63^ TARGA FLORIO

16/18 marzo 1979

1
FIAT 131 ABARTH (#5) - ADARTICO VUDAFIERI / MARIO MANNUCCI
KM.  1055,000
2 tappe - 27 (17) prove speciali - iscrITTI   part. 170 class. 118 

2
Fiat 131 Abarth (#9) - PASETTI / SPOLLON
3
OPEL KADETT GTE (#10) - DARIO CERRATO / GUIZZARDI
4

ALFA ROMEO ALFETTA GTV (#4) - MAURO PREGLIASCO / REISOLI

5

FORD ESCORT RS (#11) - ANGELO PRESOTTO / SGHEDONI

6

LANCIA STRATOS (#16) - ANNA CAMBIAGHI / VITTADELLO

7

PORSCHE CARRERA (#23) - PANTALEONI / MAIDA

8
PORSCHE CARRERA  (#38) - "APACHE" ALFONSO MERENDINO / CAMMARATA
9
FIAT RITMO 75 (#15) - "LUCKY" / PONS
10

ALFA ROMEO ALFETTA GTV (#53)  - RAFFAELE PICCIURRO / BRIGUGLIO

11"Bronson" - Pennica (OPEL Kadett GTE)
12Piacenza - Brustia (OPEL Kadett GTE)
13GIAMPAOLO Ceraolo - "WISE" (OPEL Kadett GTE)
14Bordonaro - Garajo (Volkswagen Golf GTI)
15BEPPE Lo Jacono - MARCELLO Pollara (Renault 5 Alpine)
16"Joker" - "Terget" (OPEL Kadett GTE)
17"Steno" - Calabrese (Renault 5 Alpine)
18Antonella Mandelli - Pernice (Fiat 131 Abarth)
19Palladino - Scaramutti (Porsche Carrera)
20Priulla - Palazzolo (OPEL Kadett GTE)
21Molinari - Zallo (FORD Escort RS)
22Ontano - Fiorucci (Porsche Carrera)
23LIVIERO - Asteggiani (Fiat Ritmo 75)
24Stancampiano - Spataro (Porsche Carrera)
25FRANCO Di Lorenzo - Schermi (Renault 5 Alpine)
26Pernice - Amari (OPEL Kadett GTE)
27Giallombardo - Triolo (Lancia Fulvia HF)
28Ontano - Bianchi (OPEL Kadett GTE)
29Pucci - Mollica (Alfa Romeo Alfasud TI)
30Zanghì - Saetta (Renault 5 Alpine)
31Capriotti - Pinello (Fiat 131 Racing)
32"Wood" - Verducci (OPEL Kadett GTE)
33PIETRO Lo Piccolo - Incrapera (Opel Kadett GTE)
34Alessi - Sperandeo (Fiat 131 Racing)
35Puglisi - Ammendola (ALFA ROMEO GTV)
36Briguglia - Cuttitta (ALFA ROMEO GTV)
37De Stefani - Randazzo (OPEL Kadett GTE)
38TAGLIAVIA - Ferrara (Autobianchi A112)
39Dalla Pozza - Dalia Benetta (Fiat 127 Sport)
40Clemente - Orobello (Alfa Romeo Alfasud TI)
41ALBERTO Carrotta - ORNELLA amara (Renault 5 Alpine)
42RANDAZZO - Re (Alfa Romeo GTV)
43Nocera - Lo Cicero (Autobianchi A112)
44Sciortino - Bertolino (OPEL Kadett GTE)
45Sabatino - Plano (Autobianchi A112)
46Arena - D'Antiochia (Fiat 124 S)
47Tramontana - Donato (Peugeot 104 ZS)
48Picone - Arena (Fiat 124 S)
49Morreale - Morreale (LANCIA Fulvia HF)
50Martines - Crisà (Fiat 127 S)
51Dominici - Cusimano (Opel Ascona)
52Allegra - Cinà (LANCIA Fulvia HF)
53Catanese - Barberino (Lancia Fulvia HF)
54Salerno - Giuffrida (ALFA ROMEO Alfasud TI)
