targa florio

Il Futuro secondo Don Vincenzo

Un bellissimo articolo di DARIO PENNICA apparso su SICILIA MOTORI con una immaginaria intervista a Florio, inventore della corsa più antica del mondo. Fra fantasie e attualità l'opinione (improbabile) dell'indimenticabile Patron.

Voscenza 'benerica Don Vincenzo. Permette? «Che c'è? Cu si?»
- Sono un giornalista il mio nome non le direbbe niente, desideravo rivolgerle qualche domanda e farle gli auguri... se permette e se ha del tempo...
«Tempo avuogghia. Ma auguri; non capisco...»
- La "Targa Florio". La "sua" Targa Florio, compie cent'anni... sa, siamo nel 2006!
«2006? Di già? Il tempo vola, ah. Certo 100 anni. Vecchia; è fatta vecchia».
- Come vecchia? Antica semmai?
«No proprio vecchia, nel senso che cambio 'u munnu. Ora c'è solo 'sta Formula 1, strade larghe e dritte, i computer. Ma com'è che vi piacciono ancora le corse. Chisti cursi su?»
- Sa: l'evoluzione, la tecnologia. Oggi i Campioni si allevano, quasi quasi li si programma. Eppoi c'è la massima ricerca della sicurezza. Piste moderne, vetture robuste, soluzioni per diminuire i rischi. Del resto proprio la "Targa Florio" aveva l'obbiettivo di contribuire al progresso. Proprio Lei ne ha fatte di cose proiettate in avanti nel tempo...
«Certo, vero. Grazie alla mia corsa le strade di un tempo non erano più solo proprietà dei briganti, le macchine ci volevano proprio, e abbiamo reso famose località che altrimenti manco fuori dalle Madonie avremmo saputo che esistevano. Che tempi, che esperienza».
- Senta: ma sa che la "Targa" è la corsa più antica del mondo, la invidiano tutti: quelli di Indianapolis, del Gran Premio di Francia (seppure per un solo mese non hanno il primato), e la conoscono dappertutto...
«Sì, si, però...»
- Però?
«Un mi facissi parrari... »
- No, dica, dica. Mi sono permesso di disturbarla proprio per questo
«Dico: picciotti, ma chi fa cugghiuniamu? Perciò, a Targa arriva a cent'anni e 'un siti capaci a fare 'na cosa giusta. Si c'era io a chiddi ri Roma e Parigi ci faceva fare tri giri. Quali minchiati 'ri regolamenti, ispettori, giudizi. Dove l'hanno nel mondo na' cursa come chista? Mondiale doveva essere. E basta. Ormai, un cuntamo e un passamu. Na vota... »
- Beh, non è che a Lei hanno reso la vita più facile, ai suoi tempi...
«Ma c'è un perché. C'erano altri problemi, preoccupazioni, ma a parola era parola. Minchia!»
- Comunque. La festa è stata organizzata. Corse, esposizioni, mostre, c'è di tutto. Veramente, cosa si doveva fare ancora?
«Una cosa sola: una corsa sul circuito piccolo, con le stesse macchine che hanno corso dal '55 al 73 per il Mondiale. E chi ci vulieva? Ve lo debbo spiegare io? Ancora? Cerda, Caltavuturo, Collesano, Campofelice, si attraversavano - come dite ora? In "trasferimento"- piano, e pure Buonfornello. Le vie dei Paesi transennate, e tutti 'i rarrieri. Quale Sindaco si sarebbe opposto? Negli altri tratti si currieva. Come fate ora nei rallies, con le "prove speciali". Solo un pilota a bordo (ca' senno l'avutru murìeva ru'scantu...). U pubblico? Facevate pagare. Assai. E non si entrava chi machini. Una vuota mi ricordo che a pagamento si fici. Una poco s'ammuinaro, ma l'avutri paavano tutti e un si lamentavano. Dici che a "Targa " è di tutti e ci volete bene... »
- Don Vincenzo, mi permetta: facile a dirsi, ma la gente è impossibile da controllare. Il pericolo elevato; si ricorda nel 1977 quello ch'è successo?
«Ma perché nei rrallì ch'è diverso? Ah i rralli sì e a' Targa no? Ma finitila va. A verità è ca 'un va' firate! Cciu' dissi: un mi facissi parrari...»
- Cavaliere, i tempi sono cambiati. La sicurezza deve venire prima di tutto. Come si fa a controllare 72 chilometri di percorso? Amuni? Eppoi i proprietari di quelle auto non è che sono come i piloti di una volta. Sono collezionisti; insomma un sa' spirugghiano come quelli dei tempi suoi.
«Giovanotto: 'un mi convinci. E comunque perché non avete fatto la prova del Mondiale Rallies allora?»
