66^ TARGA FLORIO

11/13 marzo 1982

1
FERRARI 308 GTB (#12) - ANTONIO "TONINO" TOGNANA / MASSIMO DE ANTONI   
KM.  981,200
2 tappe - 28 (26) prove speciali - iscrITTI ?? part. 85 class. 38 

2
FERRARI 308 GTB  (#1) - ANDRUET / "BICHE"
3
OPEL ASCONA 400 (#11) - BIASION / SIVIERO
4

FIAT 131 ABARTH (#6)  - ANDREA ZANUSSI / A. BERNACCHINI

5

AUDI QUATTRO (#4) - CINOTTO / RADAELLI

6

TALBOT SUNBEAM LOTUS (#7) - ORMEZZANO / BERRO

7

OPEL ASCONA 400 (#2) - "TONY" / "RUDY"

8
FIAT RITMO 75 (#8) - CUNICO / SERGIO CRESTO
9
RENAULT 5 TURBO (#32) - LUPIDI / MONTENESI
10

OPEL KADETT GTE (#19) - GERBINO / CAVALIERI

11BRUNO BENTIVOGLI - STEFANO Evangelisti (Alfa Romeo ALFETTA GTV6)
12MAURO Pregliasco - Bartolich (Ford Escort XR3)
13Carrotta - Gattuccio (Ford Escort XR3)
14Antonella Mandelli - Bosco (FIAT 131 Abarth)
15Anastasi - Cilano (FIAT Ritmo 75)
16ZAMBUTO - Grillo (Alfa Romeo ALFETTA GTV 6)
17"Bronson" ANGELO SIINO - EROS Di Prima (Ford Escort RS)
18Serblin - Zanco (TALBOT Lotus)
19Barba - Imborgia (Alfa Romeo ALFETTA GTV6)
20Cattaneo - Zoller (Opel ASCONA SR)
21"Barret" - Averna (Opel Kadett GTE)
22De Luca - La Parola (Volkswagen Golf GII)
23Piano - Mariano Di Dio (Opel Kadett GTE)
24Savoca - Colimberti (TALBOT TI)
25Del Zoppo - TOGNANA (Peugeot 505 TD)
26Palma - "Oirova" (Volkswagen Golf GTI)
27Cassaniti - Campagna (Simca Rally 2)
28Paganoni - Mengoli (Ford Escort RS)
29Valenziano - Olvback (Opel Kadett GTE)
30Torregrossa - Tarzia (Alfa Romeo Alfasud TI)
31Parisi - Galliano (Lancia Beta HPE)
32Tavera - Puleo (TALBOT Lotus)
33Giambrone - Perna (FIAT Ritmo 105)
34Gulotta - La Barbera (Peugeot 104 ZS)
35Ornella Amara - 'Flai" (Volkswagen Jetta GLI)
36Cuttitta - Milella (Audi 80 GTE)
37Travagliante - Cuttitta (Alfa Romeo Alfasud TI)
38Manuli - Zappalà (Alfa Romeo Alfasud TI)
CAMPIONATO AUTOBIANCHI A 112

1. Signori - Ferfogli 1.04'04"; 2. Cannobbio - Borghi a 8"; 3. Perugia - Severi a 13"; 4. De Paoli - Minonzio a 17"; 5. Benazzo - Orobello a 27 "; 6. Ancona - Polastri a 28"; 7. Giammarini - Bertola a 34"; 8. Torricelli - Torricelli a 50"; 9. Canera - Beltrami a T20"; 10. Fortunati - Arioli a 2'26"; 11. Accordi - Knosergi a 2'41"; 12. Pelloni - Malmusi a 2'50"; 13. Follador - Zanella a 3'20"; 14. Moretti - Cecchini a 3'27"; 15. Nave - Calligni a 5'12"; 16. Miglioli - Tosi a 6'43"; 17. PRESOTTO - Mantellano a 6'48"; 18. Smeriglio - Fiorini a 7'07"; 19. Muin - Polesel a 8'02"; 20. Sparnacci - Pasqualetti a 8'47".