55TAGLIAVIA - TAGLIAVIA (LANCIA Fulvia HF)
56Cuttitta - Giambanco (Lancia Fulvia HF)
57"Petermally" - Anello (Autobianchi A112)
58"Oiram" - La Mantia (LANCIA Fulvia HF)
59Castelli - Mancini (Autobianchi A112)
60Messina - Perna (Simca Rally 2)
61Mazzola - Mazzola (Fiat 128)
62Savoca - Romeo (Simca Rally 2) 
63Pennisi - "Franco" (Fiat 124 S)
64Mercadante - Mercadante (Renault 5 Alpine)
65Bauzulli - Marsili (Fiat 127)
66Rizzo - Arcodia (Fiat 127)
67Ferrara - Panzeca (Fiat 127)
68Orlando - Coco (Fiat 128)
69Gianni - D'Alba (Fiat 131)
70Barone - Di Falco (Fiat 128 Coupé)
71Gentile - RAINERI (Alfa Romeo Alfasud TI)
72Grasso - Gatto (Simca Rally 2)
73Cardella - Grande (Fiat 124 C)
74Battipaglia - Calarca (Fiat 127 S)
75Giambrone - Puleo (Autobianchi A112)
76Alia - Imborgia (Fiat 127)
77Volo - Ferlicchia (Mini De Tommaso)
78Bonanno - Lombardo (Fiat 124 S)
79Ormezzano - Scabini (ALFA ROMEO Alfasud TI)
80Trapani - Travagliante (Simca Rally 2)
81Bignardelli - Lauricella (Opel Kadett GTE)
82Dean - Dean (Ford Escort RS)
83Gennuso - Tuttolomondo (Renault 5 Alpine)
84Currieri - Sperandeo (Fiat 131)
85FABRIZIO TABATON - Genovesi (Lancia Stratos)
86Argento - Fici (ALFA ROMEO Alfasud TI)
87"Jodolmar" - Bellavia (OPEL Kadett GTE)
88Avara - Avara (OPEL Kadett GTE)
89Ippolito - Fiandaca (Alfa Romeo Alfetta GTV)
90Gitto - Loriano (Autobianchi A112)
91D'Amico - Brucia (Fiat X1/9)
92ZAMBUTO - Vaina (Fiat 124 Abarth)
93Piraino - Fricano (Bmw)
94Martorana - Ignatti (Fiat 131 Racing)
95Cola - RADAELLI (Lancia Stratos)
96Barraja - Gattuccio (Porsche Carrera)
97NOBERASCO - Parlato (OPEL Kadett GTE)
98Crescimanno - Della Vedova (OPEL Commodore)
99Montalbano - Gaetani (Fiat 131 Abarth)
100Alaimo - Alaimo (LANCIA Beta)
101Maurici - Ferrare (OPEL Kadett GTE)
102Paola Baresi - Costa (Fiat 127 S)
103Tavaglia - Testa (Fiat 124 S)
104Ferrauto - Radosti (Renault 5 Alpine)
105Moscuzza - Buccheri (Fiat 128)
106Spanò - Gagliano (Autobianchi Al 12)
107Virzì - Leandro (Simca Rally 2)
108Bruno - Prestigiacomo (Fiat 131 Racing)
109Colimberti - Di Blasi (Fiat 124 S)
110Donato - Donato (Alfa Romeo GTV)
111Restivo - Marino (Volkswagen Golf GTI)
112Parlavecchio - Villa (OPEL Kadett GTE)
113Gioia - Geraci (Autobianchi A112)
114Caccamisi - Campagna (Fiat 128)
115Arezzi - Schembari (Renault Alpine Al 10)
116Gaiotto - Di Biasi (OPEL Kadett GTE)
117Migliore - Russo (Bmw 2002)
118"Tristan" - Fisicaro (Fiat 131 Abarth)
CAMPIONATO A112

