FERRARI

Nato a Modena nel 1898, Enzo Ferrari si distinse sin da giovane come pilota, carriera iniziata alla fine della Prima Guerra Mondiale quando entrò a far parte della squadra della CMN. Nel1920 venne assunto dall'Alfa Romeo come pilota e collaudatore e, nove anni più tardi, fondò la Scuderia Ferrari che, pur avendo come scopo principale la manutenzione delle auto da corsa della clientela Alfa Romeo, modificava e trasformava le vetture, sempre con il marchio e l'assistenza tecnica della Casa milanese. Fin dall'inizio lo stemma della Scuderia fu il "cavallino rampante" che Francesco Baracca, il grande asso modenese dell'aviazione italiana, aveva reso celebre in tanti duelli aerei. Il sodalizio con l'Alfa Romeo durò fino al 1938: due anni più tardi, dopo aver fondato l'Auto Avio Costruzioni (il cui scopo principale era la produzione di macchine utensili), Enzo Ferrari realizzò il suo primo modello, siglato 815 (la prima cifra indicava il numero dei cilindri; le altre due la cilindrata del propulsore). a cui, però, non poté dare il proprio nome perché ancora virtualmente legato alla Casa del Portello. La 815, una 8 cilindri di 1,5 litri costruita utilizzando anche materiali Fiat, partecipo con il giovane Alberto Ascari e con Lotario Rangoni alla Mille Miglia del 1940, senza peraltro concluderla. Allo scoppio della guerra l'Auto Avio Costruzioni fu trasferita a Maranello, un paese distante una ventina di chilometri da Modena. Bombardato nel 1944 e 1945, lo stabilimento venne ristrutturato e convertito alla costruzione automobilistica ne1 1946. Nasceva, cosi, ufficialmente la Ferrari, il cui primo modello fu la 125 GT (12 cilindri a V di 60"; 1497 cm³; 72 CV) che segno l'inizio di una lunga serie di vetture da competizione, dagli schemi tecnici diversissimi, che si affermarono sui circuiti di tutto il mondo. Alla 125 GT seguirono, in rapida cadenza, la 125 S (esordì in gara l'11 maggio al Circuito di Piacenza condotta da Franco Cortese: fu costretta al ritiro a tre soli giri dal termine, dopo aver condotto la corsa sempre in testa; poco tempo dopo, però, si prese la rivincita vincendo il Gran Premio di Roma e il circuito di Vercelli), la 159 S e la 166 S. Tutti questi modelli montavano un V12 a un albero a camme in testa per bancata (disegnato dall'ingegnere Gioacchino Colombo), uno schema che sarebbe diventato una caratteristica dell'intera produzione Ferrari. Nel 1948 nasceva la 125 F.1, la prima monoposto da Gran Premio della Casa di Maranello: in quello stesso anno la direzione tecnica veniva assunta da Aurelio Lampredi. Tra i suoi primi lavori ci fu anche la completa ristrutturazione della 125 F.1 che venne dotata di un compressore a doppio stadio Roots e di una testata con distribuzione bialbero (la potenza salì da 230 a 280 CV) e di un ponte posteriore De Dion. La Ferrari arrivò progressivamente al limite della cilindrata ammessa dal regolamento di quel tempo costruendo dapprima una 12 cilindri a V di 60° di 3322 cm³ (300 CV), poi una 4101 cm³ (335 CV) e infine una 4493 cm³ (350 CV): le denominazioni ufficiali di queste vetture furono, rispettivamente, 275 F.1, 340 F.1 e 375 F.1. Fu proprio con quest'ultima che la Casa di Maranello riuscì a sconfiggere per la prima volta l'Alfa Romeo: accadde il 14 luglio del 1951 quando l'argentino Froilan Gonzales riuscì a vincere il Gran Premio di Gran Bretagna, a Silverstone. Nel frattempo, però, il nome Ferrari era ormai diventato famoso grazie anche alle affermazioni della 166 S (1995 cm³; 150 CV) alla Mille Miglia del 1948 (con Clemente Biondetti) e della 166 MM alla 24 Ore di Le Mans del 1949 (con Luigi Chinetti). Sempre sui fronte delle corse, nel biennio 1951-1952 venne costruita la 500 F.2, la prima vettura nella storia della Ferrari a rompere con la tradizione: montava, infatti, un 4 cilindri al posto del 12 cilindri che, fino a quel momento, aveva equipaggiato tutte le Ferrari. Pur non essendo la più potente e la più leggera delle F.2, questa Ferrari fu senz'altro la più brillante fra le monoposto che disputarono il neonato Campionato mondiale conduttori. Il basso consumo, gli ottimi freni e un buon equilibrio generale, evidenziato dalla ridotta usura dei pneumatici, le consentirono di disputare l'intero Gran Premio senza soste ai box. Negli anni 1952 e 1953 Alberto Ascari e la sua 500 F." vinsero 16 gare e 2 titoli iridati. Sul fronte commerciale in quel periodo nacque tra l'altro la 375 America, la prima 'barchetta' costruita dalla Pininfarina per la Ferrari, a cui seguirono la 500 Mondial (2000 cm³) che