23^ TARGA FLORIO

8 maggio 1932

1

ALFA ROMEO 8C 2300 (#10) - TAZIO NUVOLARI  GIRO VELOCE

KM. 576,000

PICCOLO CIRCUITO in 7h. 15' 50" 79,297 kmh. 8 giri - part. 16 class. 6

2

ALFA ROMEO 8C 2300 (#6) - BACONIN BORZACCHINI 

3

BUGATTI TYPE 51(#5)  - LOUIS CHIRON / ACHILLE VARZI

4

ALFA ROMEO 8C 2300 (#13) - PIETRO GHERSI / ANTONIO BRIVIO

5

MASERATI 8C 2800 (#8) - AMEDEO RUGGERI

6

O.M. 665 (#3)  - SILVIO  RONDINA
ritFIAT 509 (#14) - EMANUELE DE MARIA
rit
MB MASERATI BUGATTI SPECIALE (#11)  - CLEMENTE BIONDETTI

rit

BUGATTI TYPE 35 (#9)  - ARCHIMEDE ROSA

rit

ALFA ROMEO 8C 2300 MONZA (#4) - ANTONIO BRIVIO CHE AL 4° GIRO SALE SULLA MACCHINA DI GHERSI

rit

BUGATTI TYPE 51 (#12) - ACHILLE VARZI CHE AL 5° GIRO SALE SULLA MACCHINA DI CHIRON

rit

BUGATTI TYPE 37 A (#2) - CARLO CAZZANIGA

rit

ALFA ROMEO 6C 1750 (#1) - GUIDO D'IPPOLITO

rit

MASERATI 26 M (#7) - LUIGI FAGIOLI

rit

BUGATTI TYPE 37 A (#16)  - FRANCESCO SALTARELLI

rit

FIAT 509 (#15) - VINCENZO SCIANDRA

Dopo la parentesi sul grande circuito, Florio, data la nuova condizione delle strade, poté studiare un nuovo percorso di 72 chilometri che fu chiamato piccolo circuito e diede la nomina di « medio » a quello usato nel dopoguerra. Il volto della Targa ne risultò profondamente mutato : la media fu elevatissima per il minor numero di curve e salite; i passaggi dei corridori si sus­seguirono così ancor più velocemente di quanto non implicasse la brevità del percorso.
Nuvolari già al primo giro otteneva la media di Kmh 81,432; al secondo quella record, leggermente superiore, di Kmh 81,672. Dopo gli otto giri della corsa, Nuvolari era ancora in testa ed aveva dato da solo uno spettacolo di ardimento senza bisogno di un competitore che lo spronasse per puro desiderio di velocità. La media complessiva era infatti di oltre 72 Km. h. Secondo giungeva comunque Borzacchini (a 6 minuti) il quale, come è evidente dal distacco non eccezionale, aveva dato prova di classe e regolarità concludendo in crescendo. Terzo Chiron, sostituito agli ultimi giri da Varzi che si era ritirato con la sua Bugatti per noie meccaniche.


 Ancora un nuovo circuito per la Targa che consentirà medie elevatissime per i concorrenti ed ancora una vittoria per il grande Tazio Nuvolari su Alfa Romeo, autore di una media oraria rimasta insuperata per ben ventuno anni.

Sosta al box dell' ALFA ROMEO 8C di ANTONIO BRIVIO che al 4° giro abbandona e sale sulla macchina di GHERSI portandola al 4^ posto assoluto.
 

 

Poca fortuna per la MB di Biondetti un ibrido Maserati - Bugatti, ritiro al 4^ giro.