1. GIANFRANCO CUNICO

Non poteva essere migliore il ritorno alle gare di Mario Mannucci, non dimenticato navigatore di Sandro Munari e con lui vincitore delle prime due edizioni del Rally di Sicilia. In coppia con Vudafieri si aggiudica la corsa, nonostante il lungo periodo di inattività.
Come sempre piena di emozioni (e di campioni in erba) la prima prova del Trofeo A/112. Questa volta la vittoria è andata al vicentino Cunico ed il terzo posto a Michele Cinotto. Le identiche posizioni saranno occupate dai due nel 1983, ma al volante delle Lancia Rally dello Junior Team.

Questo è l'anno in cui cessa il dominio Lancia, con la vittoria di Vudafieri - Mannucci su una Fiat 131 Abarth i quali, per tutto il rally, lottano con TABATON, Lancia Stratos...  

proprio nell'ultima prova speciale il genovese incappando in un'uscita di strada, è costretto ad abbandonare il duello.

Al secondo posto un'altra Fiat 131, quella di Pasetti, mentre in terza posizione giunge Cerrato con una Opel Kadett GTE.
 

La grinta di PRESOTTO su FORD ESCORT RS, quinto nell'assoluto. 

Ottimo sesto posto per la coppia femminile ANNA CAMBIAGHI / VITTADELLO su Lancia Stratos
 

Poca fortuna per "tramezzino" ORMEZZANO

Giovani talenti si affrontano sulle strade della Targa ecco Gianfranco Cunico vincitore del Trofeo A 112.

La classifica generale non ufficiale.

Aveva appena 19 anni Nicola Buttitta, navigatore di Giuseppe Turco sull'Alfasud Ti Gruppo 1 iscritta con il numero 176. La quinta P.S. della prima tappa, denominata "Piano Fate" risulta fatale al giovane palermitano, studente di giurisprudenza. La vettura dell'esordiente equipaggio locale vola in fondo a una profonda scarpata. Nell'incidente perde la vita il navigatore, sbalzato dall'abitacolo, mentre il pilota rimane seriamente ferito.

Le prove speciali SANTA LUCIA - FERLA - CASTEBUONO


GLI ISCRITTI

 
I PILOTI SICILIANI PROMETTONO FAVILLE di Dario Pennica.

