70^ TARGA FLORIO

12/14 giugno 1986

1
LANCIA DELTA S4 - DARIO CERRATO / "GEPPI" GIUSEPPE CERRI
KM.  977,320
2 tappe - 18 prove speciali - iscr. ?? part. 79 class. 42 

2

PEUGEOT 205 T16  - ZANUSSI / AMATI

3
LANCIA RALLY 037  - BOSSINI / PASOTTI
4

  LANCIA RALLY 037- ERCOLANI / ROGGIA

5

  LANCIA RALLY 037 - "NINNI" RUNFOLA / VALENTINA POLI

6

FORD ESCORT RS T  - CANEVA / RICCARDI

7

PORSCHE 911 SC  - PELLERITO / MAURO

8
PORSCHE 911 SC  - VAZZANA / GENOVESE
9
OPEL KADETT GSI  - MILANESI / BIANCHI
10

OPEL MANTA GTE  - TULINI / DEGL'INNOCENTI

11Fabbri-Cecchini (Opel KADETT GSI)
12SERGIO Montalto - "FLAI" VALERIA ALBAMONTE (Alfa 75 6V)
13 Simonini - Cigala (Audi Coupé Quattro)
14Moscato - Lotti (Audi Coupé Quattro)
15Folco - SGHEDONI (Ford Escort RS T)
16Maneo - Zangrandi (Peugeot 205 GII)
17Stagno - Palazzolo (Ford Escort RST)
18G. Anastasi - Cilano (Fiat Uno Turbo)
19Pelli - Martino (Peugeot 205 GII)
20"Gordon" - Cicero (Fiat Uno Turbo)
21Prisca Taruffi - Lungo (Peugeot 205 GTI)
22Brancato - Brancato (Opel Manta GTE)
23 Cacciami - Pavarotto (Peugeot 205 GTI)
24 N. Anastasi - Saladino (Fiat Uno Turbo)
25 Giacobbe - Tignino (Peugeot 205 GTI)
26 "M. Arriva" - "Blue" (Fiat Uno Turbo)
27 Latteo - Giambertoni (Fiat Uno Turbo)
28 Noto - Tumino (Fiat Uno Turbo)
29 "Erreci" - Gianlongo (Renault 5 GT Turbo)
30 Bottone - Feo (Ford Escort RS T)
31"Wood" - Ferrara (Opel Corsa GSI)
32 Gabriella Ferraro - Foti (Volkswagen Golf GTI)
33 "Brux" - "Sagj" (Opel Manta GTE)
34 Valenziano - Olvback (Opel ASCONA 400)
35 Martorana - Incrapera (Peugeot 205 GTI)
36 Zito - Guzzardi (Fiat Uno Turbo)
37 Gagliano - Gagliano (TALBOT Samba Rally)
38 Zummo - Mingoia (Alfasud Sprint)
39Veninata - Schembari (Autobianchi Al 12)
40 Di Lorenzo - Carrubba (Alfasud TI)
41 Severino - Polizzi (Fiat 127 Sport)
42 Di Cesare - Speciale (Fiat Panda 45)
TROFEO FIAT UNO1. FASSINA - BILIANI 2. TAGLIAPIETRA 3. FERRECCHI

Ancora un cambiamento di data; la Targa Florio passa al 12-14 giugno, tornando però su due tappe. È questo l'anno dei «mostri» del gruppo B. La gara viene vinta dalla Lancia Delta S4 di Cerrato - Cerri. davanti alla Peugeot 205 T16 di Zanussi - Amati; a seguire quest'ultimo equipaggio è sceso in Sicilia lo «stato maggiore» della Peugeot TALBOT Sport, con il d.s. Jean Todt ed il suo «vice» Jean Pierre Nicolas.
Non ha avuto molta fortuna l'equipaggio argentino Recalde -Del Buono. I due si sono infatti dovuti ritirare per noie meccaniche alla Alfetta GTV 6 gruppo A del team di Maurizio Verini. Due anni dopo la vittoria del padre, «Tony», nella Targa Florio, il figlio di questi, Alessandro FASSINA, tiene alti i colori della sua famiglia, vincendo la prova del Trofeo Fiat Uno.

Grande interesse nel 1986 per la lotta fra la Peugeot 205 T 16 di Zanussi e la Lancia Delta S4 di Cerrato; sarà nuovamente quest'ultimo ad avere la meglio,
staccando di oltre 4' l'avversario, dietro al quale si piazzano le Lancia Rally di BOSSINI, ERCOLANI e Runfola.
L'argentino Recalde (Alfetta GTV) è costretto al ritiro.
 

RUNFOLA su LANCIA RALLY 037 ottimo quinto assoluto e primo dei siciliani.

TABATON

 

ERCOLANI

DEL ZOPPO 

Comincia a correre un certo TOTO' RIOLO.

Per festeggiare degnamente l'anniversario degli 80 anni l'Automobile Club Palermo decide di riportare sul Piccolo Circuito, ma con la formula del rally, le vetture protagoniste degli anni d'oro, dalle vecchie Bugatti ai Prototipi degli anni Settanta. La Targa Florio Storica si disputa il 12 ottobre e riscuote un successo incredibile. La Porsche invia una 908/03 con Redman ed una 904 GTS per Rohrl. Fra i prototipi ci sono anche le Ferrari di Schetty e Riolo, e poi tante 250 GTO, alcuni splendidi esemplari di Testarossa, Maserati e Lancia, e le inglesi Jaguar E TYPE e Lotus Elan. I concorrenti provengono da tutto il mondo. I settantadue chilometri vengono suddivisi in quattro prove speciali e percorsi tre volte. Così come nel 1970 la più veloce è la Porsche di Redman, ma la vittoria nella gara con validità FIA va alla coppia Schon - "Apache" su Lotus 23 Sport.
LA RIEVOCAZIONE STORICA

 

Sandro Picone, 33 anni ucciso dall' ossido di carbonio
TARGA FLORIO L' AUTO DIVENTA CAMERA A GAS MUORE UN PILOTA
Da la Repubblica - Venerdì, 5 luglio 1985 - di ATTILIO BOLZONI
PALERMO - Un' auto trasformata in una camera a gas. Una marmitta che si buca e le esalazioni di ossido di carbonio che uccidono un giovane pilota e avvelenano il suo
navigatore. Una morte lenta, lungo le tortuose strade della targa Florio; la prima tappa del 69 Rally Internazionale di Sicilia si è conclusa con una tragedia ancora
inspiegabile: Sandro Picone, 33 anni palermitano, cardiologo di professione, pilota per hobby è morto pochi istanti dopo l' ultima prova speciale in programma. Un arresto
cardiocircolatorio: provocato, dice il referto medico, dall' inalazione dell' ossido di carbonio che aveva invaso l' abitacolo della sua Alfasud. ll gas ha tramortito anche il
suo navigatore, Michele Russo, 30 anni, ricoverato adesso in ospedale per avvelenamento. Per i due giovani, L'avventura della targa Florio, uno tra i più avvincenti rally europei, è finita qualche minuto dopo le quattro a pochi chilometri da Corleone nelle campagne del bosco della Ficuzza. Sandro Picone e Michele Russo, a bordo di un' Alfasud spint con il numero di targa 34, avevano appena terminato la prima notte di gara. Un attimo dopo il navigatore è svenuto. I primi soccorsi e poi la scoperta: Sandro Picone, immobile sul sedile dell' auto, era morto. I medici dell'ospedale di Corleone, dove il pilota è stato trasportato dagli organizzatori, hanno subito stabilito la causa del decesso: intossicazione da ossido di carbonio. Molto confusa, invece, la dinamica dell' incidente che avrebbe provocato la fuga gli gas nell'abitacolo dell' auto. C' è una versione ufficiale fornita dai giudici di gara: l`ossido di carbonio sarebbe fuoriuscito dal tubo di scarico e penetrato poi all' interno dell'Alfasud attraverso alcune fessure sulla "pancia" dell' auto. Il tubo di scarico, spezzato molto probabilmente da una grossa pietra urtata all' inizio dell' ultima prova, avrebbe riversato tutto il gas velenoso dentro I' auto. Una dinamica molto complessa che ha sollevato non pochi dubbi. Sull' incidente è stata infatti aperta un' indagine e l' Alfasud di Sandro Picone da qualche ora è sotto sequestro nel cortile della caserma dei militari di Corleone. Sulla tragedia, neppure il navigatore Michele Russo ha saputo offrire particolari più precisi. Poco prima del ricovero in ospedale è riuscito soltanto a bisbigliare poche parole agli organizzatori: "Alcuni chilometri prima dell' arrivo a Ficuzza ho detto a Sandro di fermarsi... Stavo troppo male. Ma lui non ha voluto ascoltarmi: stiamo arrivando, diceva, resisti". I carabinieri e i tecnici tentano adesso di ricostruire come l' Alfasud si è trasformata in una camera a gas, ma gli esperti di rally commentano un po' perplessi: "Un incidente davvero molto strano, non sappiamo come possa accadere quello che sostengono gli organizzatori anche se, con i caschi addosso, i due piloti non hanno sicuramente avvertito il gas che stava invadendo tutto l' ambiente". Un' ipotesi l'avanza Giovanni Sutera, ex pilota, meccanico specializzato in auto da rally, 13 targhe Florio corse negli ultimi anni: "Di solito, quando si corre una gara come questa, i finestrini delle auto vengono lasciati aperti per evitare che all'interno ristagnino sostanze nocive al pilota". Gli addetti ai lavori sono però tutti d'accordo su un punto: "Troppi giovani vanno allo sbaraglio. Salgono a bordo di un' auto non sempre in perfette condizioni e non sempre offrono garanzie di una seria preparazione tecnica". Come questa notte alla targa Florio: due incidenti dopo poche ore di gara: un' auto è volata su una decina di spettatori ferendo gravemente una donna e nn'altra è scivolata in una scarpata dopo aver affrontato una curva ad altissima velocità.
DAL NUMERO UNICO DELLA 70^ TARGA FLORIO:
LE PS della 70a Targa Florio
PRIMA TAPPA
12 giugno, ore 22.01 Palermo, P.za Politeama: inizio partenze prima tappa.
Itinerario: Palermo, Villabate, Autostrada A 19, Svincolo Bonfornello, S.S. 113, Tribune Cerda, Cerda, S.S. 120, Bivio Sclafani, Bivio Caltavuturo, Bivio Polizzi, Polizzi, Portella Colla, Piano Zucchi, Collesano, Lascari, S.S. 113, Santa Lucia, Campella, Bivio Presti, S.P. 9, A 19, S.S. 113, Lascari, Gratteri, Piano Fate, Bivio Isnello, Aquileia, Castelbuono, Ceraci, Bivio Madonnuzza, Petralia Sottana, Castellana, Polizzi, Portella Colla, Piano Zucchi, Collesano, Campofelice, Termini Imerese, Cangemi, Caccamo, Bivio Montemaggiore, Montemaggiore, Aliminusa, Bivio Cerda, S.S. 120, Bivio Sclafani, Bivio Caltavuturo, Bivio Polizzi, Collesano, Lascari, S.S. 113, Bivio Campofelice, Tribune Cerda
SECONDA TAPPA
13 giugno, ore 22.01 Tribune Cerda: inizio partenze seconda tappa
Itinerario: Tribune Cerda, Cerda, S.S. 120, Bivio Sclafani, Bivio Caltavuturo, Bivio Polizzi, Polizzi, Portella Colla, Piano Zucchi, Collesano, Lascari, Gratteri, Piano Fate, Bivio Isnello, Aquileia, Castelbuono, Ceraci, Bivio Madonnuzza, Petralia Sottana, Castellana, Polizzi, Portella Colla, Piano Zucchi, Collesano, Lascari, S.S. 113, Santa Lucia, Campella, Bivio Presti, S.P. 9, A 19, S.S. 113, Lascari, Gratteri, Piano Fate, Bivio Isnello, Isnello, Collesano, Campofelice, S.S. 113, Termini Imerese, Cangemi, Caccamo, Bivio Montemaggiore, Montemaggiore, Aliminusa, Bivio Cerda, S.S. 120, Bivio Sclafani, Bivio Caltavuturo, Bivio Polizzi, Collesano, Campofelice, S.S. 113, Tribune Cerda
SI TORNA ALLE TRIBUNE DI CERDA