Sempre FERRARI è !. La Stratos di TABATON domina la corsa e a poche prove speciali dal termine si ripete la toccata che impedì al farmacista genovese di imporsi nel '79. A vincere è il giovane Tonino TOGNANA, il quale precede al traguardo il più esperto ANDRUET (entrambi su Ferrari 308 GTB).
Terzo Biasion con l'Opel Ascona 400 di Conrero, mentre alle sue spalle due giovani che faranno molta strada alcuni anni dopo: Zanussi (131 Abarth) e Cinotto (Audi Quattro). Il 1982 è un anno importante per il rallismo siciliano. Alla «Targa Rally» un siciliano, Alberto Carrotta, fa parte per la prima volta di una squadra ufficiale, quella della Ford Italia. Con una Escort XR3 gruppo N Carrotta è più veloce del compagno di squadra PREGLIASCO, ma una foratura lo relegherà dietro questi, in 13^ posizione e ancora primo fra i siciliani.

Vince la FERRARI 308 GTB (#12) di "TONINO" TOGNANA in coppia con  MASSIMO DE ANTONI
 

Solo un secondo posto per  ANDRUET / "BICHE" anche loro su FERRARI 308 GTB.
 

Per la prima volta alla «Targa Florio» prende parte una automobile a trazione integrale.

Si tratta dell'AUDI QUATTRO di  Michele Cinotto che, in una gara non adatta alle caratteristiche della sua vettura, non riesce ad andare oltre il quinto posto.

 

  Ottimo terzo assoluto per BIASION su OPEL ASCONA.

 

Si deve accontentare del quarto posto in assoluto ZANUSSI su FIAT 131.

Alla sesta speciale della seconda tappa svanisce il sogno di vittoria per la Stratos di Tabaton / TEDESCHINI dominatori della prima tappa. 

 

