e procurandogli svariate fratture. Torna nel 1974, stavolta con una Lola Bmw, vincendo il Campionato Italiano della Montagna. Inizia la sua marcia inarrestabile, con ben 3 titoli Europei e altrettanti Italiani conquistati tra il 1975 e il 1977. Dal 1978 cambiano però i regolamenti nell'ambito del Campionato continentale: questi penalizzano i piloti delle Sport e Nesti preferisce lasciar perdere, concentrandosi sui Campionati Italiani. Ne vince uno dietro l'altro, sempre con la Lola - Bmw. Dal 1981 inizia l'epoca dei prototipi Osella e per altri 5 anni è per Nesti un susseguirsi di vittorie (dal 1982 nuovamente anche nel Campionato Europeo). Sono gli anni dei suoi leggendari duelli - spesso anche a suon di stilettate verbali - con il bresciano Ezio Baribbi, nei quali spesso quest'ultimo riesce anche ad avere la meglio. Sono duelli sinceri e appassionanti, che nulla hanno da invidiare a quelli, ben più risaltanti sui media dell'epoca, tra Senna e Prost nei Mondiali di F.1. A metà anni '80 il toscano vorrebbe intraprendere il progetto delle gare americane nella serie "Can-Am", ma il progetto naufraga prima ancora di nascere e quindi "ripiega" nuovamente sulle cronoscalate. A 50 anni arriva un altro grave incidente: accade nella "Cesana Sestriere" del 1985. Rovinosa uscita di strada e frattura di una gamba. Ancora dolorante anticipa il rientro in gara per difendere il Campionato Europeo che vince brillantemente. L'anno successivo è alle prese con un'Osella ormai vecchia e iniziano i primi problemi con poche vittorie e le prime sconfitte dietro ad alcune "nuove leve" (mentre il "Re" si giustificava attribuendo le colpe alla vettura, i più maligni imputavano le sconfitte agli "anni del pilota che iniziano a farsi sentire". Ma non sarà così...) Del 1987 è una sua breve parentesi con la Lucchini, con risultati alterni ma comunque la conquista di un altro titolo Europeo. Torna di nuovo con l'Osella, e nel frattempo si concede di tanto in tanto lo sfizio di partecipare a qualche gara del Campionato Italiano Turismo con una Ford Sierra e addirittura nel Mondiale Turismo a bordo di una Bmw M3. Arrivano nuove vittorie in cronoscalate vecchie e nuove (il nome di Mauro Nesti è sempre una garanzia di pubblico e spesso viene chiamato a gran voce per dare prestigio a salite neonate, alle quali lui spesso e volentieri imprime il suo primo sigillo nell'Albo d'Oro), mentre nuovi cambi di regolamento degli anni '90 impongono alle vetture Prototipo di montare motori derivati dalla produzione di serie. Nesti accetta la sfida e torna con Lucchini, con cui disputa altre stagioni straordinarie aggiudicandosi anche il suo ultimo Campionato Italiano, alla soglia dei 60 anni. Gli ultimi anni '90 lo vedono al volante di un nuovo prototipo, la Breda, una vettura potenzialmente molto competitiva ma dalla difficile messa a punto, tant'è che spesso e volentieri Mauro deve soccombere alla superiorità di altre vetture più performanti guidate da avversari anche più giovani, quali Pasquale Irlando, Franz Tschager, Mirko Savoldi e Fabio Danti. Proprio quest'ultimo, pupillo del "Re" nonché suo conterraneo, troverà la morte in un tragico incidente alla "Caprino - Spiazzi" del 2000. Per Nesti è un brutto colpo: da anni lancia grida di allarme sull'eccessiva potenza delle vetture Sport e la loro conseguente pericolosità specialmente su fondi sconnessi quali possono essere i tracciati montani esposti al gelo invernale e alle intemperie. Da allora, le sue apparizioni nelle salite - ultimamente già centellinate in maniera notevole - si sono sempre più diradate (con un'ultima vittoria alla "Susa-Moncenisio" del 1999) fino a un ritiro mai ufficialmente annunciato: ama tornare ogni tanto, a 70 anni suonati, con la sua vecchia Osella Pa9/90, nelle cronoscalate più prestigiose in applaudite "passerelle" come apripista o in gare club destinate a vetture di scaduta omologazione, con tempi ancora degni di rilievo. Mai nessuno come lui, i suoi prototipi di colore azzurro scatenavano l'entusiasmo del pubblico, con boati di applausi a ogni suo passaggio, un incredibile seguito di Fans grandi e piccini e numerosi record alcuni dei quali rimasti imbattuti ancor oggi a distanza di 20 anni (memorabile lo straordinario 3'46"00 stabilito alla Malegno - Borno del 1984 e mai più eguagliato, sul vecchio tracciato), come quello stabilito alla Rieti - Terminillo, vinta addirittura 14 volte. Ha vinto ben 10 edizioni della Malegno - Borno (su una quindicina disputate), giungendo per tre volte 2° assoluto.