La Targa Florio, la corsa più antica del mondo, festeggia gli ottant'anni con la 70a edizione che si svolgerà dal 12 al 14 giugno 1986. In occasione di questo importante anniversario la corsa siciliana si presenterà con interessanti e rilevanti novità. Innanzitutto l'arrivo della prima tappa, la partenza e l'arrivo della seconda avverranno dinnanzi alle Tribune di Cerda, l'antica "FLORIOPOLI" teatro, dal 1910 al 1977, della Targa Florio di velocità. Erano ben 9 anni che questa antica tradizione era stata abbandonata. E stata modificata anche la data di svolgimento che, dopo lo spostamento avvenuto lo scorso anno dal periodo di marzo al mese di luglio, viene quest'anno anticipata alla metà di giugno, in un periodo climaticamente più favorevole e vicino alla tradizionale collocazione primaverile della Targa Florio di velocità. Cambia infine il percorso di gara, adeguandosi alle nuove tendenze che hanno portato ad una riduzione delle distanze e ad un contenimento dei tratti di trasferimento per andare sempre più incontro alle esigenze dei piloti privati.
La 70a Targa Florio, sponsorizzata da IP e da Sicilcassa si svolgerà quindi su due tappe e non più su tre. La prima sarà di 494,820 km di cui 280,190 di tratti cronometrati, per complessive 12 Prove Speciali. La seconda è articolata, invece, su 14 Prove Speciali (per km 309.4101 con un percorso di 482,500 km. È stata abolita la prima frazione di gara con Prove Speciali su terra, inserita in via sperimentale lo scorso anno. Il percorso misurerà 977,320 chilometri, 298 in meno dell'edizione '85, ma è ancora aumentata la percentuale di tratti cronometrati, giunta al 60,33% del percorso totale, la più alta fra i principali rallies internazionali. Le Prove Speciali in programma sono infatti 26, tutte su asfalto, per complessivi 589,600 chilometri. La Targa Florio torna quindi alla formula "tutto asfalto", mantenendo pressoché invariate le caratteristiche di un percorso che l'ha resa celebre in ottant'anni di competizioni automobilistiche.
Le autorità sportive nazionali ed internazionali e gli sponsor continuano a manifestare un vivo apprezzamento per la corsa siciliana che, tanto sotto il profilo agonistico - sportivo quanto in campo organizzativo, si conferma di anno in anno fra le prove al vertice della specialità sia in Italia che all'estero.
Anche quest'anno, infatti, la Targa Florio sarà valevole per l'assegnazione del Campionato Europeo Conduttori con coefficiente di difficoltà 3. In campo nazionale la Targa '86 farà parte delle 5 prove valide per l'Open d'Italia, il massimo Campionato indetto dalla Commissione Sportiva Automobilistica Italiana (CSAI). Le altre quattro prove sono i rallies della Costa Smeralda (16-19 aprile), dell'Isola d'Elba (15-17 maggio), della Lana (24-27 luglio) e di Sanremo (12-18 ottobre). La 70a Targa Florio sarà valida anche per il Campionato Italiano Rallies (CIR) con il massimo coefficiente (4). Nell'ultima notte di gara, infine, si svolgerà la quinta prova del Campionato Fiat Uno '86.
I concorrenti partecipanti al Campionato Fiat Uno affronteranno solamente 11 Prove Speciali delle 14 previste nella seconda tappa, per un totale di 235 km di Prove Speciali distribuiti sui 351 del loro percorso.
Le partenze di queste vetture avranno inizio alle ore 0.41 di sabato 14 giugno, dalle Tribune di Cerda, dove si concluderà anche questa prova del Campionato Fiat Uno: l'arrivo del primo concorrente è previsto per le ore 9.22, sempre di sabato 14 giugno.

Perché la Targa è tornata alle 2 tappe
La 69a Targa Florio, 14° Rallye di Sicilia, è una delle edizioni che ha fatto maggiormente parlare di sé. Il 1985, infatti, porta grandi innovazioni nella corsa più antica del mondo. La data innanzitutto, che si sposta dal tradizionale periodo primaverile a luglio. Ma la più rilevante è l'introduzione di una nuova tappa, tutta su sterrato e, per di più, uno sterrato spettacolare ed impegnativo, snodantesi, in buona parte, nello stupendo bosco della Ficuzza nel Corleonese, con ben 8 Prove Speciali.
Questo significa 254 km. in più rispetto all'edizione del 1984, per un totale di 1.275,280 km. Di conseguenza aumentano anche le Prove Speciali, quelle che fanno la classifica, passando da 32 (nell'84) a 36, da 610 a 680 km, conquistandosi il 53% del percorso totale, una caratteristica propria di ben pochi rallies.
La Targa Florio infatti è una delle poche gare, tra le 51 valide per l'assegnazione del titolo europeo, a poter vantare l'ambito coefficiente di difficoltà 3 (solo 15, tra quelle 51, possono fregiarsi del coefficiente 3 o 4, molto graditi dai piloti per la grande messe di punti che fruttano ai vincitori).
Gli sforzi degli organizzatori, tuttavia, non sono riusciti a contrastare il generale calo di presenze registrato nei rallies italiani e favorito dal frazionamento della specialità in diversi campionati.
Sterrato: troppo impegno per i privati
L'introduzione dello sterrato è stato un tentativo coraggioso, ma che non ha suscitato molto entusiasmo tra i partecipanti -specie tra i piloti privati - preoccupati per il violento stress cui erano costretti a sottoporre le loro vetture. Quest'anno pertanto la Targa Florio è tornata all'antica formula "tutta asfalto", per adeguarsi alle nuove tendenze che hanno portato ad una riduzione delle distanze e ad un contenimento dei tratti di trasferimento per andare sempre più incontro alle esigenze dei piloti privati.
Una vittoria per molti traguardi
La "Targa di luglio" si consola del calo di presenze subito grazie al lungo ed entusiasmante testa a testa Lancia - Peugeot che ha per protagonisti Cerrato - Cerri e Del Zoppo -Tognana. Il loro duello, protrattosi fin quasi ai due terzi della gara, si conclude con il mesto ritiro della coppia della Peugeot Italia per le conseguenze di un'uscita di strada forse propiziata (e questo episodio va ad aggiungersi ai tanti aneddoti della Targa)... da un poco sportivo gatto nero, che taglia la strada alla bianca Peugeot 205 Turbo dei leaders. Sulla P.S. "Targa", poco dopo il famoso "Bivio Polizzi", la Targa Florio edizione '85 può dirsi conclusa con Cerrato che si ritrova serviti sul classico piatto d'argento la vittoria, il titolo Open d'Italia e la quasi matematica certezza del successo nel campionato d'Europa, che finirà così per premiare per il quinto anno consecutivo un rallista tricolore.
La prima vittoria siciliana di Dario Cerrato (dopo due quarti, un terzo ed un secondo posto ottenuti con l'Opel) porta a quota 10 i successi di Casa Lancia nella Targa Florio, al pari di quelli ottenuti dalla Ferrari. Il trionfo di Cerrato, però, segna anche un nuovo primato: per la prima volta nella storia del rally, lo stesso equipaggio riesce a centrare il trittico delle isole: Costa Smeralda, Isola d'Elba e Targa Florio - Rallye di Sicilia.
Cronaca di un duello avvincente
Mercoledì 3 luglio partono 54 equipaggi, distanziati di due minuti uno dall'altro per evitare a chi segue i disagi creati dalla polvere sulle otto Prove Speciali intorno a Corleone. È chiaro che tutto si risolverà in una lotta fra le Lancia 037 di Cerrato, TABATON e Cunico e l'unica Peugeot 205 4x4 T 16 di Del Zoppo. Il sanmarinese ERCOLANI, con la sua Ferrari più adatta alle due tappe su asfalto e le piccole Citroen Visa 4x4 di Noberasco e Signori puntano soltanto a mettersi in evidenza.
Del Zoppo sfrutta con grande abilità la trazione integrale della sua "205 Turbo" nel tentativo di mettere fra sé e le Lancia un distacco che gli consenta di presentarsi alle P.S. su asfalto con buone possibilità di successo finale. Dopo le temute otto "Speciali" della prima tappa Del Zoppo guida la corsa con due minuti e mezzo di vantaggio su Cerrato, 2'33" su TABATON e 4'51" su ERCOLANI (uscito di strada a Pietralonga) e seguito dalle due Citroen di Noberasco e Signori, dalla Ritmo di Chiti, primo del gruppo A, e dalla sorprendente coppia femminile Riva - VITTADELLO con la Peugeot 205 GTI. Montalto (Porsche) è decimo e primo dei siciliani, seguito dalla Opel KADETT Gruppo N di Milanesi, che disputa la tappa con due sole marce. Si ritirano in otto, e fra questi Cunico, già fuori nel corso della prima P.S., e la Ford Escort Turbo di Folco Zambelli.
Al traguardo della prima tappa manca anche l'Alfasud n. 34 dell'equipaggio Picone -Russo. Sandro Picone, 33enne medico palermitano, non resiste alle esalazioni dei gas di scarico che invadono l'abitacolo e spira appena raggiunta la fine della 7a Prova Speciale. Sulla 69" Targa Florio cade un velo di tristezza, ma si segue anche l'avvincente rincorsa delle due Lancia di Cerrato e TABATON, che sulla "Targa" rosicchiano molto meno del previsto ad uno scatenato Del Zoppo. Si ritira subito la Citroen di Noberasco, mentre nella Prova (S. Lucia) TABATON fora e perde circa 4 minuti ed il terzo posto, riconquistato quattro prove più tardi ai danni di ERCOLANI, seguito da Chiti, dalla Lancia di Dall'Olio, da Signori e da Montalto in rimonta.
A metà gara, dopo 18 Prove Speciali, Del Zoppo ha ancora un minuto e mezzo di vantaggio e qualcuno inizia a pregustare un finale al cardiopalma. Ma ci pensa la ripetizione della "Targa" a placare gli animi: Del Zoppo picchia ed abbandona i sogni di gloria, seguito dalla Ferrari di ERCOLANI, che rompe un semiasse.
Cerrato e TABATON concludono la seconda frazione staccati di 3'40", Chiti è ad oltre 22 minuti. Montalto è adesso quarto a 25', seguito dall'Opel di Lupidi, dal locale SAVIOLI (Opel Manta), dalla Ritmo Gr. N di Porcellana e dalla Riva, ottava. Signori e VAZZANA (Porsche), rispettivamente quinto e settimo assoluto, abbandonano nel corso dell'ultima "Speciale".
Marcia trionfale per Cerrato
Per la tappa conclusiva partono in 28, ai quali si aggiungono i 35 equipaggi del Campionato Fiat Uno.
Si ritirano subito gli jugoslavi Lulik - Vidmar (Opel Manta), mentre la gara va avanti senza particolari emozioni sino alla conclusione con Cerrato, TABATON e Chiti nell'ordine. Montalto giunge quarto e primo dei siciliani, seguito da SAVIOLI e Lupidi. La Riva coglie un brillante settimo posto davanti alle Ritmo di PALMISANO e Porcellana ed alla Escort Turbo di "BRONSON".
Grande stress per le piccole Fiat
Durante la 3" ed ultima tappa della Targa Florio è stata disputata anche la 3a prova valida per il Campionato Fiat Uno, dopo le prime due, svoltesi durante il Rally dell'Isola d'Elba e quello della Costa Smeralda.
La prova siciliana di questa competizione, che è stata istituita nel 1985 in sostituzione del Campionato A 112 Abarth, si è rivelata particolarmente dura: su 35 equipaggi partiti, solo 17 sono riusciti a tagliare il traguardo, ma la grinta delle Uno 70 e le loro spettacolari performances sono valse ad allentare la tensione e la tristezza instauratesi dopo la morte di Picone.
419 km di gara, 11 P.S.: questo è stato l'impegnativo terreno su cui si sono confrontate le piccole stelle della Fiat e che ha assistito al trionfo dell'equipaggio GUIZZARDI - Zigrino, (GUIZZARDI è l'ex navigatore di Cerrato). Secondo Canobbio e terzo Alessandro Fiorio, che poi si è aggiudicato la vittoria finale in questa nuova ed indovinata competizione.
La 69a Targa Florio, 14a Rallye di Sicilia non ha certo lesinato emozioni e spettacolo, suspence e colpi di scena agli spettatori, confermando, ancora una volta, quanto la corsa più antica del mondo si meriti il blasone principesco che sfoggia con orgoglio.
Sergio Mavaro
In una scala di valori si trova al 21 ° posto tra i rallies di tutto il mondo
Targa mondiale, scalata possibile