Con la disputa della 63^ Targa Florio Internazionale di Sicilia, si apre ufficialmente la stagione agonistica siciliana. Attualmente, sono inserite in calendario ben 33 competizioni e di queste dieci sono rallies (di cui uno, la Targa appunto, europeo). Sembra quasi di essere tornati nel Veneto rallistico dei tempi andati. I piloti locali tra l'altro non si smentiscono: dai rallies sono venute infatti parecchie «cose» buone per l'automobilismo isolano. Dopo Alberto Carrotta, un altro palermitano è approdato alla «corte» della Opel. «Bronson» ha avuto infatti affidato dall'Associazione Nazionale Concessionari della General Motors Italia, la Kadett 2000 gruppo 2 (ex - Ormezzano), con la quale oltre che a questa Targa prenderà parte a tutti i rallies siciliani, ed alle principali prove del TRN zona centro-sud. Obbiettivo sarà proprio questo campionato. «Bronson» gareggerà per la scuderia Ateneo. Non certo a causa dell'ingresso in squadra del baffuto pilota palermitano, n'è fuoriuscito Alberto Carrotta, che comunque prenderà parte alla Targa-Rally a bordo di una R5 Alpine, gruppo 2 preparata da Terrosi, con la quale dovrebbe correre anche in Sardegna al rally della Costa Smeralda. Saranno i risultati a decidere se Carrotta, in coppia come sempre con Ornella Amara, disputerà il Campionato Italiano Rallies con questo gruppo 2 seguito con «molto» interesse dalla Renault Italia.
Chi si è invece «accasato» proprio con la casa transalpina, è Franco Di Lorenzo. Il pilota dell'Ateneo (vincitore della Coppa C.S.A.I. di velocità del gruppo 4 classe 1600) in coppia con Gaspare Gattuccio ha vissuto un esaltante finale di stagione, nel 78, con la partecipazione al Giro d'Italia ed ai rallies di Sanremo e dell'Autodromo di Monza, mettendosi sempre in mostra come pilota di indubbio valore. Gareggerà nelle prove del CIR con un'altra «5 Alpine», sempre preparata e assistita da Silvio Terrosi, ma la Renault Italia anche in questo caso e più che mai presente. Il simpatico e bravo preparatore senese poi, senz'altro perché aiutato dagli «exploit» di «Franchino» Di Lorenzo, ha invaso Palermo di queste scatenate «berlinette». Oltre alle due già citate, si hanno al via anche le gruppo 2 di «Steno»-Calabrese, e Beppe Lo Jacono in coppia con Marcello Pollara. Inoltre vi è pure il gruppo 1 di Ferrauto. Tutte le vetture sono abbastanza curate e ci faranno assistere a cose pregevoli. Riguardo alle Opel che sempre monopolizzano l'attenzione rallistica, segnaliamo la partecipazione di «Jodolmar» con una Kadett 1900, acquistata a Livorno e preparata dalla Irmisher in Germania e in grado di erogare ben 170 CV. Oltre che alla Targa questo pilota sarà presente in tutti i TRN del sud, in compagnia dell'esperto navigatore Ciocca, «retour» dal «Montecarlo».
Opel, anche per Mario De Luca e «Joker», due fra i più esperti e popolari piloti locali. Il primo ha acquistato la 1900 appartenuta a «Bronson» e curata da Achille Scuderi, mentre «Joker» condurrà la vettura con la quale Carretta ha vinto ben tre rallies.
Il gruppo 2 d'altronde è destinato quest'anno, in Sicilia, a dar vita ad una stagione di fuoco. Non bisogna sottovalutare infatti, Raffaele Picciurro. Ritoccata al meglio l'Alfetta GTV, Picciurro cercherà di ripetere le «performances» di dodici mesi addietro alla Targa-Rally, e di poco tempo fa al Conca d'Oro, dove arrivò secondo.
In gruppo 4, «Amerix» sarà al via con la Lancia Stratos appartenuta a «Glen-Livet». Correrà comunque solo questo rallye, in quanto le gare di velocità in «condominio» con Pippo Virzì. Stratos anche per Sergio Montalto, presente a tutte le competizioni motoristiche, siano esse per due o quattro ruote.
Da non trascurare ovviamente i gruppi delle vetture e di serie. Nella granturismo, oltre al presidente della scuderia Ateneo (che schiererà fra l'altro 31 equipaggi), Renato Barraja con la Porsche 3000 RSR, vi sarà «Apache» con una Porsche Carrera 2,7.
Nel primo gruppo, quello delle turismo di serie, oltre all'immancabile sfilza dei soliti ragazzi «terribili» abbondano le... «vecchie volpi».
Fra questi, Raffaele Restivo e Roberto Chiaramonte Bordonaro, con le Golf GT 1, gruppo 1 del Team Floridia. Bordonaro cercherà di fare nuovamente sul il prestigioso titolo di... «primo dei piloti siciliani».
Per concludere, ecco il ritorno nel «giro corsaiolo» di un pilota che ha fatto «epoca»: Pietro Lo Piccolo, il quale ha recentemente acquistato una Opel Kadett GT/E preparata da Conrero. Un rientro simpatico e gradito quello di Lo Piccolo, che dimostra come i rallies abbiano la capacità di risvegliare passioni che sembrano sopite, anche per chi ha appeso il tradizionale casco al chiodo.
Un incentivo in più quindi per praticare questa specialità, che soprattutto adesso in Sicilia vive il «momento d'oro». Purtroppo, all'entusiasmo dei piloti palermitani e siracusani, corrisponde l'immobilismo di quelli dell'altre province isolane, tranne rare eccezioni. Resta solo da augurarsi che i nuovi rallies inseriti in calendario assumano anche un valore di diffusione negli altri centri. Il rallismo siciliano ne ha bisogno. I rallies sono un campo dove i piloti siciliani possono esprimersi con profitto. La Targa Florio-Rally Internazionale di Sicilia, lo dimostrerà. (dal numero unico della 63^ Targa Florio).

