TALBOT

Talbot è il marchio delle vetture costruite dalla Clément-Talbot, azienda inglese fondata a Londra nel 1903 da Adolph CLÉMENT e da Lord Shrewsburg of Talbot, che ne assume la presidenza. Inizialmente, la società è destinata ad importare le vetture francesi CLEMENT-BAYARD, ma nei programmi è prevista anche la costruzione di modelli originali. Gli stabilimenti, attivi dal 1904, sono nel quartiere londinese di North Kensington.
Le prime vetture inglesi risalgono al 1906 e sono spinte da un motore a sei cilindri a valvole bilaterali. Il primo di questi modelli a portare il nome Talbot è la «20 HP», una quattro cilindri di 3,8 litri progettata da C.R. Garrard.È dello stesso anno la «12 HP», vincitrice,tra l’altro, di alcune gare di velocità.
Nel 1909 esce una nuova versione della «12 HP» dalla quale deriva successivamente la «25 HP» di 4,5 litri, prodotta fino al 1923 e anch’essa per diverse volte sul gradino più alto del podio. Dopo la guerra, nel 1919, la Clément-Talbot viene acquistata dalla francese Darracq, che l’anno seguente acquisisce anche la Sunbeam, dando così vita alla S.T.D. Motors: non sarà un gruppo dalle sorti finanziarie particolarmente floride, ma riuscirà a ottenere numerosi successi in svariate competizioni. A seguito di questi processi di fusione, si determinano diversi problemi nella denominazione delle vetture: così, dal 1920 le Darracq sono conosciute in Francia come Talbot, mentre in Inghilterra hanno il marchio Talbot-Darracq o semplicemente Darracq. Sui campi di gara, invece, le auto del gruppo appaiono indifferentemente col marchio Darracq, Talbot o Sunbeam, fatta eccezione per le vetturette da 1,5 litri costruite in Francia nel 1921, che in Inghilterra fanno la loro comparsa col nome Talbot. Per complicare le cose, la Darracq nel 1920 muta la ragione sociale in Automobiles Talbot S.A., che, come vedremo, produrrà altre vetture. All’inizio degli anni 20, la Clément-Talbot vive un momento di sosta. Una «12 HP» a quattro cilindri non entra mai in produzione, pur essendo praticamente pronta, mentre l’unica vettura della Casa è la vecchia «25» affiancata, solo nel 1922, dalla nuova «8 HP», prodotta simultaneamente sia dalla Talbot francese sia in Inghilterra. Di maggiore successo commerciale è la «10/23 HP» con cilindrata di 1074 cm³ e carrozzeria a quattro posti. Da quel momento la CLÉMENT comincia a riguadagnare posizioni perdute, riuscendo ben presto a diventare la forza trainante del gruppo S.T.D. in un momento in cui la Sunbeam si è ritirata dalle competizioni, perdendo così gran parte del suo prestigio, e la Talbot francese produce vetture del tutto anonime. Artefice di questo successo è il tecnico svizzero Georges Roesch. La carta vincente di Roesch è il modello «14/45 HP», prodotto fino al 1935 in diverse versioni. È una sei cilindri di 1,7 litri, cambio a quattro marce e freni meccanici, che, pur non essendo particolarmente veloce e scattante, si distingue per silenziosità e maneggevolezza. Da questo modello deriva nel 1930 la «75» con motore a sette supporti e cilindrata di 2,3 litri da 76 CV e l’ancor più potente versione sportiva da 93 CV. Nel 1930 due «90» arrivano rispettivamente terza e quarta alla 24 Ore di Le Mans; seguono poi le vittorie al Gran Premio d’Irlanda e al Tourist Trophy. Sulla scia di questi successi, Roesch decide di rendere ancora più competitive le vetture approntando la «95», una turismo di lusso e la «105», una sport che in allestimento corsa raggiunge i 140 CV. Molte, le affermazioni della «105», a cui si aggiungono quelle della «110» con cilindrata portata a 3347 cm³. Al successo sportivo fa riscontro un’analoga affermazione commerciale: le Talbot di Roesch