| ASTON MARTIN |
Utilizzando un motore Conventry - Simplex di 1,4 litri installato sui telaio di una 'voiturette' Isotta Fraschini, Lionel Martin e Robert Bamford, proprietari di un garage a Kensington, costruirono nel1914 la Loro prima vettura, che venne chiamata Aston Martin. Il nome 'Aston' derivava dalla corsa in salita di Aston Clinton che Martin aveva vinto l'anno precedente su una Singer 10 elaborata. Per la prima Aston Martin completamente originale bisognerà attendere fino al1919, dopodiché, trasferita l'azienda da Henniker Mews ad Abingdon Road nel gennaio 1920, la produzione ebbe finalmente inizio. Le prime vetture adottarono motori di 1,5 litri a valvole laterali ma, già dallo stesso anno, vennero adottate soluzioni tecniche più sofisticate. Per la 200 Miglia di Brooklands fu, ad esempio, progettato un propulsore da competizione con albero a camme in testa (la vettura che lo montava ebbe tuttavia la peggio nei confronti di una Aston 'Bunny' a valvole laterali). Nel 1922 fu preparata per il conte Luis Zborowski, che dal 1920 appoggiava finanziariamente la Casa, una 4 cilindri a 16 valvole. Non all'altezza delle aspettative agonistiche, la vettura denunciò alcune carenze di sviluppo. Ciò nonostante fu messa a disposizione dei piloti privati l'anno seguente. Dopo la morte di Zborowski, avvenuta nel 1924 all'autodromo di Monza mentre questi era al volante di una Mercedes, l'azienda si trovò sull'orlo della bancarotta e, nel 1925, fu posta in liquidazione. Alla fine dell'anno !a Aston Martin venne acquistata per sole 6000 sterline da W.S. Renwick. La produzione fu trasferita a Feltham, nel Middlesex, dove rimase fino al 1957, superando diverse crisi finanziarie con frequenti mutamenti dirigenziali. Renwick e il suo socio, l'oriundo italiano Augusto Cesare Bertelli, erano titolari di un'azienda di progettazione, la R&B, che, in precedenza, aveva realizzato un'automobile dotata di un motore a 4 cilindri di 1,5 litri con albero a camme in testa. Questo modello, che costituì la base per tutte le Aston Martin progettate da Bertelli fino al 1936, si procurò un buon pedigree sportivo a Brooklands, a Le Mans e alla Mille Miglia. Il problema centrale rimaneva tuttavia quello finanziario. Dopo una breve unione con la Frazer Nash, nel 1931, e con L. Prideaux Brune, la Società passo nel 1933 sotto il controllo di R. G. Sutherland. Nel 1937 una nuova 2 litri raccolse l'eredità dell'ormai superata 1,5 litri, alla quale si ricollegava stilisticamente. Non si trattò però di un successo. La prima Aston Martin del dopoguerra fu dotata di un motore di 2 litri ad aste e bilancieri progettato da Claude Hill e caratterizzata da sospensioni anteriori indipendenti. Ne vennero costruiti solo pochi esemplari prima che l'azienda fosse rilevata, nel 1947, dal gruppo di David Brown. Diversi esperimenti, condotti tra il 1948e il 1949, portarono allo sviluppo di un modello a telaio tubolare di concezione molto moderna, che venne battezzato DB1. David Brown aveva da poco acquistato anche la Lagonda e poteva ora disporre del motore 6 cilindri di 2,6 litri a doppio albero a camme che W. O. Bentley aveva progettato per questa Casa nel primo dopoguerra. Questa unità motrice venne installata in un telaio in tubi a sezione quadrata rivestito da una carrozzeria aerodinamica. La vettura fu iscritta, senza pero ottenere risultati di rilievo, alla 24 ore di Le Mans del 1949, prima che ne fosse iniziata la produzione con la sigla di DB2. La DB3 del 1954 fu una 'sport' che divenne una protagonista delle gare di durata dell'epoca, soprattutto con la versione DB3S, progettata da Robert Eberan von Eberhorst, dotata di telaio a scala e ponte posteriore De Dion, oltre che di una carrozzeria molto sinuosa. I maggiori successi furono colti pero dalla DBR, che, nel 1959, si aggiudicò la 24 Ore di Le Mans e il Campionato Marche per vetture Sport. Per il 1960 l'Aston Martin allestì la DB4, una vettura tutta nuova, il cui propulsore, un 6 cilindri di 3,7 litri in alluminio con doppio albero a camme in testa, era stato progettato da Tadek Marek. Nuova era anche la sospensione posteriore a bracci oscillanti longitudinali e molle elicoidali. La carrozzeria, molto elegante, era del tipo 'Superleggera', in pannelli di alluminio battuti a mano fissati su una intelaiatura tubolare. Annunciata nel 1963, la successiva DB5 presentò un motore di 4 litri che era stato oggetto di un meticoloso lavoro di perfezionamento per eliminare gli inconvenienti spesso verificatisi col precedente 3,7. Una vera 4 posti apparve solo nel 1966 con la DB6, seguita l'anno successivo dalla DBS e dalla DBS Vantage. Quest'ultima, la versione più potente e costosa, rimase in produzione fino al 1973. Del 1970 è la DBS V8, equipaggiata con un nuovo V8 in alluminio di 5,4 litri, in seguito utilizzato anche sulla berlina Lagonda del 1978. Nel 1972 David Brown cedette l'azienda alla Company Development Ltd., con la scomparsa della sigla DB dalla denominazione dei modelli successivi. Da quel momento, l'Aston Martin ha subito numerosi cambiamenti dirigenziali, cercando di destreggiarsi di fronte ad una crisi petrolifera causa di tanti bilanci in rosso per i produttori di auto sportive. Nel 1984 la Casa è passata sotto il controllo dell'americana Automotive Investments. Attualmente la produzione verte sulla coupé V8 di 5,3 litri a 4 posti, modello base cui si aggiungono la veloce V8 Vantage (274 km/h) e la cabriolet Volante. Ammiraglia è sempre la Lagonda 4 porte. L'Aston Martin ha ripreso, all'inizio degli anni Ottanta, l'attività agonistica nelle gare Endurance. |
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