Targa Florio = Corsa più antica del mondo, e questo significa fascino e tradizione. Sotto questo aspetto il Rally di Sicilia non dovrebbe temere confronti. In realtà, oggi, Case e piloti non possono scegliere liberamente le gare alle quali partecipare, perché i costi sono tali da rendere necessari altri cri-teri, che in taluni casi prescindono perfino dall'aspetto tecnico.
I campionati, che sono tanti, vengono pianificati: non si partecipa a tutte le gare, ma soltanto a quelle che offrono più possibilità, o per il coefficiente o addirittura per mancanza di avversar! e, di conseguenza, i confronti di un tempo sono sempre più rari, anche alla Targa Florio che, tuttavia, in questa stagione in cui festeggia gli ottant'anni di vita e la 70a edizione, dovrebbe ricevere quel rilancio che le consenta la conquista del massimo coefficiente europeo (cosa che già avviene per l'Open italiano), anche se con coefficiente 4 c'è già il Costa Smeralda a farle concorrenza.
Ma qui, nell'europeo, arrivare ai vertici è possibile, il difficile viene dopo.
La «Targa» da anni ormai, pur dovendo di volta in volta superare ostacoli non indifferenti, persegue un traguardo prestigioso, che è nella tradizione stessa della gara già collaudata a livello mondiale, negli anni '50, '60 e '70, dal meglio che potesse offrire allora l'automobilismo internazionale, con piloti che alternavano la guida delle formula uno con quella dei prototipi, poi diventate vetture Sport, veri mostri da domare sulle tortuose strade delle Madonie: Ninni Vaccarella e Arturo Merzario, tanto per fare qualche esempio, ne sanno qualcosa.
Prepararsi per il domani
La Targa vuole arrivare al mondiale. Vuole quanto meno candidarsi, non appena se ne presenterà l'occasione, ad affiancare o sostituire Sanremo. Perché la difficoltà sta proprio qui, nella limitatezza offerta, oggi, dal mondiale rally, con una prova per nazione, e soltanto dodici prove in tutto.
Ma potrebbe accadere, così come accade per il mondiale di formula uno, che possano essere inserite in calendario delle gare di riserva, e che un naese. almeno a rotazione nttpnaa in futuro, di disputare una seconda prova mondiale, come avviene, appunto, per il Gran Premio d'Europa. E allora bisogna prepararsi, perché non si viene prescelti a caso, e all'improvviso. Bisogna migliorare, fare di questa organizzazione qualcosa di più professionale ancora, con dovizia di mezzi, sia per l'organizzazione stessa sia per garantire la partecipazione di piloti di tutta Europa.
Oggi la Targa, pur partita, come rally, da posizioni molto arretrate, occupa il nono posto fra le gare europee, alle spalle, cioè, delle otto gare con coefficiente 4, il nono posto su 44 gare complessive. Questo significa anche il 21° in campo mondiale, che non è
de da una Targa Florio. Con il massimo coefficiente europeo centrerebbe un bel «tredici», un 13° posto, e si metterebbe in lista di attesa, attesa del momento favorevole.
E fra le attuali prove europee con il massimo coefficiente, non ce n'è una fra giugno e luglio, e neanche in marzo, un mese buono in Sicilia, pur con qualche rischio di ghiaccio notturno alle alte quote. Insomma, l'inserimento non sarebbe difficile, ma per porre la propria candidatura non si può puntare solo sulla benevolenza dei commissari internazionali. Occorrono partecipazione scelta e organizzazione perfetta, oltre, naturalmente, ad un pizzico di fortuna. b

Luigi Tripisciano

Tutto a favore del grande spettacolo
Cerato favorito, ma la tradizione

Prova valida per il Campionato Europeo, Open e CIR. C'è di che sbizzarrirsi. Ma la Targa Florio è abituata ad essere al centro dell'attenzione e anche questa prova del tricolore a coefficiente quattro vanta più di un elemento capace di suscitare l'attenzione del mondo del rally.
La lotta ravvicinata per la vittoria finale nel CIR e nell'Open tra Cerrato - Cerri e Zanussi - Amati, iniziata a Brescia e protrattasi in Costa Smeralda e all'Isola d'Elba, in terra siciliana potrà chiarire molti dubbi.
Nonostante Cerrato abbia dalla sua un mezzo tecnico nettamente superiore come la Lancia Delta S4, Zanussi ha dimostrato di avere diverse cartucce ancora da sparare, restando magari in attesa di quella Peugeot T 16 versione 2° che gli permetterebbe di reggere meglio il confronto. Ma la Targa Florio è anche sinonimo di asfalto: una corsa stradale per eccellenza in cui la potenza dei motori è spesso in grado di prevaricare ogni fattore umano.
Zanussi: «Ho poche chances»
Il pordenonese tutto questo lo sa e non potrà far altro che attendere l'evolversi della situazione sperando in un passo falso dell'avversario.
•La Targa Florio è una bellissima corsa: — precisa — l'ho fatta due volte e l'ho trovata molto impegnativa. È una corsa veloce, avvincente; di particolare ha l'a-sfalto viscido, diventa selettiva proprio perché qualifica la sensibilità di guida: un pilota deve sempre dare il massimo senza permettersi rilassamenti.
Purtroppo però personalmente non ho molte speranze con la mia vettura: io e Amati saremo costretti a mirare al traguardo finale, cercando di portare a casa dei punti.
La Targa Florio è una corsa meno rally delle altre tipo Sardegna o Elba, è più una prova di velocità, come vuole d'altronde la tradizione, e su quei fondi il mezzo tecnico ha una grossa importanza.
Dunque la Peugeot Italia per il 14 giugno, al traguardo finale delle Tribune di Cerda spera solamente nella sfortuna altrui. Ma sentiamo quindi il favorito numero uno della corsa e del titolo italiano: Dario Cerrato, vincitore dell'ultima edizione della Targa *Mi rendo conto che la mia Delta è nettamente superiore alle rivali. Quindi se non sono molto sfortunato non avrò grossissimi problemi a vincere la Targa Florio visto che il tracciato velocistico avvantaggia non di poco il mio mezzo meccanico-.
Dunque sulla carta il verdetto è già scritto. Ma la Targa Florio spesso e volentieri ha beffato i favoriti di turno.
Targa Florio, però, non significa solamente lotta a distanza tra i due maggiori contendenti al CIR '86.
Le strade in asfalto hanno già evidenziato al Mille Miglia, in marzo, una certa competitività delle ormai dimenticate Lancia 037: le vetture seguite dal Jolly Club caleranno a Cefalù agguerrite come non mai: soprattutto quelle di Chili e ERCOLANI. Se sulla terra il divario con le quattro ruote motrici diventa un abisso, sull'asfalto è ancora possibile correre ai ripari tenendo soprattutto conto che alla guida ci saranno dei piloti emergenti, tenuti sotto osservazione ormai da qualche anno dai team manager.
ERCOLANI è indubbiamente un pilota che preferisce la terra, altresì sull'asfalto se la cava egregiamente, soprattutto se saprà per una volta ridimensionare la sua foga naturale lasciando spazio a quella oculatezza e maturità che una corsa impegnativa e stressante esige.
Chiti è ancora tutto da scoprire: i postumi dell'incidente al Rally del Sestriere lo scorso anno gli hanno fatto perdere non poco tempo prezioso. È comunque un ragazzo in cui la Lancia ha creduto e la Targa Florio potrebbe, per lui, rappresentare un ulteriore biglietto da visita da presentare.
E veniamo a TABATON: l'uomo incaricato dalla Casa torinese di vincere il titolo Europeo con la nuova Della S4 fino ad oggi non ha certamente incantalo. Frenalo dalla scarsa conoscenza della trazione integrale e ancora alla scoperta del perfetto utilizzo delle gomme Michelin che eccezionalmente vengono montate sulla vettura della Scuderia Grifone, partirà mettendo da parte propositi velleitari. A lui interessa incamerare punti preziosi in ottica continentale.
Ma le qualità asfaltistiche della Delta, unite alle grandi doti velocistiche del genovese, completano un binomio da seguire.
Non ci saranno solo le vetture da assoluto da seguire in Sicilia. Le tre prove del CIR a coefficiente alto fin'ora disputate hanno messo in luce un gruppo A valido come non mai negli ultimi anni.
La vettura da battere sarà la nuova Audi Coupé Quattro guidala dal modenese Moscato che sulla terra ultimamente ha fatto il bello e il cattivo tempo: ma di fondo d'asfalto stiamo parlando, ecco dunque che potrebbero emergere anche altre possibilità.
Prime fra tulle quelle Opel KADETT che possono contare su una potenza discreta, ma hanno l'handicap di una affidabilità ancora ben lontana dall'ottimale. I piloti indubbiamente ci sono: Stefano Milanesi è un giovane che potrebbe fare della strada una volta raggiunto quell'equilibrio professionale che è ancora in via di formazione mentre Paolo Fabrizio Fabbri è un driver conosciuto dovunque, tanto vincente quanto sfortunato, all'altezza comunque di qualsiasi impresa.
Alla Targa Florio potrebbe dire la sua anche quella Ford Escort che Vittorio Caneva sta ancora cercando di capire.
Una corsa d'attesa sicuramente la farà Maneo con la poco polente Peugeot GTI della Scuderia Autosport di Torino, una tattica di gara che fin'ora gli ha comunque permesso di non perdere il contatto con i primi nella classifica di campionato.
Ford da battere
Nel gruppo N i piloti siciliani se la dovranno vedere con uno squadrone come quello della Ford Italia capeggialo dal campione in carica Folco Zambelli e dalla Pierangela Riva, apertamente alla rincorsa non più di quel titolo femminile che non la appaga più, ma della vittoria sonante di categoria.
Inoltre sarà da seguire la performance del bergamasco Sottosanti con la Peugeot 205 GTI, l'autentica rivelazione stagionale di questo gruppo, e quella di Porcellana, alla guida di una Fiat Uno Turbo, vettura che non ha ancora convinto, ma dal potenziale in crescendo.
Insomma i motivi di interesse non mancano certamente: una corsa che è una garanzia dal punto di vista agonistico potrebbe realmente mettere le cose in chiaro lanciando in fuga uomini e macchine ben precise per la volala finale di questo CIR incandescente.
Giovanni Bertizzolo
Dalla Targa Florio al Rallye di Sicilia
Nelle 14 edizioni del Rallye di Sicilia, dieci successi per la Lancia, regina di questa competizione, due per la Ferrari ed altrettanti per la Fiat. Nel '78 l'abbinamento con la Targa Florio