La Targa alla Ferrari (dal il GdS del 14/3/82)
CEFALÙ — Ferrari uno e due al traguardo della 66" Targa Florio. Il miracolo di dodici mesi addietro si è ripetuto ancora una volta, e pure se a vincere non è stato il super favorito della vigilia, Jean Claude Andruet, ma un ventisettenne dottore in scienze economiche di Treviso, Tonino Tognana, che prendeva per la prima volta in mano la «308» di Maranello, è stato sempre il cavallino a passare primo sotto la bandiera a scacchi. E se una serie di colpi di scena, venuti a raffica, ha finito per eliminare il generosissimo Fabrizio Tabaton che era stato il vero dominatore della corsa, pure il successo di Tognana è limpido e incontestabile e conferma soprattutto il momento magico che la nuova guardia dei rallies sta attraversando da qualche tempo. Tabaton, Tognana, Biasion, Zanussi, Cinotto e il nostro generosissimo Alberto Carretta sono tutti e alcuni di molto, bastino per tutti i 21 anni di Zanussi, al di sotto della trentina. E questa Targa, fra l'altro, ha costituito anche uno scontro «generazionale» fra due scuole diverse. I tempi di Tabaton più di una volta hanno letteralmente umiliato alcuni mostri sacri, e la Stratos, troppo precocemente giubilata, si è confermata ancora la regina dei Rallyes. Il successo di Tabaton sarebbe stato certamente merìtatissimo e avrebbe parecchio giovato al suo morale, probabilmente un attimo di deconcentrazione, la «pressione» esercitata con teutonica costanza da Tognana o come vogliono i più malevoli la sua tradizionale irruenza gli hanno giocato un brutto scherzo, e per lui questa Targa è stata tabù. Probabilmente era nel destino che il nome Ferrari fosse scritto, per la nona volta, nell'albo d'oro della corsa più vecchia del mondo e, nonostante tutta la... buona volontà di Andruet per non farcelo finire — con uno stato di depressione psicologica veramente deplorevole — ma anche con concreti problemi di assetto e di impianto elettrico, c'è finito, seppure per merito di Tonino Tognana, che a fine gara, ha precisato di dedicare la vittoria al suo preparatore Michelotto piuttosto che (come aveva fatto Andruet l'anno passato) a Ferrari «perché Ferrari non lo conosco ancora, e poi perché Ferrari le macchine le fabbrica, ma Michelotto le trasforma e le fa vincere>. La corsa è stata sempre appassionante e movimentata — anche troppo — e uno dei maggiori rimpianti riguarda la bella prestazione di «Tony», penalizzato nella prima tappa di 8' a un controllo orario per un'avaria al ponte posteriore, e che senza questo ritardo sarebbe finito magari secondo a mezzo minuto dal vincitore. Indubbiamente un confronto diretto tra Andruet e Tognana, proprio come quello che c'è stato fino al gran botto di Feria fra Tognana e Tabaton, avrebbe caricato al massimo un pubblico che per unanime ammissione degli stessi piloti è stato numerosissimo. Il terzo posto premia la gara di Biasion, l'uomo nuovo dell'Opel rivelatesi alla distanza più redditizio dei suoi maestri, cioè «Tony» e «Lucky». Ma anche il giovanissimo Zanussi, balzato col quarto posto della Florio in terza posizione nell'europeo conduttori può essere contento, anche perché il suo risultato ha permesso al «gruppo Fiat» (dal momento che anche la Ferrari è un marchio Fiat) di piazzare tre macchine nei primi quattro posti. Attesa all'impegnativo test delle Madonie, l'Audi Quattro a trazione integrale ha marciato a corrente alternata, offrendo momenti di grandi prestazioni (come quando ha vinto le due prove «quasi sterrate» e certamente scivolosissime dì Bafurco e Polizzi) a performances grigie. Fra l'altro, per parte della prima parte della prima parte della prima tappa è andata con la sola trazione anteriore, ma Michele Cinotto ha dimostrato di avere anche in queste condizioni «la macchina in mano». Bravissimo Ormezzano, che ha