Una "faticaccia,,... fare l'inviato ai Rallies
Cresce nel mondo la febbre dei rally: i giovani piloti, ma anche i veterani di cento battaglie, quelli che hanno saggiato la cruda bellezza delle corse su strada, com'era un tempo la Targa Florio, si adeguano alla moda ed entrano in lizza armati di tutto punto: autovettura opportunamente assettata; navigatore (o co-pilota, come egli stesso ha ottenuto di essere chiamato in omaggio al trionfale sindacalismo); cronometri in batteria; thermos del caffè; vanga per aprirsi la strada chissà dove. Fenomeno recentissimo proprio no, l'attività rallistica, però assurto agli onori della grande cronaca solo in tempi abbastanza recenti, essendo stato per molti anni più che altre l'hobby di facoltosi gentlemen-drivers in cerca di emozioni abbastanza forti ma non troppo.
Fenomeno abbastanza nuovo, dunque, capace però di coinvolgere nei suoi riti spesso misteriosi le grosse Case costruttrici di automobili che hanno visto in questa specialità fuoristradistica l'esaltazione del proprio prodotto e quindi un veicolo pubblicitario da non sottovalutare. Sapete come vanno le cose: se in gara c'è un pinco pallino qualsiasi con la sua vecchia berlina vabbè, la cosa può interessare lui ed i parenti stretti, ma se interviene la Fiat allora la musica cambia, sul fatto si gettano a pesce i grandi organi di informazione, ed i più qualificati cronisti vengono sguinzagliati sull'avvenimento come cani sull'osso da spolpare.
Non vorrei peccare di spirito di parte o di esibizionismo, ma mi sembra interessante divulgare l'atteggiamento, le mosse, i trionfi, le disfatte del giornalista inviato — o invitato — ai rally: è uno spaccato semiserio, premetto subito, della vita dei nostri giorni, come sul dirsi, che potrà interessare più d'uno degli amici spettatori della gara siciliana (alla quale il sottoscritto è legato sentimentalmente da un'ondata di ricordi spettacolari e folkloristici, taluni drammatici, tutti molto affascinanti).
Dunque, bisogna subito dire che l'inviato ai rally è come la moglie di Cesare, al di sopra di ogni sospetto. Cioè, ogni cosa che lui dica e scriva deve essere accettata come verità sacrosanta e incontrovertibile: questo dogma è alla base di tutto. Egli distilla fatti e notizie, e le labbra riarse del pubblico si beano di queste gocce di rugiada. Egli spezza il pane della scienza rallistica per lo stuolo fortunato dei lettori, ma questo impone dei grossi sacrifici, delle privazioni che è molto difficile superare. Vediamo quali sono i principali tormenti del grande inviato dei rally, quello che scrive per un giornale quotidiano, che abbia cioè più impellenti necessità di contatto con la macchina da scrivere e col telefono.
Il grande inviato dei rally è condannato a non vedere un solo chilometro di corsa, una sola prova speciale, un solo passaggio in quel punto tremendo di strada in cui la classifica può trovare la sua nuova sistemazione. La notte del Turini affollata dalle trentamila ombre di patiti del Montecarlo; il guado keniano spettacolare e micidiale trappola del Safari; l'eccitantissima corsa delle auto sulla pista dell'ippodromo ghiacciata da quaranta gradi sotto zero lassù nel rally di Svezia, hanno nel grande inviato il testimone più assente del mondo. Il suo grande segreto è nulla vedere e invece tutto ascoltare, ma dopo, a cose fatte, quando primattori, generici e comparse rientrano alla base e sono prodighi di informazioni capaci di calare il giornalista in una realtà delle cose accettata da lui e quindi accettabilissima dalla folla sterminata dei suoi lettori affezionati.