La 70a edizione della Targa Florio sarà la nona a disputarsi secondo la formula rally. La corsa più vecchia del mondo ha infatti legato il proprio nome a quello del più giovane Rallye Internazionale di Sicilia nel 1978.
Il Rallye di Sicilia, giunto alla sua 15a edizione, vanta un Albo d'Oro ricco di nomi prestigiosi, a conferma dell'importanza che a questa gara hanno sempre dato piloti e Case costruttrici. Munari, BALLESTRIERI, Pinto, PREGLIASCO, Darniche, CARELLO, Vudafieri, Pasetti, ANDRUET, Tognana, Cunico e Cerrato tra i piloti e Lancia, Fiat e Ferrari tra le Case, sono i vincitori delle passate edizioni: come si può notare conduttori e Marche di primissimo piano.
La Lancia è sicuramente la "regina" del Rallye di Sicilia grazie ai suoi dieci successi, mentre Ferrari e Fiat hanno primeggiato due volte ciascuna con la "308 GTB" e la "131 Abarth".
Con il successo di Cerrato nella passata edizione la Lancia ha anche raggiunto la Ferrari in fatto di vittorie nella Targa Florio. La Casa torinese è anch'essa a quota nove, vantando, insieme ai successi di CARELLO, Cunico, "Tony" e Cerrato nella Targa - Rallye anche quelli di Magistri (1936) e di Bonetto, Maglioli e Taruffi (dal '52 al '54).
La prima edizione del Rallye di Sicilia (1972) vede il successo della coppia Sandro Munari - Mario Mannucci, con la gloriosa Lancia Fulvia HF. Nel '73 ad imporsi sono ancora loro (finora restano gli unici ad avere concesso il bis) e sempre con la Fulvia HF che verrà di lì a poco pensionata. Al secondo posto si piazza l'equipaggio
BALLESTRIERI - Maiga che si affermerà l'anno seguente con la Lancia Stratos, dando inizio ad un ciclo di vittorie per questa vettura che si concluderà solo nel '78. Nel '75 successo dell'equipaggio Pinto - Bernacchini che precede la coppia PREGLIASCO - Sodano.
Nel '76 sono proprio PREGLIASCO - Sodano a siglare la prima tappa del nuovo corso della competizione siciliana, entrata a far parte delle prove valevoli per il Campionato Europeo Conduttori. L'anno successivo vincono Bernard Darniche e Alain Mahè, con una Stratos dell'importatore transalpino Chardonnet. I due piloti francesi sono così i primi stranieri ad iscrivere il proprio nome nell'Albo d'Oro della corsa.
Nel '78, nuova denominazione per la gara che diventa Targa Florio - Rallye di Sicilia e vittoria di CARELLO - Perissinot davanti a Vudafieri - De Antoni. Vudafieri nel '79, questa volta in coppia con Mannucci, da alla Fiat il primo successo nella prova isolana interrompendo così il dominio della "cugina" Lancia.
Nella "Targa" '80 affermazione a sorpresa di Pasetti - Stradiotto (Fiat 131 Abarth) che, nelle ultimissime battute, approfittano di una collisione tra i due leaders della competizione: Vudafieri (Fiat 131 Abarth) e PREGLIASCO (Alfa Romeo Turbodelta).
Nel 1981 il successo va alla applauditis-sima Ferrari 308 GTB di ANDRUET -"Tilber" che ha la meglio sulla Opel Ascona 400 di "Lucky"-Penariol e "Tony"-"Rudy". Sulle strade delle Madonie torna dunque a vincere una macchina del Cavallino (l'ultima affermazione di una Ferrari risaliva al '72 quando la 312 P di Merzario - Munari si era
aggiudicata la Targa). Inutile dire che l'entusiasmo dei "fans" siciliani torna alle stelle. La splendida doppietta ottenuta dalle vetture della casa di Maranello nel 1982 con Tognana -De Antoni ed ANDRUET -"Biche" conferma che la vittoria della Ferrari non era stata fortuita. È la nona volta che le auto del Cavallino vincono l'ambito trofeo. Tognana a fine anno si laureerà campione italiano, sfatando la tradizione che voleva il vincitore della "Targa" tagliato fuori dalla lotta per il titolo tricolore.
Nel 1983, dopo la parentesi Fiat - Ferrari, torna prepotentemente alla ribalta la Lancia, che è la regina dell'Albo d'Oro del Rallye di Sicilia grazie ai dieci successi ottenuti fino ad oggi con la Fulvia HF, la Stratos e la 037.
Tre Lancia Rally 037 concludono ai primi tre posti una edizione dominata dalla prima all'ultima "speciale" dal giovane Gianfranco Cunico, in coppia con Ergy Bartolich.
Nuovo successo della Lancia anche nel 1984 con Tony FASSINA - SGHEDONI, giunti per primi dopo i ritiri prematuri della 037 di Vudafieri - Pirollo e della Opel Manta 400 di Cerrato - Cerri. Per Tony FASSINA è l'ultima vittoria: poche settimane dopo infatti il pilota Veneto abbandonerà l'attività agonistica.
Ancora una Lancia Rally, quella di Cerrato - Cerri, taglia per prima il traguardo di Cefalù nell'85 in una gara animata per due terzi dal bel duello con la Peugeot 205 di Del Zoppo, che aveva pienamente sfruttato la trazione sulle quattro ruote per avvantaggiarsi nel corso della prima, inedita, tappa su terra.
Un'idea per il rilancio turistico delle Madonie
Un museo della Targa? Perché no