portato ancora un giorno di sole in casa Talbot, anche se per la famiglia Peugeot forse la nota più lieta è venuta dal venticinquesimo posto assoluto della 505 turbo diesel di Del .Zoppo, davanti a vetture di gran lunga più potenti e leggere. Il successo — senza il minimo bisogno di assistenze — di una vettura diesel su queste strade costituisce indubbiamente un tema tecnico stimolante, in un momento come questo nel quale la motorizzazione diesel costituisce il fenomeno d'attualità e non solo in Italia. Estremamente positivi Alberto Carretta e Mauro Pregliasco, che con le Escort XR-3 gruppo N, cioè strettamente di serie, hanno fatto letteralmente miracoli, da un lato tamponando una preoccupante moria di ammortizzatori e un assetto necessariamente -da passeggio», conquistando alla fine due prestigiosi e miracolosi dodicesimi e tredicesimi posti ai quali, alla vigilia, erano i primi a non sperare. Fra l'altro Pregliasco farà anche cinque gare di riscatto all'estero, in questa stagione, con la fortissima Lancia 037, vettura ancora da verificare ma già definita «ammazzarally». La Targa numero 66 dunque va in archivio. E stata appassionante e spettacolare, ma può servire da esperienza per il futuro. Perché sono molti i rallies che vogliono farsi spazio a scapito della corsa siciliana, e, al punto di prestigio in cui la Targa è riuscita a tornare dopo gli «anni bui», non si possono commettere passi falsi. Neppure involontari.
Giulio Mangano
Dopocorsa Tognana: «Sinceramente non mi aspettavo di vincere»
CEFALÙ — «Sinceramente non mi sarei aspettato di vincere — ha dichiarato Tonino Tognana, appena arrivato festeggiassimo sul traguardo della sessantaseesima, posto sul lungomare di Cefalù —. Non ci speravo perché il mio è stato un debutto con la Ferrari, una macchina che è una droga. Dedico questa mia vittoria — aggiunge il pilota di Treviso, sul quale la Panasonic ha riposto le sue attenzioni — a Michelotto che è riuscito a prepararmi la macchina a dovere. Sono stato l'unico pilota fino ad ora ad essere sceso sotto i 21 minuti nella prova speciale della "Targa". E stato duro cercare di recuperare ma è stato altrettanto difficile mantenere il vantaggio perché le ultime quattro prove speciali le ho fatte senza frizione. Nelle ultime prove speciali — conclude Tognana — ogni piccolo problema mi sembrava insormontabile. Sono stato sicuro di vincere soltanto dopo che ho tagliato il traguardo. Di Andruet non ho avuto più paura dopo che era 4 minuti dietro di me».
«Questa vittoria — ha dichiarato Massimo De Antoni, coequipier del vincitore — la sentivo. Abbiamo cercato di stare vicinissimi a Tabaton, di costringerlo ad
andare al limite e, pertanto, di portarlo a commettere qualche errore». «Peccato che ho trovato tardi l'assetto della mia 308 Gtb — ha invece dichiarato Jean Claude Andruet, vincitore della scorsa Targa-Rally —. Se avessi risolto prima questo problema avrei anche potuto vincere. All'inizio della seconda tappa, dopo che sono state cambiate tutte le sospensioni, la macchina è andata molto meglio. Nel corso della prima tappa — ha spiegato il pilota francese — la Ferrari era inguidabile. Io pensavo di non essere in gran forma, invece, dopo che è stato messo a punto l'assetto, la macchina è diventata competitiva». Con il morale a terra ma con una compostezza invidiabile Fabrizio Tabaton ha così commentato la sua mancata vittoria alla Targa n. 66 dopo un lusinghiero dominio; «Devo recitare il mea culpa. E stato un mio banale errore di guida a causare l'incidente che mi ha costretto al ritiro. Mi sono deconcentrato — ha ammesso il farmacista — e sono finito contro il muro nella prova speciale di Ferla. La Stratos è rimasta seriamente danneggiata — ha concluso Tabaton — ma è recuperabile». «Non credo che si sarebbe potuto vincere di fronte a queste Ferrari — ha commentato a caldo lo sfortunato "Tony" — ma tenerle molto tirate senz'altro. Mi dispiace di non avere potuto dimostrare quanto valgano le Ascona 400 e quanto valgo io». «Meglio di cosi non si poteva andare — ha cementato il palermitano Alberto Carrotta, il quale porta sulla tuta i marchi della Gevi, della Fab e della Csc —. Sono molto soddisfatto anche per la prestazione della macchina». «Siamo andati oltre ogni previsione», ha detto Mauro Pregliasco, anche lui al voltante di una Ford Escort di serie.