Nuvolari, Varzi, Borzacchini, Fagioli...
Vince Nuvolari, su Alfa, a quasi 80 di media. Al manipolo di tifosi ("manipolo" è parola di moda nel 1932!) che portano in trionfo Nuvolari, si accoda un fattorino del telegrafo. Tifoso? No, postelegrafonico. Deve consegnare al campione un telegramma urgente.
E' Gabriele d'Annunzio, che ha sentito la notizia alla radio e ha voluto esprimere le proprie felicitazioni in quel suo stile così poco telegrafico:
"Tu ti ricordi che nell'accomiatarti io sorridevo da una parte sola del viso comandandoti di vincere la prova di Sicilia, e tu non hai dimenticato il nostro patto. Nel separarci eravamo entrambi sicuri e perciò non mai commiato di compagni fu più bello. Sono con te e con i tuoi emuli stasera nella terra che il grande imperatore chiamò splendidissima. Ti abbraccio". Autorevolissimo, il telegramma passa da una mano all'altra. C'è qualcuno, poco incline alla poesia, che prova a sorridere da una parte sola, come aveva fatto D'Annunzio. Ma non gli riesce. Vittorioso, Nuvolari ride da tutt'e due.
Targa Florio 1932 ...... quel Nuvolari raccontato da Enzo Ferrari .....
“ .... Cinque anni dopo Tazio Nuvolari entrò nella Scuderia Ferrari, della quale doveva divenire in breve il portabandiera. Già allora era quell’uomo spiccio e caustico che in seguito pochi amici poterono conoscere nell’intimo. Ricordo una Targa Florio, nel 1932, quella che doveva vedere un suo memorabile trionfo, permettendogli di stabilire un primato che soltanto vent’anni dopo, nel ’52, sarebbe stato superato. Alla partenza da Modena, nel salutarlo, gli dissi che gli avevo fatto prendere il biglietto di andata e ritorno. Mi rispose: “Dicono tanti che sei un bravo amministratore, ma mi accorgo che non è vero. Dovevi farmi prendere solo il biglietto di andata, perchè quando si parte per una corsa bisogna prevedere la possibilità di tornare in un baule di legno”. Mi aveva chiesto, per quella spedizione in Sicilia, un meccanico che pesasse poco, come Lui, e magari anche meno. Si sa che la Targa Florio, come la Mille Miglia di allora, si doveva correre in coppia. Così gli presentai Paride Mambelli, un adolescente forlivese che mi aveva proposto Gigione Arcangeli. Tazio guardò il ragazzo, gli chiese se avesse paura di fare la corsa al suo fianco, infine lo consigliò di stare attento alle sua grida ch’egli avrebbe lanciato ogni volta gli toccasse d’abbordare una curva troppo forte, così da prevedere un’uscita di strada. A ogni suo grido, Paride avrebbe dovuto buttarsi sotto il cruscotto, perchè la centina di sostegno potesse proteggerlo in caso di capovolgimento. Al ritorno da Palermo, chiesi a Paride com’era andata, ed egli candidamente rispose: “Nuvolari ha cominciato a gridare alla prima curva e ha finito all’ultima. Così sono rimasto rannicchiato di sotto per tutta la gara”. Un altro episodio di Targa Florio mi ricorda un aspetto poco noto del grande campione: un Nuvolari patito ed imprevedibile. Era in allenamento con Campari, gli faceva da passeggero. A una curva trovarono del brecciolino gettato sul catrame fresco, slittarono, e uscirono di strada. Campari fece in tempo a gettarsi fuori. Nuvolari precipitò con la macchina per una scarpata profonda una trentina di metri. Dopo il tonfo, un silenzio pauroso. Campari , illeso, si mise a gridare : “Tazio, Tazio !”, calandosi fra i sassi e cespugli. Quel silenzio lo metteva in orgasmo. Arrivò sino in fondo, guardò nella macchina sconquassata: Tazio non c’era. “Tazio, in dov’è che te set ?”, gridò disperato. E l’omarino spuntò, finalmente, dall’erba medica, col dito sul labbro per imporgli il silenzio: “Zitto” disse “che c’è un nido di quaglie, e i quagliotti appena nati. Vieni a vedere”. Non aveva dimenticato di essere la più celebrata doppietta del paese ... “. (da : “Le briglie del successo” di Enzo Ferrari).