Auguri Targa! Per i tuoi ottant'anni, per i tanti traguardi raggiunti e gli altrettanti anniversari superati.
Ricordo che negli anni in cui la fantastica corsa madonita faceva ancora parte delle prove del Campionato del Mondo Marche, una delle tante pubblicazioni che "fiorivano" in occasione della gara era proprio intitolata "Auguri Targa". Che si trattasse di auguri per l'anno in più o per il suo futuro, sempre più incerto man mano che incalzavano gli anni Ottanta, non è ben chiaro ma conosciamo bene come sia finita l'era della Targa Florio "stradale".
Intanto di ricordi della Targa Florio, di quella "vera" (come Ninni Vaccarella ama definire la corsa di velocità sul Piccolo Circuito delle Madonie che lo ha visto trionfatore nel '65, nel '71 e nel '75) come della nuova, più modernamente e logicamente legata allo sviluppo dei rallies, comincio ad accumularne tanti anch'io.
Fatti un po' di conti mi sono accorto che l'edizione degli ottant'anni sarà la ventesima consecutiva cui assisto ed allora parte degli auguri di questi giorni lasciate che li riservi a questo mio personalissimo traguardo, raggiunto prima come semplice e giovanissimo spettatore, poi come Commissario di Percorso e Tecnico ed infine come collaboratore nella conduzione dell'Ufficio Stampa.
Vent'anni fa, di maggio, vinse l'odiata Porsche 910 di Stommelen ed Hawkins, ma il risultato lo conobbi soltanto l'indomani. Per i miei dieci anni era già tanto l'aver assistito alla partenza ed ai primissimi giri di corsa e l'essere riuscito ad intrufolarmi nell'abitacolo della Ferrari del compianto Lulù Scarfiotti per strappargli un autografo.
Se può interessarvi, il tentativo non ebbe un buon esito, ma una "sortita" del genere oggi non sarebbe né pensabile né possibile a farsi, visto che (giustamente) nei moderni autodromi come nelle più caserecce cronoscala-te non si muove un passo senza esibire l'indispensabile "pass", visto, timbrato e firmato da una miriade di responsabili. Ma anche quello era il "sapore" della Targa: il contatto coi piloti negli attimi che precedevano la partenza.
Sull'onda dei ricordi corro il rischio di dilungarmi ed annoiarvi con celebrazioni che il "compleanno" della creatura di Vincenzo Florio meriterebbe comunque. Più che del passato, che affascina soprattutto se rivisto alla luce del periodo storico in cui i Florio crearono il loro impero e la cui atmosfera è stata fatta rivivere in alcune recenti pubblicazioni, è del futuro della Targa Florio che voglio occuparmi. Non, però, di quello sportivo-agonistico, legato a decisioni del potere sportivo a volte incomprensibili e dagli effetti tutt'altro che
benefici, ma di quello della Targa come "corsa più vecchia del mondo". Piuttosto, "antica" o soltanto "vecchia"? La questione potrebbe sembrare a prima vista irrilevante ed oziosa, ma non è così. Io sono per l'antica" e per il sottinteso apprezzamento che ispira questo vocabolo, ma se la Targa può essere dai più considerata "vecchia" per i segni di declino che inevitabilmente mostra, è ancora possibile restituirle per sempre quel "nonsocché" di antico e prestigioso che quest'anno verrà esaltato nelle celebrazioni degli ottant'anni e nella Targa Florio Storica?
La mia proposta è di dare alla Targa, come tutte le cose antiche meritano, un suo museo, il che non significa necessariamente quattro mura ed una raccolta di polverosi oggetti o ricordi. E se fossero le stesse strade sulle quali si è corso dal periodo pionieristico sino ai giorni nostri a fare da unico ed incomparabile "contenitore" per una storia lunga quasi un secolo? Le Tribune di Cerda, meglio note come "FLORIOPOLI", potrebbero, è vero, ospitare una parte del materiale, e di fotografico ve n'é in abbondanza, ma sarebbe poi compito di una serie di indicazioni turistiche il portare i visitatori (e in qualsiasi periodo dell'anno) a percorrere con un po' di fantasia i tortuosi 72 chilometri del tracciato che ha consacrato le migliori vetture ed i più grandi campioni del passato. Con una provvidenziale "mano" di vernice le tante scritte sui muri, inneggianti a Nino Vaccarella o alla Ferrari (ma solo negli anni in cui il Commendatore decideva di inviare in Sicilia una sua vettura) tornerebbero a dare "colore", insieme ai quasi scomparsi paracarri in cemento, che ciascun pilota "personalizzava" con segni colorati che gli commentassero le difficoltà di ciascuna delle quasi mille curve da affrontare in un giro.
Nei punti più noti e caratteristici del circuito delle Madonie, o dove si verificarono e furono immortalati alcuni degli episodi decisivi di alcune sue edizioni, la Targa Florio andrebbe poi ricordata e raccontata con foto e testi racchiusi in bacheche. Al turista ed all'appassionato il piacere di tuffarsi, in una sorta di emozionante caccia al tesoro, nella ricerca di una piccola parte di storia dell'automobilismo sportivo ed alla scoperta di alcuni fra i più caratteristici centri dell'entroterra siciliano, con grande beneficio, in fin dei conti, per quei paesi come Cerda, Caltavuturo, Scillato, Collesano e Campofelice, una volta toccati dalla Targa Florio, che vorrebbero continuasse a disputarsi su quell'affascinante ma ormai anacronistico tracciato.
Sergio Mavaro
Il Revival dei Florio
Dopo aver «regnato» in Sicilia per circa un secolo, la famiglia Florio domina ora in libreria. Solo in quest'ultimo anno sono stati pubblicati tre libri sulla celebre dinastia («Donna Franca Florio» di Anna Pomar, «L'età dei Florio» di Romualdo Giuffrida e Rosario Lentini e «La Ceramica Florio» con le splendide fotografie di Melo Minella) e altri sono in preparazione.
Da che cosa deriva questo interesse improvviso ed insistente? È un tentativo di riappropriarsi delle proprie radici oppure una moda come tante? Lo abbiamo chiesto all'autrice di uno dei libri, la giornalista palermitana Anna Pomar:
«È doveroso questo interesse. Anzi è tardivo. Per troppi anni la storia dei Florio è stata rimossa dalla memoria collettiva: se il nome non è scomparso del tutto è dovuto esclusivamente alla Targa Florio automobilistica. Non bisogna dimenticare che non e 'è nulla nel recente passato isolano che non sia in qualche maniera collegato alla storia dei Florio. Quindi, è più che legittimo puntare i riflettori su questi personaggi che rappresentano il tentativo più serio dell'isola di agganciarsi all'Europa».
— Perché tanti anni di silenzio?
«Dicevo che si tratta di un fenomeno di rimozione. Non è una storia a lieto fine e quindi... meglio dimenticare. Non è a lieto fine due volte visto che col naufragio dei Florio colò a picco anche il sogno di una Sicilia produttiva. Ben vengano dunque queste iniziative editoriali. Tutto sommato parlare dei Florio è anche un modo di parlare della Palermo Liberty, della Bella Epoque, della Palermo felicissima prima che divenisse teatro dello scempio urbanistico e non solo».
Decollo mancato
— Qual è stata la molla che l'ha spinta a scrivere la storia di donna Franca?
«La storia di questa famiglia mi ha sempre affascinato; fin da quando, ragazzina, ne sentivo evocare le vicende da mio padre. Poi e 'è un altro aspetto: mi ha sempre interessato approfondire il motivo per cui la Sicilia non è riuscita ad inserirsi nello sviluppo del Paese, perché siamo sempre dovuti andare a rimorchio del Nord. Studiare i Florio, seppure attraverso la figura di una donna, è anche un modo di indagare sul fallimento del sogno Sicilia».
— Perché i Florio non riuscirono in questo progetto di riscatto isolano?
«Un po' per limiti loro, ma soprattutto per una precisa scelta del governo Giolitti che privilegiò il Nord. Ne sono prova inconfutabile le commesse negate al Cantiere navale e la vicenda del rinnovo delle convenzioni marittime tolte nel 1911 ai Florio e date ai Piaggio di Genova. Se a ciò si aggiungono le note carenze strutturali del nostro entroterra si spiega meglio il fallimento».
— Eppure il progetto di «europeizzare» la Sicilia era affascinante...
«Affascinante e forse troppo ambizioso. Il terzo della dinastia, Ignazio junior, tentò di realizzare in concreto progetti di respiro europeo, però non ce la fece.
Questo personaggio di solito viene liquidato con la definizione di incapace. Invece non è così. Siccome incarna il periodo della decadenza, è quello che finora è stato meno approfondito in quanto il meno esaltante. Invece bisognerebbe soffermarsi di più su di lui».
— Perché questa scarsa attenzione?
«È più facile parlare di Vincenzo il capostipite, il genio che dal nulla crea un impero. È altrettanto facile parlare di Ignazio senior che consolida la dinastia. Più difficile parlare di chi affossa l'impero. Eppure è lui quello che ha osato di più ed ha pagato. Se si fossero valutati più attentamente gli errori dei Florio probabilmente si sarebbe potuta evitare una serie di sbagli che hanno frenato lo sviluppo della Sicilia nel dopoguerra. Ad esempio capire le difficoltà delle imprese dei Florio in un certo contesto avrebbe forse fatto si che nascessero meno cattedrali nel deserto e più industrie collegate col territorio».
— Palermo e la Sicilia pagano a caro prezzo la mancanza di una borghesia produttiva, alla Florio per intenderci. È così?
«Pagano due cose: l'assenza di una borghesia imprenditoriale e l'incultura dei nostri amministratori. Per limitarci a Palermo, la maggior parte degli amministratori che si sono succeduti in questi anni provengono dall'entroterra e quindi non hanno avuto né amore né attaccamento alla città. E lo scempio che ne è derivato è sotto gli occhi di tutti».
— Le pongo un paradosso: se oggi Ignazio Florio fosse vivo, sarebbe schierato dalla parte dell'impresa parassitarla, assistita o tenterebbe l'avventura dello sviluppo produttivo?
«La seconda ipotesi, non ci sono dubbi. La sua storia ne è la testimonianza più tangibile: la sua ottica non è stata mai l'arricchimento personale, ma la crescita delle imprese. Magari ci fossero oggi tanti Ignazio Florio, non saremmo a questi livelli di degrado. È stato definito "l'imprenditore romantico "e forse è vero. La famiglia non sarebbe finita in miseria se i Florio avessero portato i soldi all'estero».
— Come lei stessa ha sottolineato all'inizio dell'intervista, i Florio sono ricordati per la famosa gara automobilistica. Che importanza ha avuto la corsa nelle vicende di questa famiglia?
—È cominciata per un capriccio del giovane Vincenzo Florio tenuto lontano dagli affari dal fratello-padre Ignazio. Visto che non poteva occuparsi delle cose "serie" della famiglia, il giovane diede sfogo alla sua passione sportiva organizzando corse automobilistiche, ciclistiche, sfide di box. In questa posizione storico-mondana era affiancato da donna Franca. Ironia della sorte, la famiglia ebbe più lustro dalla corsa che dal resto».
Il perché di un mito
— Quali erano le attività prevalenti dei Florio?
«Settore armatoriale, attività imprenditoriale e mecenatismo».
— Perché la «Targa» assunse questa dimensione mitica?
«A parte il fascino che di per sé ha sempre esercitato, c'è da dire che, sparite le atre attività, è l'unica cosa che sia sopravvissuta al declino della famiglia, e ancora oggi è più viva che mai. Mentre prima era solo un fiore ali 'occhiello, ai giorni nostri è diventata la testimonianza eloquente di un certo periodo storico».
— Vorrei concludere con una domanda su donna Franca, protagonista del suo libro che, tra l'altro, proprio alle Tribune di Cerda in occasione della Targa viveva il momento di splendore. A cosa era dovuto il gran fascino che ha esercitato per un trentennio?
«Al di là delle qualità che aveva — e ne aveva tante: intelligenza, bellezza, eleganza, personalità e classe — ha mostrato grandi capacità di pub-
blic relation. Era lei che reggeva le fila dei rapporti con i potenti d'Italia e d'Europa, era lei che ammaliava tutti con le sue splendide feste. Ma la sua vita non era solo mondanità: conosceva tre lingue, viaggiava molto, era attenta ai fenomeni culturali dei suoi tempi. Oggi certe cose si danno per scontate ma ali 'inizio del secolo per una donna era più duro. E che fosse una grande donna più che negli anni del successo lo ha dimostrato in quelli del declino. Quando, ormai ridotta in miseria, visse con grande dignità il presente senza rintanarsi nei ricordi del passato tipo la Contessa di Castiglione, che non usci più di casa, o come Greta Garbo. Sparita la miliardaria è rimasta la, donna con tutto il suo spessore. Le nipoti mi hanno detto che quando parlava del passato lo faceva con grande distacco».
— Quanto ha influito nel declino il fatto che Ignazio Florio non abbia avuto un erede maschio?
« Tantissimo. Oggi certe cose fanno ridere, ma allora avere un figlio maschio che continuasse le attività era importantissimo. Lo dimostra il fatto che donna Franca era perfino disposta ad accogliere in casa un figlio maschio se il marito lo avesse avuto con un'altra donna. Ma ciò non accadde. Se Ignazio avesse avuto un erede avrebbe avuto più energie per fronteggiare le difficoltà».
Tano Gullo
I ricordi di uno dei pionieri della corsa madonita
Beppe Albanese, una vita con la Targa