Tra i più felici al termine della sessantaseesima edizione della Targa Florio vi è Alcide PAGANELLI, ex protagonista del Rally di Sicilia ed ora direttore sportivo della Peugeot TALBOT. «ORMEZZANO e Berrò con la Talbot Lotus 26 — commenta PAGANELLI — hanno fatto cose strabilianti giungendo sesti assoluti. Del Pozzo e Betti Tognana con la 505 Peugeot Turbo diesel hanno concluso benissimo la gara, aprendo un discorso tecnico diverso in attesa che esca la quattro ruote motrici».
Enzo Cesare
La cronaca. «Rally» deciso alla sesta prova speciale
CEFALÙ — Con il conforto di condizioni climatiche ottimali, 54 vetture delle 59 che hanno concluso la prima tappa, prendono il via venerdì sera a partire dalle 22,31, dal lungomare di Cefalù per l'ultima frazione. Mancano fra gli altri anche i palermitani Montalto Schermi con il motore della loro Kadett definitivamente ko (valvole); e «Secret»-D'Accardi (Porsche). Il tracciato di questa tappa è identico a quello precedente nel numero e nell'ordine delle prove speciali, quattordici. I concorrenti lasciano la pedana di partenza, fra un pubblico non proprio strabocchevole, in base alla classifica provvisoria. Così il primo ad affrontare questa ultima «cavalcata» è Tabaton, seguito da Tognana, Biasion, Zanussi, ed Andruet, quest'ultimo percorre poche centinaia di metri fuori l'abitato e raggiunge la propria assistenza che, a tempo record, «rifà» l'assetto della sua Ferrari, e controlla per l'ennesima volta l'impianto elettrico che tanti problemi ha causato in precedenza. Tabaton sente dietro di sé il «fiato» di Tognana (a meno di un minuto), sa che tutto può accadere ancora, e continua a pestare forte sul pedale destro della sua Stratos. A «Sciara» precede di 6" Cinotto, di 7" Tognana, seguono «Tony» Andruet, Biasion, «Lucky», Zanussi, e i sempre più incisivi Dimezzano (Talbot) e Cunico (Ritmo) che danno spettacolo in gruppo 2 «temponi» di tutto rispetto.
A «Montemaggiore» si fa sotto Andruet che precede di 2" un «quartetto» formato da Tabaton, Biasion, Lucky, e Tognana. In classifica è tutto immutato. La terza prova segna l'inizio del «calvario» di «Lucky» che vede preoccupantemente salire la pressione del propulsore della sua Ascona 400, che culminerà, poi con il ritiro nella quinta prova. Confermando che la battaglia è accesissima e tutto è ancora da decidere, i vincitori delle prove sono diversi di volta in volta. Sulla prova di «Targa Florio» è Tognana a far meglio di tutti accorciando sempre più lo svantaggio da Tabaton, che rivince la prova di Lascari lasciando invece la quarta a Biasion. Intanto in classifica generale s'insedia al decimo posto Carini con la Stratos. La sesta prova speciale è quella dove si è deciso il Rally. Tabaton si deconcentra ed esce fuori a metà prova, distruggendo la vettura che rischia pure di prendere fuoco. La Stratos resta al centro della carreggiata e passa molto tempo prima che venga rimossa. La prova di «Feria» viene quindi annullata e le conseguenze del ritardo accumulato (circa due ore) si ripercuotono sulla prova seguente, quella di «Pollina» declassata a tappa di trasferimento. Passa dunque a condurre il «Rally» Tognana che adesso non vuole rischiare. A «Castelbuono» è dunque «Tony» a avere la meglio sul ferrarista staccato di 6". Nel corso della quinta «speciale» intanto