Somma è l'angoscia del grande inviato per questa strana situazione per cui è costretto a sapere dalla bocca altrui, non sempre fedelissima alla verità, ciò che avrebbe dovuto vedere: ed egli è costretto a vincerla in qualche modo.
Scende negli alberghi migliori; si concede pasti raffinati e corroboranti; indugia parecchio nella scelta dei vini, di cui quasi sempre è profondo estimatore; si concede una puntata al tavolo verde laddove, come a Montecarlo, è questa la principale attrazione del luogo; passeggia aspirando a larghe sorsate l'aria inconsueta di posti assai strani; intreccia amene conversazioni con i colleghi, come lui condannati a una vita sì grama.
Dopo tanto soffrire, arriva finalmente il momento della verità, l'ora in cui bisogna pur giustificare la presenza al seguito del rally. Si va a produrre, a lavorare. La sala stampa in genere è molto accogliente, si può bere un drink e scambiare due parole con un'amabile hostess; poi, c'è sempre qualche collega che ha già fatto i conteggi delle classifiche, quei tremendi conteggi di tempi e penalizzazioni che rendono ancor più amara l'esistenza del grande inviato dei rally. Basta copiare, e trarre le conseguenze dell'operazione in chiave di classifica; e intanto arrivano piloti e direttori sportivi a spiegare perché si è vinto e perché si è perso, perché si è finiti fuori strada in quella prova speciale e perché le gomme che sembrano perfette si sono improvvisamente trasformate in caciotte.
A questo punto il grande inviato è già molto stanco, ma deve necessariamente adempiere al suo dovere principale, quello della distillazione delle verità della corsa che sta seguendo infaticabilmente, amorevolmente direi quasi: si getta sulla portatile e compone il suo pezzo, abbranca il telefono e detta al giornale. Poverino, direte voi, almeno però adesso è finita! No, amici, ancora non è finita, la giornata del grande inviato: non deve egli partecipare a una cena elegante? Non andrà poi a bere champagne con qualche direttore sportivo, per fregargli non la graziosa amichetta ma importanti segreti di corsa? O volevo dire il contrario?
Beh, lasciamo stare: adesso è veramente tardi, ma è anche l'ora in cui rientrano i colleghi fanatici e faziosi, quelli che vedono e fotografano tutto dei rally; sono vestiti da abominevoli uomo delle nevi o da Tarzan della giungla, secondo la latitudine della gara, sono stanchi morti ma hanno un folle lampo di felicità negli occhi. E' troppo, per il grande inviato: non gli resta che precipitarsi nel suo letto da 80.000 a notte. Ne avrà per almeno dieci ore, e domani si ricomincia...
Renato D'Ulisse (dal numero unico della 63^ Targa Florio).
Il "ginseng,, per la Targa è la formula Rally
La Targa Florio lotta con tutta la forza della sua tradizione e del suo fascino per non morire. Non è la prima volta che le capita nella sua lunga e travagliata storia, ma ogni volta ha saputo sopravvivere e rinascere sotto altra veste, ritrovando nuova vitalità.
L'ultimo colpo avverso sembrava dovesse essere mortale per la grande corsa ideata da Vincenzo Florio all'inizio del secolo. Già la Targa aveva perduto parte del suo valore per la ridotta partecipazione dovuta al declassamento del Mondiale Marche; gli incidenti dell'edizione di due anni fa pareva dovesse relegarla nel novero dei soli ricordi. Ma non è stato così. La forza di volontà dei dirigenti dell'AC Palermo l'amore di tutti gli appassionati dell'automobile in Sicilia a questa gara che ha costituito per decine di anni il meglio dell'automobilismo mondiale sia sotto il profilo tecnico che agonistico, hanno fatto reperire immediatamente il modo di continuare la tradizione e prolungare nel tempo il libro d'oro della più vecchia corsa del mondo.