Ottantanove anni suonati ma portati ottimamente: il comandante Beppe Albanese, sportivo autentico targato 1897 è un personaggio carismatico dello sport siciliano e non. Non solo, è un autentico album di ricordi, testimonianza vivente di tempi e costumi di un'epoca che ai giovani di oggi può sembrare fin troppo remota.
L'accostamento del comandante Albanese con la Targa Florio è inevitabile vista la passione per gli sport motoristici e lo stretto legame d'amicizia con il «papa» della Targa, Vincenzo Florio. Tutto cominciò nel lontano 1918.
'Fu allora — racconta Albanese — che conobbi Vincenzo Florio. Lui era il presidente dell' 'Automobile Club Siciliano che aveva sede proprio nell'abitazione di Florio in via Catania. Era un personaggio conosciutissimo in città e con la Targa Florio divenne ancora più popolare. Fu lui ad esempio che diede vita ali 'Ente Primavera Siciliana, paragonabile in piccolo ali 'attuale Assessorato al Turismo. Si occupava del turismo siciliano nel periodo primaverile».
Il rapporto di Albanese con la Targa Florio è comunque un rapporto diretto. Nel 1925, anzi, partecipò ad una edizione della gara, a bordo di una Aquila Italiana, di fabbricazione torinese, che però ebbe un guasto durante la corsa costringendolo al ritiro. Fu l'unica esperienza quella di una Targa da pilota. Ma sono decine e decine le edizioni della «corsa automobilistica più vecchia del mondo» che il comandante ha vissuto da componente della Commissione Sportiva.
Gli chiediamo di raccontarci qualche episodio particolare.
•È difficile — spiega — parlare di un episodio tra i tanti accaduti».
Poi, il comandante Albanese si lascia andare e racconta:
•Un anno, intorno al 1930, partecipò alla Targa una signora, madame Elizabeth Juneck, cecoslovacca. Correva su una Bugatti, un'auto alla quale sono particolarmente legato e su cui ho vinto due competizioni automobilistiche (la corsa del Monte Pellegrino, anche quella organizzata da Vincenzo Florio ndr). Questa donna riuscì ad entusiasmare il pubblico con una gara eccezionale. Pensate, era prima fino al penultimo giro, poi fu costretta al ritiro per un guasto meccanico. Fino al momento dell'abbandono era riuscita a stare davanti a piloti del calibro di Nuvolari, Ascari e Varzi. Di questa impresa si parlò a lungo».
Ma ci sono anche i ricordi brutti.
"Un anno, nella Targa Florio, morì un mio carissimo amico. Era il conte Masetti, un gentleman, correva con la Bugatti. Fu un dolore enorme».
Targa Florio oggi, Targa Florio allora. Albanese non ha dubbi, la vera era quella di allora, quella di Florio.
•Adesso si corre su un tracciato da rally e pur conservando caratteristiche tecniche di tutto rispetto, la Targa Florio non ha più quella importanza e quel fascino di una volta. Prima durava più di un mese. Le Case automobilistiche stabilivano il loro quartier generale all'Hotel di Termini Imerese, la città viveva per quella manifestazione, non si parlava d'altro. Erano suggestive anche le prove del percorso e quando c'era la gara ' 'vera ' ', l'ala di pubblico era davvero imponente».
Il successore di Florio
Nei ricordi di Albanese c'è anche qualcosa di indelebile, di commovente. Un motivo di orgoglio.
«Vincenzo Florio era un mio grande amico e l'ho sempre seguito nell' 'organizzazione della gara. Poco prima di morire disse alla moglie — che adesso è morta —: per la Targa Florio rivolgiti al comandante Albanese. Fu un riconoscimento che mi commosse, pur nella dolorosità di quel momento».
Il rapporto con la Targa Florio si è interrotto sette anni fa. Dopo aver vissuto i grandi cicli (Mercedes, Alfa...), dopo aver visto correre i più grandi piloti (Nuvolari, Varzi, Ascari, Brilli Peri, Campari...) Albanese ha passato la mano quando era ancora vicepresidente dell'Automobile Club.
«Fisicamente reggevo ancora l'impatto di una dura organizzazione ma mi rendevo conto che era arrivato il momento di dare spazio ai giovani».
Per i giovani d'oggi il comandante Albanese può rappresentare un «mito sportivo». Pilota dell'aviazione durante le due guerre mondiali, che lo hanno visto in prima linea, Albanese è stato uno dei precursori dell'aviazione sportiva. Partecipò anche ad un Giro Aereo di Sicilia valido come prova del campionato mondiale. Moltissimi ne ha organizzati. La fama dei «suoi» Giri varcò l'oceano, lui divenne vicepresidente della Federazione Aeronautica Internazionale, carica che conservò per quasi un decennio.
Albanese ha praticato anche il tennis, la vela, il ciclismo e l'atletica. È un socio fondatore, l'unico superstite, del Circolo Tennis Palermo, è socio fondatore anche del prestigioso Circolo della Vela Sicilia. È un personaggio conosciutissimo e stimato. Anche quest'anno «diserterà» la Targa ma il suo cuore, statene certi, sarà ancora vicino ai piloti in gara, ma soprattutto a questa manifestazione che per lui ha rappresentato molto più che un amore.
Guido Monastra
L'evoluzione dei rallies in Sicilia
Da quando — era l'autunno inoltrato del 1971 — quattro intrepidi finirono con Fiat 128 a nolo sul letto del fiume Imera (sotto Blufi), nel corso di una sfortunata ricognizione sulle Madonie alla ricerca di strade (o meglio sentieri) adatte a comporre il percorso di quello che l'anno successivo sarebbe stato il 1° «Rallye di Sicilia», sono passati ben 15 anni.
Oggi, un'avventura del genere avrebbe del ridicolo e i pionieri che ne furono protagonisti (fra questi l'immancabile Antonio Pucci, l'indimenticabile Peppino Palmeri primo Direttore di Gara, e l'attuale Direttore della Targa, Giacomo Sansone) non susciterebbero simpatia narrando la loro «avventura» ma apparirebbero solo degli sprovveduti. Eppure si deve anche a quel guado infelice, se i rallies in Sicilia hanno rapidamente avuto sviluppo ed attualmente questa specialità gode di salute addirittura migliore delle cronoscalate, che sembrava non potessero mai conoscere declino.
Proprio recentemente invece si è avuta una conferma del maggiore seguito vantato dai rallies; addirittura si è registrato il sorpasso a discapito delle salite. Al «Primavera», manifestazione di apertura della stagione siciliana, si è avuto un numero di concorrenti doppio rispetto alla classica «Belmonte - Avola»; sarà causa anche della nuova regolamentazione, finalmente entrata in vigore per le corse di montagna, fatto sta che per la prima volta le cifre sono state nettamente a favore dei rallies. Un momento che non esiteremmo a definire storico per lo sport automobilistico nell'isola e che probabilmente non resterà un fatto insolito ed isolato, seppure con leggere variazioni.
Tracciati scassa macchine e fango per cominciare
La prima edizione del Rallye di Sicilia, tanto sterrato, fango, e difficoltà a gogò, si disputa, com'è noto, nel 1972 con l'Albo d'Oro, poi man mano sempre più prestigioso, aperto dal duo Munari - Mannucci. Sono questi i tempi dei rallies scassa macchine dov'è già un successo vedere lo striscione d'arrivo o comunque riuscire a giungere più in fondo possibile. E a tal proposito gli aneddoti si sprecano. Si gareggia all'insegna dell'avventura e probabilmente più dell'agone è maggiore la curiosità, almeno inizialmente.
Il «Sicilia», con caratteristiche più o meno identiche, resta l'unico sino al 1977, quando si affaccia alla ribalta della specialità Siracusa, città di solide tradizioni velocistiche (grazie al circuito ed ad un paio di valide cronoscalate), con il «Mare-Monti» (vinto da Restivo - Marino con la Golf GTI di gruppo 1), mentre l'Automobile Club Palermo raddoppia la propria presenza con il «Conca d'Oro» che parte da Palermo e si snoda nel Corleonese. Proprio in questo periodo si modifica la filosofia con cui i rallies vengono allestiti; dal tutto terra, e durissimo, si passa ai rallies alla francese: tutto asfalto su stradine strette e tortuose preferibilmente di montagna. È la svolta che necessitava; al nuovo tipo di corse su strade hanno adesso accesso anche gli equipaggi che dispongono di automobili normalmente utilizzate per gareggiare nelle cronoscalate e con l'aggiunta di paracoppa, due paia di fari supplementari, la cintura per il secondo, e un assetto meno duro, spinti dalla curiosità, si presentano alle prove notturne. Già a quei tempi nascono due partiti: i fautori della terra e quelli dell'asfalto. Nel tentativo di contentare le due esigenze ecco l'uovo di colombo: i rallies misti, metà terra metà asfalto.
Costa di più, e la quantità di denaro necessaria per parteciparvi è sempre maggiore, ma la condizione appare più completa. Optano per questa formula, siamo nel 1978, il «Conca d'Oro», (che offre il bis di una coppia di fidanzati che faranno tanto parlare di loro approdando perfino a squadre ufficiali, Alberto Carretta e Omelia Amara che stavolta con la Ascona ripetono la vittoria che l'anno prima, semi-sconosciuti, avevano ottenuto con una vetusta Cordini), il «neonato» «Sole» (a Siracusa) e la «12 Ore di Campobello di Mazara» che lascia la regolarità, di cui era una classica, per i rallies registrando il successo di
Carretta-Amara. I rallisti formano ormai un vero «circus» di almeno cinquanta equipaggi.
Targa, fiore all'occhiello del rallismo siciliano
È comunque a partire dal 1978 — quando la Targa Florio diviene rally — che la specialità, anche in Sicilia, assume una fisionomia propria e non solo nelle caratteristiche delle diverse manifestazioni, tutte quante ben rodate, e alle quali sono da aggiungere il «Città di Messina» e il «2 Mari», che segnano il ritorno della città dello stretto nel mondo delle corse dopo un assenza che durava dai tempi dell'ultimo e purtroppo tragico, Circuito di Ganzirri. Ormai i praticanti hanno operato scelte ben precise e i piloti hanno vetture da adibire esclusivamente ai rallies che divengono la loro unica attività; si registrano diversi passaggi dalla velocità (pista e salite) alle corse su strada. Ai nomi già noti sono da aggiungere quelli di Picciurro - Inga (primi, su Alfetta, al «2 Mari») e Montalto -«Flai» (Lancia Stratos) che inaugurano il «Città di Messina». Barraja - Gattuccio (Porsche) chiudono la stagione aggiudicandosi il «Proserpina». Ma la vera svolta si ha nel 1980.
In Italia esiste un campionato tricolore (di cui fanno parte i Rallies Internazionali) e vengono assegnati titoli anche per i «nazionali» (considerati, per semplificare, competizioni di serie... B con percorsi più brevi che si articolano in
una sola giornata). E come tradizione vuole è da questa serie, che si rivelerà un vero e proprio vivaio, che provengono i migliori campioni di ieri e qualcuno in auge ancora oggi.
Bisogna scegliere inoltre per un solo tipo di fondo: o terra, o asfalto. Carrotta intanto si conferma sempre il più bravo giungendo addirittura quarto alla Targa, imitato da Montalto al «Conca d'Oro»: un altro palermitano «Dielis» (Porsche) si presenta vincendo il terzo rally siracusano (disputato però solo in quell'anno) il «T.R.I.S. 57» e poi a «Campobello», «Messina», e «Mare-Monti». È splendida la sua lotta con Runfola (Stratos) che ha la meglio prima sui Nebrodi e poi al «Proserpina».
La partecipazione che desta più interesse è quella dell'ex-velocista «Amphicar»; arriva nei rallies alla grande, seppure con una Ascona gruppo 1 dei Con-cessionari Opel Sicilia coadiuvato da Fabrizio Schermi. Diverse le «performances» nonostante lo consideri un anno di apprendistato.
Nel 1981 è lui, Amphicar, il vero dominatore stavolta con un'eccellente Porsche; la novità è il Campionato dei Rallies Nazionali con le tre finali che assegneranno il titolo assoluto.
Che lo stesso «Amphicar» e Runfola siano indicati, sin dall'inizio stagione, come due fra i principali candidati al successo, è una conferma della crescita del rallismo siciliano. È un anno importante perché segna anche una frattura fra le due zone d'Italia, i piloti del nord per anni abituati al monopolio di campionati che si giocano dalle loro parti non gradiscono molto di essere costretti a scendere nel meridione per prendere punti; cosa che invece i colleghi, quelli delle isole in particolare, dovevano sobbarcarsi se volevano seguire proficuamente i campionati.
Fatto sta che a Messina (prima prova finale, ed è anche questa una «promozione») domina «Amphicar» ma viene bloccato da un banale inconveniente; in precedenza aveva vinto «2 Mari», «Campobello», «Proserpina», e chiude la stagione con il successo al «Giro di Sicilia» (insieme a PREGLIASCO). Runfola è primo solo al «Mare-Monti», e giunge l'alloro anche per «BRONSON» con Di Prima al «Giganti»; «Dielis» trova spazio solo al «Nebrodi», e «Joy».
1982, anno record per il progresso della specialità
Il 1982 è un anno record: in dieci mesi si disputano ben 12 rallies. La «Targa Florio» è sempre più importante nel Campionato d'Europa di cui è tappa fondamentale; debuttano le zone nel Trofeo dei Rallies Nazionali e la Sicilia, da sola, forma la sesta vinta da Runfola sul filo di lana a discapito di «BRONSON»: il conto delle vittorie è di sei a quattro per il cefaludese.
Debuttano due nuovi rallies «Sciacca Terme» e «Partinico» mentre i piloti siciliani continuano a vincere anche fuori dello stretto; meglio di tutti riesce a fare Zambuto che dopo essersi imposto
l'anno precedente nel Trofeo TALBOT si aggiudica il Trofeo CSAI di gruppo B con la Porsche. Per l'agrigentino sembra schiudersi il futuro e pare possa imitare Carretta che intanto, con Gattuccio a fianco, è ufficiale Ford.
Cambia poco l'anno successivo; il numero delle manifestazioni resta invariato (perché l'ingresso di Caltanissetta con il «Primavera» compensa la rinuncia al «2 Mari»); il «Città di Messina» viene promosso ad Internazionale (pur se vinto dal locale Panebianco con una Opel gruppo 2), ma cresce soprattutto la «Targa» che ottiene il coefficiente 3 per l'europeo.
L'anno meno bello è il 1984; 18 le manifestazioni inserite in calendario ma solo 10 quelle regolarmente disputate e, di queste, sette sono valide per la Coppa Italia (nuovo stile dei nazionali) di cui la Sicilia è adesso la 7° zona e non esistono più le finali mentre debutta il Campionato «Open» riservato alle prove italiane dell'Europeo. La «Targa-Rally» ne è prova di apertura. «Coppa» e «Siciliano» vanno ancora al duo palermitano-nisseno «BRONSON» - Di Prima (Ferrari) nonostante i coniugi Runfola con la Lancia Rally 037 dominino la seconda parte di stagione. Salto di qualità pure per Zambuto (con una Manta della «Chieri Corse»), che precede un convincente SAVIOLI. Trofeo Ford ancora ad un siciliano: Roberto Fiamingo, messinese di belle speranze.
La scorsa stagione è stato un po' un salto indietro per numero di competizioni (9 come nel 1980) ma è risultata elevata in qualità, più in alto di tutti è arrivato Runfola, con Donatella Poli, che ha primeggiato nel neonato Trofeo Centro Sud; per la seconda volta un siciliano s'impone nel Trofeo Ford; stavolta tocca al messinese Oliva; la promessa Stagno invece è prima di zona nel Trofeo Opel Corsa e poi sbaraglia il campo all'Opel Day vincendo la corsa «Master».
Le manifestazioni di scarso livello si contano sulle dita di una mano e la Sicilia è quasi indenne da critiche. La «Targa Florio» resta all'apice sotto il profilo tecnico ed organizzativo, seguita a ruota dal «Messina» e in quanto a validità dal «Proserpina» e dal «Conca d'Oro», seguono «Nebrodi» e «Primavera», appaiati in un'ipotetica graduatoria.
Infine l'impegno di gente come Runfola, Zambuto, Stagno, SAVIOLI, Viti, Di Bartolo, Oliva, Monti nel Trofeo Centro-Sud, e in particolare di Sergio Montalto impegnato pure negli «Open» con la 75 Turbo gruppo A seguita direttamente dall'Alfa Romeo, lasciano ben sperare in una stagione di soddisfazioni.
Il quindicesimo anno di presenza dei rallies in Sicilia insomma pare avrà un giusto rilievo. Provare, per credere... Darlo Pennica
IL FASCINO DEGLI 80 ANNI AMMALIA I PILOTI SICILIANI