si erano ritirati i palermitani «Errepi»-Migliore con la Kadett gruppo 2 dei fratelli Bruno, usciti di strada mentre erano ben messi in classifica assoluta, e «Michy»-Pozzo (ALFETTA) per noie al ponte. Nella stessa prova picchiano violentemente Paola Alberi e Cressi con la Ritmo 105 e la metà corsa si rivela negativa anche per D'Amico (Audi 80), «Repan» e «Piespi» fuoristrada tutti nello stesso tratto di prova. A «Bafurco» settima «speciale» prevale Cinotto (Audi quattro) che così si aggiudica la prima prova in questo Rally. Tognana, terzo tempo, consolida il suo primato ed a questo punto il suo vantaggio sul primo degli inseguitori Andruet con l'altra Ferrari in gara (che intanto ha «scavalcato» Biasion), è di 3'42". Un distacco che gli consentirebbe di proseguire in «surplace» perché quasi incolmabile ma a complicargli la vita ci pensano i freni e la frizione della sua Ferrari, il cui funzionamento è spesso pregiudicato da fastidiosi guai. A «Polizzi» Cinotto, in piena rimonta, concede il bis precedendo «Tony» (che s'imporrà nella prova successiva «Termini»), Andruet, il sempre più sorprendente Ormezzano, poi Biasion, Cunico, e quindi Tognana, che non va al di là del sesto tempo anche nella nona prova. A «Montemaggiore» è Andruet a dar la paga a tutti e riduce di circa un minuto la distanza col battistrada ancora in «alto mare» con la frizione. La superpotenza della Ferrari si fa valere sulla ripetizione della «Targa Florio», ed infatti Tognana ed Andruet fanno meglio di tutti seguiti da «Tony», Cinotto, Biasion e Zanussi, a questo punto con Tognana lanciatissimo verso la sua prima vittoria in un «internazionale» (e seconda della Ferrari in Sicilia), i giochi sono fatti. L'ultimissima prova speciale quella di Lascari la vince «Tony» ed è un po' anche la riscossa di questo appuntamento per lui poco fortunato.
A Cefalù una giornata prettamente estiva saluta l'arrivo dei 39 equipaggi superstiti, e la folla è composta soprattutto da giovanissimi. Il «conto» delle prove vinte è per «Tony» (tre), seguono Tabaton (pure con un ex-aequo con Biasion), Andruet, e Cinotto con due per uno. (Dario Pennica)
PS N.                  Tutto quello d'importante che è successo
1 È TABATON il primo leader. ANDRUET ha problemi elettrici e perde già qualche secondo al via. «LUCKY» ha l'acceleratore che resta bloccato. BENTIVOGLI tocca leggermente dietro. BUSSENI rompe il motore.
2 A «LUCKY» salta la cinghia. La Bignardi rompe il motore.
3 «Menes» picchia con la ruota posteriore sinistra e deve fermarsi. Anche Cinotto da una toccatina.
D.3 ANDRUET cambia l'alternatore.
4 Cinotto rompe il differenziale.
D.4 Cinotto perde 2" al C.O. (senza risolvere il problema) e «Tony» ne perde 6' per cambiare il ponte.
D.6 «Tony» paga altri 2" al C.O. e la Mandelli ne paga 1': si sono entrambi fermati all'assistenza ed hanno trovato, dopo, un passaggio a livello chiuso. Cinotto rimedia il differenziale.
8 Bigo rompe il motore.
9 Si ferma Runfola con problemi al differenziale.
D.14 A Cinotto cambiano il differenziale.
15 BIASION torna terzo ai danni di Zanussi.
17 «LUCKY» finisce la prova a motore spento: si è rotto un paraolio dell'albero motore. Seri problemi, per la rottura di un manicotto, anche alla lubrificazione dell'Ascona di «Tony».
18 Escono di strada, nello stesso punto, «Errepi» e D'Amico e quest'ultimo ha la peggio anche se all'ospedale non gli riscontrano nient'altro che qualche contusione.
19 «LUCKY» non entra in prova. «Kicky» rompe il ponte e Paola Alberi con freni inservibili picchia secco.
20 TABATON va a muro e TOGNANA eredita il primato. La prova salta.
21 Prova annullata perché l'apripista è passato sul percorso con troppo anticipo.
24 Carini fa un «dritto», rompe il radiatore e deve abbandonare.
RALLY E PUPI.
di Roberta Gremignani (AUTOSPRINT n.12 marzo 1982)

