targa florio
6^ GIRO DI SICILIA

26/27 aprile 1930

1
O.M. 2000 - ARCHIMEDE ROSA / MORANDI
 KM.  965
GIRO DI SICILIA in 12h. 27' 01" 78,318 kmh. in 2 tappe - part. 27 class. 16

2
ALFA ROMEO 1750 S - GASPARIN / ARCANGELI
3
ALFA ROMEO 1750 S - MAGISTRI / GUIDOTTI
4
LANCIA - STRAZZA / VIGO
5
O.M. - BALESTRERO / GAZZABINI
6
MASERATI - PRINCIPE DI CERAMI / PLOMITALLO
7
ALFA ROMEO - TRANCHINA
8
LANCIA - CLAVES / TRASSARI
9
ALFA ROMEO - PARLATO
10
ALFA ROMEO  - LO PRESTI / GUIDO
11
FIAT - D'AMICO / FINOCCHIARO
12
FIAT - JACONO / CARUSO
13
FIAT - GIARDINA
14
ALFA ROMEO - NINA LO BUE / VINCENZO LO BUE
15
FIAT - VANNUCCI / LA ROSA
16
ALFA ROMEO - D'AGATA / GUZZARDI

Si ripete il duello tra l'Alfa-Romeo e l'O.M. e ancora una volta si impone quest'ultima con Archimede Rosa e Morandi

 

Ottimo secondo posto per la coppia GASPARIN / ARCANGELI su ALFA ROMEO 1750 S.

ALFA ROMEO 1750 S - MAGISTRI / GUIDOTTI
 

La MASERATI del PRINCIPE DI CERAMI
 

 La coppia Nina e Vincenzo Lo Bue, per la seconda volta al Giro di Sicilia.

Alla partenza la BUGATTI del Barone Amedeo SILLITTI, perito ad Acireale in seguito ad un urto fatale, mentre la Signora che gli era compagna nella tragica corsa, rimaneva lievemente contusa.

Dal libro "Il mitico Giro di Sicilia" di Pino Fondi

Nel 1930 la OM si ripeté ancora con un successo più eclatante. Ciò dovuto soprattutto alle ideali condizioni atmosferiche, oltre all'incremento in "cavalli" del motore bresciano. A ciò aggiungasi anche l'apporto notevolissimo della indovinata coppia Archimede Rosa - Giuseppe Morandi.
Questa volta, Rosa non aveva più bisogno di guidare da solo. Egli si alternò egregiamente al volante con Morandi, il quale era in grado di tenere gli stessi tempi del compagno di bordo. Per cui, la corsa della OM dei due bresciani fu un autentico monologo per tutti i 975 km e sempre in testa in tutti i controlli con largo margine sulle solite avversarie Alfa Romeo. Queste ultime erano però le 1750 Sport spider, più potenti quindi delle 6C 1500 S e sempre maneggevoli quanto esse.
L'Alfa Romeo, però, non partecipava ufficialmente: le due 6C 1750 Sport erano state inviate da Milano a Palermo e messe a punto nell'officina di Carlo Gasparin. Con una di esse correva lo stesso Gasparin in coppia con Luigi Arcangeli; con l'altra, Costantino Magistri e Giovanbattista GUIDOTTI. Arcangeli, audace ed irruente, proveniva dalle competizioni motociclistiche e ora si stava imponendo anche nelle quattro ruote. Le due Alfa, malgrado i loro piloti avessero gareggiato con una condotta da manuale, non poterono contrastare
la marcia della più calibrata OM di Rosa e Morandi. Esse si alternarono fra il secondo e terzo posto assoluti, controllo dopo controllo.
La OM partecipava con la 2 litri di Rosa - Morandi e anche con l'altra di Balestrero e GAZZABINI.
A contrastare la corsa delle due Alfa di Magistri - GUIDOTTI e Gasparin - Arcangeli ci si mise leoninamente Gildo Strazza, che faceva coppia con Vigo, al volante della potente, ma lunga e non molto maneggevole Lancia Lambda con motore 2570 cc.  Alla fine egli ottenne il quarto posto assoluto. La OM vincitrice impiegò 12 ore 27'01" per compiere i 975 km del percorso, correndo alla media di km/h 78,318. Così il primato dello stesso Rosa dell'anno prima venne abbassato di ben oltre due ore!
Il risultato fece sensazione in tutti. Erano in gara anche altre OM 2 litri private come quelle di Amedeo Ruggeri, Cortese e Napoli, D'Agata e Guzzardi, Giuseppe Sutera. Fra esse si comportò meglio quella di Cortese - Napoli. Dopo Agrigento, però, a causa di una grave avaria alle balestre posteriori, essa dovette cedere.
Purtroppo, quella sesta edizione del Giro di Sicilia venne funestata da un evento mortale, del quale fu sfortunato protagonista il barone Amedeo SILLITTI. Egli era in corsa con una Bugatti 3 litri di serie. AI suo fianco aveva come compagna di bordo la moglie, gentildonna coraggiosa e sportiva. La Bugatti con il numero 28 era partita sei minuti dopo la mezzanotte. Aveva superato il controllo di Messina alle ore 4,19' del mattino. Sino ad allora aveva marciato benissimo.
Era quarta assoluta dietro l'Alfa di Magistri. SILLITTI, pilota esperto e temerario fra i migliori di quel periodo, aveva guidato con eccezionale determinazione. La sua Bugatti, potente ma dal passo lungo, non era affatto maneggevole come le OM e le Alfa 1750. Dopo avere superato Messina, nel tratto verso Catania, egli sperava di realizzare tempi ancor più veloci e ci stava certamente riuscendo. Nei pressi di Acireale gli si parò davanti una curva che affrontò come tutte le altre. Ma quando stava per compiere la giusta traiettoria una ruota posteriore della sua Bugatti montò su un grosso sasso seminascosto. Per un effetto di squilibrio di pesi, il veicolo improvvisamente si sollevò posteriormente e girandosi su se stesso capottò. Il povero SILLITTI urtò con violenza il capo sul terrapieno restando ucciso sul colpo. La moglie, invece. fu più fortunata riportando non gravi ferite.
Quando la notizia della scomparsa di SILLITTI arrivò più tardi alla direzione corsa del Real Parco Favorita a Palermo, Florio e i suoi collaboratori ne restarono scossi. SILLITTI era un grande sportsman. autentico signore nella vita come al volante.