Sarà perché si tratta della 70a edizione, sarà anche che si è ritornati al «tutto asfalto», fatto sta che quest'anno nel «giro» del rallismo siciliano si sente più spesso degli anni passati parlare di Targa Florio. Dopo il record negativo di presenza di piloti isolani toccato lo scorso anno in concomitanza con l'inserimento di una tappa su sterrato, l'elenco degli iscritti per questa edizione dovrebbe tornare a riempirsi di tanti conduttori siciliani.
Sarà un po' un ritorno ai vecchi tempi della Targa Florio di velocità quando questa gara costituiva l'avvenimento più importante ed atteso di tutta la stagione. I piloti locali per non sfigurare nel confronto con quelli del nord iniziavano a provare i 72 km del tracciato mesi e mesi prima della gara per essere poi pronti al classico appuntamento di maggio.
Quest'anno, poi, la pattuglia siciliana ha affilato le proprie armi e può presentarsi con diversi piloti in grado di ben figurare sia nella classifica assoluta che in quelle di gruppo. Mai come in questa stagione, infatti, si è
avuto un folto gruppo di conduttori locali che ha varcato lo stretto per partecipare, e con successo, alle gare del C.I.R. e dell'Open.
A quest'ultimo campionato si è dedicato Sergio Montalto che ha allestito, con la collaborazione dell'Alfa Romeo, un interessante programma che prevede la sua presenza nelle 5 gare in calendario con una Alfa 75, dapprima nella versione aspirata e successivamente con quella Turbo. Nel 1985 Montalto fu il primo dei siciliani alla Targa Florio, giungendo quarto assoluto, un risultato che anche quest'anno è alla sua portata.
Un altro che certamente non starà a guardare è Ninni Runfola, vincitore del Trofeo d'Italia Centro-Sud 1985. Il pilota di Cefalù potrà finalmente disporre di una vettura competitiva, la Lancia Rally preparata da Volta, con la quale non gli sarà difficile sfatare una tradizione a lui non certo favorevole.
«BRONSON» invece, ci ha preso gusto a correre la Targa Florio con una vettura di serie e, dopo il decimo posto dello scorso anno con l'Escort Turbo,
quest'anno dovrebbe riprovarci con una «Uno», ovviamente sovralimentata. L'Escort Turbo sarà per questa volta portata in gara da Antonio Stagno, la più giovane promessa del rallismo siciliano, che con la stessa vettura è impegnato nel Trofeo d'Italia Centro-Sud.
Anche Marco SAVIOLI, pur non tralasciando il Trofeo Centro-Sud che è il suo obiettivo principale per il 1986, non diserterà la Targa Florio. Dopo il quinto posto ottenuto lo scorso anno ritenterà l'avventura con la stessa vettura, una Manta GTE, che alterna con la più moderna KADETT GSI con la quale disputa il Trofeo.
Questi, in linea di massima, saranno i portacolori del rallismo isolano alla 70 a Targa Florio. A loro si potranno aggiungere alcuni irriducibili «aficionados» della corsa più vecchia del mondo, che nonostante abbiano abbandonato da tempo l'attività agonistica continua, non perdono mai troppo tempo a rimettersi casco e tuta quando riecheggia il nome della Targa.
Gianfranco Mavaro