CEFALU’ - Questa sera si va a cena dai "Fusi". Te lo senti dire appena sbarcato in Sicilia, al1a vigilia. della Targa Florio e rimani per un attimo interdetto. I fusi nello "slang" dei rally, sono quei perni che rompendosi (ma accade di rado) ti possono fare perdere una ruota o, comunque costringere al ritiro. Ma è escluso che possano invitarti a cena. Indaghi allora timidamente e scopri che i "Fusi" del caso si scrivono con la effe maiuscola, a intendere i membri de1la "Associazione Fusi Italiani", per gli amici "AFI". Sono i tifosi, o meglio, i "fedeli" di Mauro Pregliasco che sull'isola è adorato e venerato come una reliquia. Uno dei tanti motivi per cui i colleghi lo hanno scherzosamente soprannominato "il prete", una definizione che lui accetta un po' a denti stretti ma dalla quale, ormai, non può più sottrarsi. Ne più ne meno di Maurizio Verini, ovvero "la sfinge". Come sia nato l'amore della Sicilia per Pregliasco, che pure è ligure con infiltrazione cuneesi, non è ben chiaro. Ma quel che è certo è che si tratta di amore vero e come tale anche cieco, al punto che i pronostici dei "Fusi" alla vigilia della gara davano il loro beniamino fra i primi tre al traguardo. Alla faccia del divario di potenza esistente fra la sua tranquilla Escort gruppo N (praticamente di serie) e i "mostri" da oltre 250 cavalli portati in gara da tanti avversari. La fede non si discute ed ecco che il "pittore" del gruppo ha dato sfogo al proprio estro per rinnovare le innumerevoli scritte di incoraggiamento che decorano i muri lungo le prove speciali ed aggiungere il nome di Ergy Bartolich, che da questa gara ha ereditato il posto di Mauro Mannini, conquistando quindi d’ufficio uno spazio nella considerazione dei "Fusi".
La cena dell'AFI è una tradizione della vigilia, per i piloti iscritti alla Targa Florio. Il ritrovo è in una villa ospitale, proprietà di una "Fusa"(le donne sono numerose nell’associazione). Immersa in un aranceto, proprio lungo le strade della "Targa"», località Scillato. Si ricevono piloti di tutte le squadre: da Lucky a Tognana, da Del Zoppo a Ormezzano, da Cunico a Biasion. A tutti viene fatta festa grande con vini, carni alla brace, aranci indimenticabili e cannoli siciliani. L'atmosfera è allegra, le ostilità tra avversari sembrano lontane anni luce. Ci si dimentica persino che qualche "cattivo" ha provato con i nefandi muletti. Fra una battuta ed uno spicchio d’arancia scopri che i "Fusi" prima di Pregliasco amavano incondizionatamente Raffaele Pinto. Interroghi il presidente e lui confessa una certa simpatia anche per "Tony" e per Cinotto. Quest'ultimo è esordiente al desco dell'associazione, ma ben "appoggiato" in quanto pupillo prediletto di don Floridia, ovvero Armando Floridia, "boss" dell'omonimo Team, concessionario Audi e direttore sportivo di "Amphicar" e, sopratutto, ex vincitore della "Targa Florio" - versione gloriosa di tanti anni fa. Non è un caso se, a fine gara, Cinotto regalerà una delle sue coppe ai "Fusi": anche lui, come capita la prima volta a tutti, è rimasto colpito da quello che significa correre in Sicilia. Un contesto difficile da spiegare a parole, perché è un concentrato di accoglienza, ospitalità, amicizia, simpatia. Pochi rally possono vantare un pubblico cosi.
Fra personaggi tutti da raccontare c’e Ciccio, il mago delle scarpe da guida. Ciccio che ha vissuto la "targa" dei tempi d'oro. Ciccio che ha calzato i piedi più veloci della storia dell'automobilismo. Ciccio che, malgrado i suoi trascorsi, cura le scarpe ordinategli da qualche ragazzo del trofeo A112 con la stessa attenzione che rivolge ai piedi di Mario Andretti. Ciccio che riceve per telefono le commissioni di Niki Lauda che senza le sue scarpe non sale su una monoposto. Lo stesso Ciccio che pochi minuti dopo, corre a cercare un dottore per Cinotto influenzato o "presta" le abili mani di sua nipote per far cucire sulle tute di qualche rallista amico scritte pubblicitarie giunte all'ultimo minuto. Qualsiasi cosa ti capiti, a Cefalù o zone limitrofe, se sei un pilota., un direttore sportivo o un qualsiasi personaggio che ruota nell’orbita della Targa Florio, ti viene spontaneo di rivolgerti a lui. Ecco allora che dopo quindici giorni di affetto siciliano i piloti, terminata la Targa, mettono in archivio molto di più di una gara. Ed è forse per questo che l’ultma sera trascorsa alla hotel Costa Verde, piloti, copiloti e meccanici
di diverse squadre (anche nemiche) si sono lasciati andare ad una notte di follie quasi carnevalesche: tutti in piscina vestiti (e no), complici
per una volta nell'attirare nel gioco estranei reticenti e poco amanti dell'umidità, giusto per il gusto gusto della bravata di gruppo, assecondati da qualche fanciulla priva di inibizioni vestita come Eva e dal perplesso, ma non troppo, direttore dell''albergo, incerto se rimproverare i propri beniamini o se tuffarsi insieme a loro.
DOVE ERO ? Bivio Caltavuturo.

Nel corso dell'anno ricordo anche la Termini - Caccamo, la Collesano - Piano Zucchi, la Cefalù - Gibilmanna. A maggio il 6^ Rally della Conca d'oro, si corre con validità nazionale