DIATTO CLEMENT

Dopo oltre mezzo secolo come produttrice di carrozze a cavalli, all'inizio del secolo la torinese Fratelli Diatto decise di dedicarsi al nuovo promettente mercato dell'automobile. Per limitare quanto possibile i rischi dell'operazione, i titolari dell'azienda preferirono associarsi a una Casa francese che vantasse una consolidata esperienza nel settore. Proprio per questo nell'aprile 1905 fu costituita la Società Diatto - A. CLÉMENT Vetture Marca Torino fra la Ingg. Vittorio e Pietro Diatto e la transalpina CLEMENT BAYARD. Scopo della nuova azienda: la costruzioni di automobili su licenza CLÉMENT.  La produzione regolare iniziò l’anno seguente, con un programma di 250 unità annue suddivise fra i modelli 10/12 HP e 20/25 HP, a cui si aggiunse (nel 1908) la 6 cilindri 24 HP di 4086 cm³. Nel 1909, a causa della scissione con la CLÉMENT, la ragione sociale della Casa venne mutata in Officina Fonderia Fréjus -Vetture Diatto che costruì, in quello stesso anno, il suo primo motore di progettazione autonoma, un monoblocco a 4 cilindri. Dal 1911 al 1915, inoltre, la produzione si concentrò su una 'Tipo Unico' dotata di un 4 cilindri di 2212 cm³, portato in seguito a 2413 cm³. Alla conclusione della guerra, la Diatto modificò per ben due volte la denominazione: dapprima divenne Fonderie Officine Fréjus Automobili Diatto SA e poi, dal 1919, Automobili Diatto S.A. L'anno seguente, inoltre, la sede sociale dell'azienda venne trasferita da Torino a Roma. Per quanto riguarda, invece, la normale produzione automobilistica, nel 1919 era stata presentata la Tipo 30, riproduzione su licenza della Bugatti Tipo 23. In questo periodo venne allestita anche la Tipo 10, prematuro tentativo di proporre al grande pubblico una vettura utilitaria: il progetto originario fu elaborato dalla Gnome et Rhõne, una ditta controllata dalla Diatto la quale si assunse l'onere della realizzazione pratica (con qualche modifica rispetto al prototipo) dell'interessante automobile. Tre anni più tardi, al Salone di Milano del 1922, fu esposto il modello 20 (i cui disegni costruttivi erano stati acquistati dalla Società Veltro di Torino) che, insieme alla sua derivazione sportiva (20S), divenne molto popolare fra gli appassionati. Si trattava di una vettura a quattro cilindri di 1996 cm³, con valvole e albero a camme in testa: nella versione normale la potenza era di 40 CV, che saliva a 75 nella S. Purtroppo, nonostante il successo di queste vetture, la situazione economica della società non era delle migliori, tanto che venne decisa la sua chiusura. Per fortuna, l'afflusso di denaro fresco permise di migliorare la situazione. Sull'euforia dello scampato pericolo vennero varati nuovi programmi che prevedevano un maggior impegno agonistico che culminò nella realizzazione di una vettura da Gran Premio, il cui progetto era stato commissionato ad Alfieri Maserati. Dotata di un 8 cilindri in linea di 2 litri sovralimentato, prese parte, con scarsa fortuna, al GP d'Italia del 1925. Nel 1926, una nuova crisi economica, determinata, questa volta, dalle dissestate finanze dei fratelli Musso che erano tra i principali azionisti della Diatto. Dopo qualche anno di vita stentata, al limite del fallimento, l'azienda venne rilevata da Carlino Sassi che cercò di risanare la situazione limitando la produzione a parti di ricambio per autoveicoli Diatto, nonché su motocompressori, gruppi elettrogeni e perforatrici pneumatiche. Un timido tentativo di ritornare alle costruzioni automobilistiche venne fatto nel 1945 ma i vari progetti rimasero sempre allo stadio di prototipi. La Diatto cessò di vivere nel 1955 quando venne incorporata nella Veglio SpA.


La Diatto - CLEMENT di Felice BUZIO nei pressi di Cerda  nella 2^ Targa Florio del 1907.

12^ TARGA FLORIO
29 maggio 1921 La
DIATTO 20 di GIACINTO GHIA

 

13^ TARGA FLORIO
2 aprile 1922
La DIATTO 20 di MASSOLA
 

14^ TARGA FLORIO
15 aprile 1923
La DIATTO 20S di ALFIERI MASERATI

 

1924.  La DIATTO 20S ancora con ALFIERI MASERATI partecipa alla 15^ TARGA FLORIO.
 

18^ TARGA FLORIO
24 aprile 1927
La DIATTO 20 S di NICOLÒ' VALDES