Questi i beniamini del pubblico
«Ninni» Runfola - Donatella Poli (Lancia Rally - Gr. B)
«Ninni» Runfola è nato l'I settembre 1944 a Cefalù. Esordisce nel 1969 nelle cro-noscalate, specialità alla quale si dedica fino al 1979 e che gli ha fruttato anche una vittoria assoluta. Nel 1980, sempre fedele alla Stratos, passa ai rallies e se ne aggiudica ben tre. Dopo una sola vittoria nell'81, fa la parte del Icone nel 1982 vincendo sette rallies e la sesta zona dei «Nazionali». Nel 1984 con una Lancia Rally si impone in due gare della Coppa Italia e vince il Rally internazionale Città di Messina.
Lo scorso anno sempre con la Lancia Rally si aggiudica il Trofeo d'Italia Centro-Sud vincendo i rallies di Casciana, Salento e Spiga. In questa stagione ha già bissato il successo di Casciana e ritenta la scalata al Trofeo.
Donatella Poli è nata a Venezia il 23 ottobre 1952 ed ha esordito nel 1981 a fianco del marito Ninni Runfola. Ha diviso con lui tutte le vittorie a partire dal 1982.
«BRONSON» - Eros di Prima - (Fiat Uno Turbo - Gr.N)
«BRONSON» (Angelo SIINO), è nato a S. Giuseppe Jato (PA) il 25 marzo 1944 ed ha esordito nel 1964 con una Fiat 500. Dopo una parentesi velocistica, nella quale ha guidato anche vetture Sport, si è dedicato ai rallies. Fedele alla Opel, corre nel '77 e '78 con una KADETT GT/E Gr. 1 e nel '79 con la versione Gr. 2. Nell'80 passa alla guida dell'Ascona 400 e nell'81 coglie con una Ascona di serie la sua prima vittoria assoluta nel Rally dei Giganti. Nel 1982 vince quattro rallies con l'Ascona 400 e l'anno successivo, passato alla Ferrari 308 GTB, coglie ben cinque successi e l'alloro della
«sesta zona» dei rallies nazionali aggiudicandosi tre gare.
Nel 1985, dopo un pauroso incidente con la Ferrari, corre con una Ford Escort Turbo (10° assoluto alla Targa Florio) e con una Lancia Rally, a bordo della quale vince il Rally Valli dello Jato.
Quest'anno, sempre con una 037, si è già imposto nel Rally di Primavera.
Eros Di Prima è nato a Caltanissetta il 4 marzo 1959 ed ha esordito nel 1979 come navigatore. Dal 1981 è sempre stato il navigatore di «BRONSON», col quale ha diviso tutti i successi.
Marco SAVIOLI - «Davis» (Opel Manta GT/E) - Gr. A)
Marco SAVIOLI è nato a Palermo il 20 aprile 1957 ed ha esordito nei rallies nel 1980 con una Fiat X 1/9.
Dopo varie esperienze con una Simca R2 si mette in luce nel 1983 ottenendo con una Opel KADETT Gr.A eccellenti risultati.
Vince il Gruppo nella sesta zona e diventa pilota prioritario partecipando anche alla finale del Campionato Rallies Nazionali.
Nel 1984, sempre con la KADETT, rivince la classifica di Gruppo nella sesta zona e si classifica decimo assoluto alla 68° Targa Florio.
Questi risultati sono stati premiati nel 1985 dalla Chieri Corse che gli ha affidato una Opel KADETT GSi Gr. A con la quale ha vinto la Coppa Italia settima zona.
Sempre con una Opel, la Manta però, è giunto quinto alla Targa Florio e terzo al Rally di Proserpina. Quest'anno sempre con la Chieri Corse è impegnato nel Trofeo d'Italia Centro-Sud.
«Davis» (Giovanni Averna) è nato a Palermo il 9 settembre 1953.
Ha debuttato nel 1979 e da due anni corre al fianco di SAVIOLI.
Antonio Stagno - Sergio Palazzolo (Ford Escort RS Turbo - Gr. N)
Antonio Stagno è nato a Palermo il 6 marzo 1960. Il giovane imprenditore ha esordito nelle gare in salita nel 1984 con una Fiat Ritmo 130. La prima esperienza rallistica l'ha avuta lo stesso anno al Rally di Proserpina dove si mise in luce prima di una rovinosa uscita di strada. Nel 1985 ha disputato tutto il Trofeo Opel Corsa settima zona, vincendolo e inserendosi spesso nelle prime posizioni dell'assoluta. Positivo anche il quarto posto ottenuto nel Campionato Fiat Uno alla Targa Florio.
Quest'anno ha iniziato vincendo la fina-
le del Master Opel Corsa disputato a Vallelunga ed acquisendo così il diritto a disputare un rally internazionale con una vettura ufficiale. Il suo obiettivo è il Trofeo Centro-Sud dove già vanta un terzo posto di Gruppo al Rally di Casciana.
Sergio Palazzolo è nato a Palermo il 15 agosto 1957; ingegnere, vanta una valida esperienza sul sediolo di destra avendo debuttato agli albori della specialità in Sicilia. Dopo una pausa per motivi di studio ha ripreso l'attività con Stagno, dividendo con lui tutte le più importanti affermazioni.
Sergio Montalto - «Flai» (Alfa Romeo «75» - Gr. A)
Sergio Montalto è nato a Palermo il 26 febbraio 1954 ed ha esordito nel 1972, proprio al 1° Rally di Sicilia, dopo un apprendistato in moto e kart.
Nel 1979 giunge la sua prima vittoria, ottenuta al Rally Città di Messina al volante di una Lancia Stratos.
L'anno seguente, sempre con la Stratos, si classifica nono alla Targa Florio e nel 1980 in coppia con «Bronson» vince con una Opel Kadett GT/E la «Tre Ore di Pergusa».
Dopo una parentesi che nel biennio 83-84 lo ha visto protagonista del gruppo A con una Golf GTI, nel 1985 è tornato alla ribalta imponendosi con una Porsche 911 nel Rally di Proserpina ed alla 12 Ore Notturna di Campobello di Mazara ed arrivando primo dei siciliani alla Targa Florio.
Quest'anno è passato alle vetture Alfa Romeo.
«Flai» (Valerla ALBAMONTE) è nata trenta anni fa a Palermo. Ha navigato sempre con il marito Sergio Montalto, con il quale ha diviso il successo del '79 al Rally Città di Messina.
Nel 1982 ha abbandonato il sedile di destra per passare a condurre una VW Jetta con la quale ha vinto la classifica femminile in due rallies.
Quest'anno si alternerà a fianco di Montalto con Daniele Orobello, esperto navigatore palermitano.
Alberto Carrotta
Alberto Carrotta è nato ad Ascoli Piceno il 14 gennaio 1953. Il battesimo in gara avviene al Rally di Sicilia del 1973.
Nel 1977 si aggiudica il Rally della Conca d'Oro con una Renault Cordini.
Entra nelle grazie della Opel che nel 1978 gli affida per i «nazionali» una KADETT GT/E Gr. 2 con la quale vince tre rallies. Altri tre successi li ottiene nel 1979 con una Renault Alpine, mentre nel 1980 torna nelle fila Opel correndo tutto il C.I.R. con una Ascona Gr. 2, con la quale si piazza al secondo posto, alle spalle di Biasion, nel trofeo del Gruppo 2.
Nel 1981 giunge settimo, alla guida di una Ascona 400, nel Campionato Italiano Rallies Internazionali.
Nel 1982 corre da «ufficiale" per la Ford Italia, ottenendo la vittoria del Gruppo N al «Sanremo».
Nel 1983 dirada i propri impegni agonistici. Nel 1984 è primo di Gruppo N alla Targa Florio e nel 1985 è secondo assoluto al Rally internazionale della Conca d'Oro.
Fiat Uno trampolino di lancio
L'affollatissima Piazza Politeama di Palermo, la selvaggia bellezza dell'entroterra, il ca-ratteristico massiccio roccioso che sovrasta Cefalù ed il suo lungomare, sono le impagabili cornici del Rallye Targa Florio che anche quest'anno, insieme alle vetture che parteciperanno alla prova valida per i Campionati Italiano, Open ed Europeo, ospiterà il rally nel rally riservato al Campionato Fiat Uno.
Il trofeo monomarca è quest'anno alla sua seconda edizione. Il suo calendario '86 si presenta arricchito di una nuova prova; per un totale di 9 gare, contro le 8 del 1985. Quest'anno, infatti, anche il Rally del Ciocco e quello "4 Regioni" ospiteranno una prova del Campionato Fiat Uno per il quale, invece, non sarà più valido il Rally del Sestriere. La formula, rispetto a quella creata nel 1977 per le Autobianchi A 112 Abarth, sostituite dalle Uno lo scorso anno, non è sostanzialmente cambiata. Il Campionato Fiat Uno ne conserva tutte le caratteristiche, con l'obbiettivo di consentire ai giovani di accostarsi alla specialità. Si allarga così il vivaio dei piloti dal quale possono evidenziarsi forze nuove per il rallismo italiano.
Bettega, TABATON, Capone, Cinotto, Cunico, Caneva, Fabbri, Signori, Pierangela Riva (che nel 1985 si è laureata campionessa europea ed italiana con la Peugeot 205 GTI di Gruppo A), Paola Alberi (ex campionessa italiana nel 1984 su Citroen Visa), Paola De Martini, sono alcuni dei piloti sfornati dal Campionato Autobianchi. L'anno scorso la prima edizione del Campionato Fiat Uno ha fatto sì che si mettessero in luce Alessandro Fiorio, vincitore della classifica assoluta e di quella "Under 23", Panontin, Brambilla, Turri, Artusio, Maneo. Ed ancora Liatti ed in finale di stagione Alessandro FASSINA (figlio dell'ex campione europeo ed italiano "Tony") che paiono i nomi nuovi che animeranno il campionato di quest'anno.
Azzeccata la scelta delle due vetture: l'A 112 Abarth prima, nervosetta tanto da richiedere una guida parecchio grintosa, la Fiat Uno poi, all'apparenza più "paciosa" ma che con una guida più pulita ha fatto pendere dalla sua parte il piatto della bilancia sul quale vengono messi i riscontri cronometrici. Automobili molto maneggevoli, scattanti, robuste. Ma il successo del Campionato Autobianchi e di quello riservato alle Fiat Uno è fatto anche di altri ingredienti: un ricchissimo monte premi, quest'anno di 227 milioni (premi di gara cumulabili per le classifiche assoluta, "Under 23" e femminile), sconto del 30 per cento sull'acquisto dell'auto, kit di preparazione a prezzo molto interessante, rallies facili da provare con costi di iscrizione ridotti, pneumatici scontatissi-mi, un unico tipo di fondo stradale - terra o asfalto - per consentire l'uso di un solo tipo di pneumatico (tre le scelte: da terra, slick per l'asciutto, intermedi per l'asfalto bagnato). Ed anche contenuti costi di messa a punto e di gestione della vettura essendo limi-tatissime le modifiche concesse, prestazioni praticamente uguali, tanto da mettere tutti sullo stesso piano di parità e permettere di emergere a chi dispone di maggior "manico".
Non dimentichiamo inoltre che i migliori hanno quasi sempre trovato da accasarsi. Lo scorso anno 11 partecipanti al Campionato Fiat Uno sono stati convocati sulla pista di prova della Mandria, a Torino, dove hanno avuto modo di provare "in diretta" una Lancia Rally ufficiale e compiere alcuni cambi di marcia - anche se soltanto in rettilineo -sulla nuovissima Lancia Delta S4 a trazione integrale. Scontata la partecipazione di Fiorio al Campionato Mondiale di Gruppo A con la Fiat Uno Turbo della scuderia milanese Jolly Club-Totip, mentre tra Guizzardi, Panontin, Carrera, Brambilla, Canobbio, Turri, Tagliapietra, Artusio, Maneo e Gallione si è cercato il più qualificato per correre alcune gare europee con la Lancia Rally gestita dalla scuderia torinese Tre Gazzelle. Dopo alcuni test attitudinali e colloqui con Cesare Fiorio e Giorgio Pianta, la scelta è caduta sul veneto Mario Panontin che, pur essendosi classificato a fine campionato soltanto quarto, è stato quello che, oltre alla sua giovane età (24 anni) ed alle sue doti velocistiche, dispone di doti caratteriali tali da garantire per il futuro le maggiori probabilità di diventare un ottimo pilota.
A riprova di quanto detti» Panontin, Fiorio, Turri e Brambilla sono entrati a far parte del "Junior Team" della Fiat, al quale erano già appartenuti Vudafieri, Tognana, TABATON, Cunico, Capone, Biasion, Antonella Mandelli, per citarne alcuni.
Quest'anno Maneo disputerà il GIR con una Peugeot Gruppo A della scuderia torinese Autosport, Brambilla farà lo stesso con una Fiat Ritmo Gruppo A del Jolly, Artusio - al momento in cui scriviamo - dovrebbe disputare anch'egli il GIR su una Renault 5 GT Turbo o su Fiat Uno Turbo.
Gian dell'Erba
DOVE ERO ? 1^TAPPA PS 1 CERDA 23,30 PS 11 TARGA 8,06 2^ TAPPA PS 13 CERDA 22,21 PS 26 TARGA 8,17 INTERMEDIO 1

Si corre a maggio, in notturna, il 10^ Rally della Conca d'oro, valido per il campionato italiano rallies.

Gran lavoro nella notte dall'intermedio della PS ROCCHE DI RAO passaggio alle 21,45 ci si sposta al FINE-STOP della PS MASSERIA PIOPPO passaggio alle ore 23,45 per poi ritornare alla ROCCHE DI RAO passaggio alle 3,35 e concludere alla MASSERIA PIOPPO passaggio alle 5,35.

Si corre all'inizio di agosto, fortunatamente in notturna, il 2^ Rally dello Jato. La mia PS è MADONNA DEL PONTE passaggi alle 1,56 e 5,16.