vengono prodotte in 100 esemplari la settimana e le richieste si mantengono alte. Sfortunatamente, il successo della Clément-Talbot coincide con il collasso finanziario della S.T.D., che nel 1934 viene rilevata dal gruppo Roots. In teoria, le realizzazioni di Roesch sopravvivono fino al 1937, mentre il modello «110» resta in produzione fino al 1938. Anno in cui il vecchio gruppo S.T.D. viene ristrutturato e nasce la Sunbeam-Talbot, che segna la fine della grande tradizione Talbot (anche se la produzione continua col nuovo marchio abbinato). Altrettanto fortunate, almeno dal punto di vista sportivo, sono le Talbot-Lago, le vetture costruite dalla Automobiles Talbot S.A di Suresnes dal 1934 al 1959. Gli stabilimenti di Suresnes vantano una lunga esperienza nella costruzione di automobili in quanto nascono come sede della francese Darracq. Come abbiamo visto, il cambiamento della ragione sociale in Automobiles Talbot S.A. avviene nel 1920 al momento della formazione del gruppo S.T.D. Le Talbot francesi si rivelano vetture veloci e affidabili, che monopolizzano il mercato nazionale distinguendosi nelle principali gare dell’epoca. Fino al 1926 le quattro cilindri montano motori di 1595 e 2116 cm³ a valvole in testa comandate da aste e bilancieri nonché cambio a tre marce. Nel 1927 appare la «DD Sport» con motore di 1666 cm³ e alla fine del 1925 viene introdotta la serie sei cilindri. Nella classe 1500 le Talbot vincono di tutto, tra cui cinque edizioni della 500 Miglia di Brooklands. All’inizio degli anni 30 si avverte la necessità di rinnovare la gamma. A rispondere a tale esigenza è Anthony Lago, entrato in carica nel 1934 come direttore della Talbot. Per Lago le automobili devono essere veloci e lussuose, oltre che affidabili. In collaborazione con l’ingegnere Walter Becchia, Lago mette a punto un sei cilindri con una speciale testa con camera di scoppio emisferica. Questo motore sviluppa 165 CV con una cilindrata di oltre 4 litri. Nel 1937 la «Lago Special» vince al Gran Premio di Francia, trionfo consolidato da un secondo, terzo e quarto posto. Le granturismo di serie si distinguono subito come vetture di alta classe, attirando le attenzioni dei maestri carrozzieri dell’epoca, come Figoni et Falaschi. Nel 1938 la potenza del sei cilindri da corsa sale a 240 CV con una cilindrata di 4,5 litri. Lo scoppio della guerra e l’occupazione della Francia provoca il blocco della produzione: lo smantellamento degli impianti viene evitato solo perché Lago, nato a Firenze, mantiene la cittadinanza italiana. Al termine del conflitto Lago torna a occuparsi di auto, elaborando una nuova versione del sei cilindri di 4,5 litri, vettura che vince nel Gran Premio di Francia nel 1947 e alla 24 Ore di Le Mans nel 1950. Derivata dalla «Grand Sport», la «Record» viene introdotta nel 1946. Ma la produzione non supera le 100 unità l’anno e la conseguente crisi finanziaria costringe Lago ad abbandonare il settore. Nel 1949 si tenta la strada del segmento medio con la «Lago Baby» con motore a quattro cilindri da 120 CV, mentre per il mercato americano si appronta la «Lago America» di 2,5 litri, disponibile anche col motore BMW a 8 cilindri. Comunque, la Talbot non riesce a riprendersi e nel 1959 viene assorbita dalla Simca, che presenta ancora una versione coupé con un otto cilindri Ford. La Simca lancia una serie di vetture dallo scarso appeal col marchio Talbot, come per esempio la «Tagora», una grossa berlina prodotta in pochi esemplari. Alla fine il nome passa nel 1978 alla Peugeot, che lo adopera fino al 1985 su alcune versioni della piccola «Samba».


36^ TARGA FLORIO
29 giugno 1952
La TALBOT T26c di "PIERRE LEVEGH" al secolo PIERRE BOULLIN