- Eh, in effetti. Ma lì è un'altra storia... «E che storia è? Spiegamilla... »
- Difficile è. Veramente. Un discorso lungo... «Ti dissi ca io tempo n'aiu... parrà».
- La Federazione Internazionale porta i rallies in zone adeguate, in tutto il mondo, dove ci sono percorsi duri ma lontani dalle città, dai centri abitati. Questione di autorizzazioni, permessi. Il pubblico sì, ma magari non proprio a decina di migliaia. Eppoi all'Italia tocca una sola prova; almeno finché ce la danno...
«Si lo so, "Sanremo"»
- No, veramente non è più "Sanremo". Ora si chiama "Rally d'Italia" e si corre in Sardegna...
«Minchia, pure a "Sanremo" futtiero? Un c'è cchiù mun-nu. U dico io... E vabbè, e picchi in Sardegna sì e in Sicilia no? lo invece già m'immagino stù "Rally d'Italia -Targa Florio"... anzi nò, megghiu "Targa Florio-Rally d'Italia"; 'ncapo ai Madonie. Maria quanta gente! E che spettacolo! Ma quale "Montecarlo"...». Ma chi è che non l'ha voluto?
- Non è ch'è stato uno solo; sono in tanti a decidere...
«Belli minchioni! Non hanno capito nienti. Bedda matri, nelle mani di chi siete. Megghiu io, ca 'n capo... »
- Vabbè Don Vincenzo. Per adesso è andata così, però magari in futuro. Finché c'è vita (scusi...), c'è speranza...
«Se: continuate a sognare. A occhi aperti. Arruspigghiativi! Tutti».
- Ma cosa dobbiamo fare?
«Svegliativi. Avete una gara c'avì cent'anni. Unica al mondo. Possibile che non siete capaci di organizzarla come dicono loro? E chi ci vuole? Piccioli? A "Regione" n'avi tanti. Pigliatene uno buono a cumannari. I picciotti, ci vogliono picciotti. Ora chi doveva fare a fatto. Finiu? Buono. Ora girate pagina. Come ci dobbiamo arrivare ad altri cent'anni?»
- Ma sa, un risveglio c'è. Ora della "Targa" sanno molto pure i più giovani. Se n'è parlato e scritto tanto. Dappertutto. Vedrà che da ora in poi sarà meno difficile trovare sponsor, collocazione adeguata nel calendario, la rinascita è possibile. Certo proprio il "Mondiale" mi pare impossibile. Però...
«Ah, il Mondiale non è possibile? E allora che continuate a fare?»
- Ma non è che c'è solo il Mondiale. Il valore anche culturale, la tradizione, la storia...
«Se, se, riempitevi la bocca con stì paroloni. La "Targa Florio" è una corsa, ed ha avuto successo perché è stata una corsa vera. Sennò altro che cent'anni, novanta edizioni. Non gliene sarebbe importato niente a nessuno. Se volete continuare dovete riportarla alla massima validità. Sennò chiudetela qui e non se ne parla più».
-Addirittura?
«Certo. Cosa ne volete fare? Un ritrovo per nostalgici? Sempre a parlare del passato, solo del passato. Avanti, dovete guardare avanti. Insomma picciotti: o siti capaci di farvi dare 'u Mondiale, oppure levateci mano».
- Ho capito: le ho guastato l'umore...
«Quando mai, avi ca faccio nervi. Ci sugna abituato. E che le cose storte un mi piaciunu. Comunque, una cosa te la devo dire...»
-Dica...
«In ogni caso: me ne prio. Se; me ne prio. Minchia cent'anni! Appena lo sapranno quelli che all'inizio mi resero tutto più difficile... Certo, lo capisco. I tempi cambiarono. Ora è tutto più difficile. C'è chiddu come si chiama... Ecclestone, gli sponsor, a' televisione. I picciotti hanno mille distrazioni. Lo capisco: se la "Targa" fosse ancora prova del "Mondiale", dovremmo combattere con i diritti televisivi, il pubblico non farebbe sacrifici per venire (altro che nottate in macchina...). Che vi debbo dire? Magari avete ragione voi. E' veramente difficile... però ci dovete provare, minchia! Non può essere che vi arrendete. Amunì, per ora ci godiamo la festa (pure a mia mi sta piacendo tutto stù rivugghio; certo io l'avrei organizzato meglio... ma comunque); basta che poi vi date da fare...»
- Grazie, Don Vincenzo. Soprattutto per l'incoraggiamento. E' necessario. Difficile è, veramente...
«U' saccio, u' saccio. Ma manco pi mia fu facile... Comunque ora debbo andare. Ci vediamo... »
- Questo è sicuro Don Vincenzo.
Ma magari - senza offesa - più tardi possibile...
Baciamo le mani.
E grazie assai. Di tutto!