A parte la rinascita della Coppa Florio, gara diversa, ma sotto certi aspetti, continuazione della Targa, dopo esserne stata il prologo nel primo '900, si è varato questa formula Rally che aderisce tra l'altro ad un momento storico dell'automobilismo mondiale.
La Targa così è tornata a fare cronaca sui giornali, acquistando anche un'eco internazionale.
E' certo che la gara farà il suo bravo cammino nella scala dei valori internazionali, perché il fascino della sua sigla, la capacità degli organizzatori, la passione dei concorrenti, la validità e la difficoltà del percorso — che pur diverso del vecchio circuito delle Madonie ne ha più o meno le stesse caratteristiche — costituiscono tutti validi motivi per una sua maggiore affermazione.
Un'altra componente è stata alla base dei successi della vecchia Targa. La partecipazione e l'attaccamento del pubblico. Forse essa ha finito anche per essere la causa principale, od almeno una concausa determinante, nelle difficoltà incontrate dalla corsa delle Madonie per la sopravvivenza, ma le centinaia di migliaia di persone che si assiepavano lungo i tortuosi 72 chilometri del circuito erano un elemento indimenticabile per i concorrenti e per i cronisti.
Oggi questa folla non c'è più. E' il solo vero mutamento che la Targa, ha subito passando da gara di velocità a rally.
Un tempo, la Targa era una festa popolare, di folla. Chi andava alla Targa partecipava ad una festa campestre oltre che ad uno spettacolo, a volte si interessava relativamente della corsa almeno al di là di chi fosse il vincitore od i principali protagonisti.
Oggi invece il pubblico è fatto di soli competenti, di appassionati veri non tanto alla visione di una macchina che sfreccia o romba quanto a calcoli precisi al centesimo di secondo sui vari tratti. E' diventata una gara di elite, ma un'elite particolare, di giovani soprattutto che fanno anch'essi attività motoristica o desidererebbero farla, a distanza di tempo più o meno breve, e non potendola per il momento praticare si contentano di parteciparvi per interposte persone, che sarebbero i veri concorrenti. E' un pubblico che non segue solo i migliori, ma anche gli altri, perché molto più che nelle corse di velocità, dove al di là dei primi le classifiche contano poco o niente, qui anche un posto d'onore, od addirittura entrare nei primi 30 o 50 costituisce un titolo sportivo di merito.
Nella vecchia Targa contava il successo che faceva colpo. Qui vale anche solo parteciparvi, secondo il principio olimpico che rimane valido anche in questo sport mai compreso nelle Olimpiadi.
La Targa insomma, beffandosi ancora una volta del passare del tempo e di chi da sempre le ha fatto la guerra, pur dietro il paravento di sacrosanti principi come la sicurezza dei partecipanti e degli spettatori, è addirittura ringiovanita. Ha ricominciato la sua storia quasi dall'infanzia potremo dire sicura di arrivare sulla scorta della vecchia esperienza e dei suoi antichi meriti alla pubertà ed alla maturità, raccogliendo nuovi successi con la nuova formula Rally. Ed anche in questa rinascita adrà un peso notevole il pubblico con la sua affluenza, la sua partecipazione ed il suo comportamento.
Mario Vannini (dal numero unico della 63^ Targa Florio).
DOVE ERO ? Non ricordo.