nel 1956 assunse il suggestivo nome di Testarossa perché alcune teste del motore erano verniciate in rosso, e la 750 Monza. Nel frattempo la Casa di Maranello, autentica dominatrice delle gare tipo Mille Miglia e 24 Ore di Le Mans, conosceva le cocenti delusioni con le sue monoposto di F.1 denominate Squalo e Supersqualo. Questa situazione mutò radicalmente quando la Lancia le 'regalò' le sue nuovissime e, in un certo senso, rivoluzionarie D50 che, con lo stemma del Cavallino Rampante vinsero il mondiale del 1956 con Fangio. Purtroppo la storia della Ferrari è talmente complessa che lo spazio a disposizione è appena sufficiente a ricordare le tappe e i modelli più significativi. Ad esempio, a partire dal 1961 tutte le vetture da competizione adottarono la soluzione del motore posteriore, mentre quelle stradali (quali la 375, la 330 GT) continuarono ad avere il propulsore anteriore. Comunque, una delle Ferrari più classiche fu la 365 GTB/4 dotata di un 12 cilindri con doppio albero a camme di 4,4 litri: fu l'ultimo dei grandi modelli a motore anteriore. Era in grado di raggiungere i 280 km/h . Alla 365 GTB-4 seguirono le 308 GTB/GTS, con motore centrale e doppio albero a camme in testa e le 400. Tutte adottavano carrozzerie di Pininfarina. Nel frattempo, nel 1966 Enzo Ferrari aveva fondato anche la Dino, in pratica una vera e propria Casa la cui produzione affiancava quella della Ferrari S.p.A. Dino era il diminutivo con cui veniva chiamato l'ingegnere Alfredo Ferrari, unico figlio del titolare della casa di Maranello. Promettente progettista (aveva disegnato degli ottimi V6, di cui era un convinto assertore), morì giovanissimo nel 1956, stroncato da un male incurabile. Negli anni seguenti le convinzioni dello sfortunato tecnico si dimostrarono esatte e i propulsori derivati dai suoi motori colsero molte vittorie. Il lancio definitivo del marchio Dino avvenne nel 1965 quando la CSI (Commissione Sportiva Internazionale) decise che dal 1967 la cilindrata dei motori per la F.2 sarebbe stata di 1500 cm³. Vi erano però delle precise limitazioni: il propulsore non poteva avere più di 6 cilindri e doveva derivare da quello montato su una vettura omologata nella categoria GT. Ferrari pensò allora di costruire un prototipo da competizione da cui trarre una vettura di serie e rendere possibile l'allestimento di un motore per la F.2. Nacque, così, la Dino 166 S, primo modello a portare questo marchio e che fino allora aveva contraddistinto solo motori. Con questa vettura, ma con cilindrata portata da 1600 a 2000 cm³ e carrozzeria spider (la denominazione ufficiale era, quindi, 206 S) Lodovico Scarfiotti vinse il campionato europeo della Montagna. Per consentire la produzione in tempo utile delle 500 unita necessarie per ottenere l'omologazione nella categoria GT, la Ferrari stipulò un accordo commerciale con la Fiat: la Casa di Maranello avrebbe fornito i progetti del motore, mentre il colosso di Torino avrebbe costruito nel più breve tempo possibile i 500 esemplari necessari. Nello stesso tempo nasceva la Dino come marca autonoma, anche se sempre inserita nell'ambito produttivo e commerciale della Ferrari, che presentò al Salone di Torino del 1966 l'interessante 206 GT. Nel 1969 la Ferrari entrò a far parte dell'impero Fiat, anche se Enzo Ferrari continuo a rimanere a capo del 'suo' stabilimento. La Ferrari BB 512, disegnata dallo stilista Filippo Sapino, apparve sotto forma di prototipo nel 1971, ed entro in produzione nel 1973: per essa venne scelto un motore a 12 cilindri orizzontali contrapposti da 4,9 litri montato posteriormente. Nel 1984 la BB 512 è stata rimpiazzata da una nuova coupé, denominata Testarossa come il famoso modello del 1956. La Mondial 2+2, con motore centrale a 8 cilindri a V da 3 litri, è stata presentata al Salone di Ginevra del 1980; al Salone di Bruxelles del 1984 è apparsa anche in versione trasformabile, e ancor oggi resta l'unica Ferrari con carrozzeria aperta costruita dopo l'uscita di produzione, nel 1974, della Daytona. Sempre nel 1984 è stata lanciata la nuova GTO, una 3 litri con motore posteriore V8 con doppio turbocompressore (400 CV) e velocità di 306 km/h.


15^ TARGA FLORIO - 7^ COPPA FLORIO
27 aprile 1924
Enzo Ferrari "protegge" l'ALFA ROMEO RLTF di ANTONIO ASCARI della scuderia FERRARI da un Vincenzo Florio curioso !
 

1949. La Ferrari 166 SC con Biondetti/Benedetti domina un piovoso Giro Di Sicilia.

34^ TARGA FLORIO - 10^ GIRO DI SICILIA
1/2 aprile 1950
La FERRARI 195 S di Alberto Ascari / Ettore Salami, costretta al ritiro.