CERDA: VINCENZO FLORIO |
Diecimila visite e tanti cimeli d'autore per il «garage dei ricordi» di un appassionato Targa Florio, a Cerda un «museo fatto in casa» CERDA. (cam) Diecimila firme sul registro dei visitatori di un museo fatto in casa, senza contributi pubblici, dedicato alla passione di una vita: la Targa Florio. Antonino Catanzaro ha raccolto foto, libri, giornali, quadri, le classifiche e l'elenco dei piloti che hanno partecipato alla corsa automobilistica, cartoline con annulli postali, il casco e la tuta del barone Pucci, gli occhiali di Pietro Taruffi, il megafono che Vincenzo Florio usava per comunicare da un lato all'altro delle tribune il passaggio dei bolidi, piatti della ceramicheria Florio che risalgono all'inizio del Novecento. Ma anche riviste, le figurine dei piloti pubblicate nel 1970, macchine in scala, un cappellino di Arturo Merzario e la tuta del nuovo idolo di casa Totò Riolo. Rarità da collezionista. Catanzaro, che ha lavorato alla Fiat e ha dedicato una vita alla ricerca di cimeli che ricordino la Targa, ha realizzato un piccolo museo nel garage dell'ex motel Aurim, che durante la corsa era l'officina dell'Alfa Romeo dove si preparavano le famose «33 TT3» curate dall'ingegnere Ghiti. Sul registro del museo ci sono anche le firme di personaggi come Clay Regazzoni, Sandro Munari e Prisca Taruffi. Poi visitatori giapponesi, francesi, inglesi, cechi, ungheresi, tedeschi, canadesi e americani. In sottofondo si possono ascoltare le registrazioni delle radiocronache della Targa con la voce di Nuccio Puleo e Luigi Tripisciano e il rombo dei motori della corsa madonita, un effetto che fa ritornare gli orologi indietro di quarantenni. «Peccato che la gara vera sia finita nel 1977 - dice Catanzaro - spero che nel futuro un altro Florio torni a far rivivere quei momenti di gloria e agonismo che davano notorietà alle Madonie. Ringrazio il dottore Calogero Romano, l'unico che ha creduto in questo progetto e mi ha messo a disposizione i locali dell'ex motel Aurim». Il «museo fatto in casa» è sempre aperto ogni sabato e domenica, l'ingresso è libero. Catanzaro ha al suo attivo anche un plastico di argilla che ricostruisce il circuito della Targa Florio, un altro che raffigura le tribune di Cerda, uno che ritrae la curva di Collesano dove nel 1967 Vaccarella urtò un marciapiede e fu costretto al ritiro. Ha fondato anche un'associazione in nome della Targa. La passione della sua vita. CALOGERO MORREALE |
UN CIRCUITO VIRTUOSO INTORNO AL CARCIOFO (da PALERMO mensile della provincia Una economia in crescita grazie ad agricoltura gastronomia e Targa Florio Più che un business è quasi una devozione. Cerda si identifica ormai con il carciofo, prodotto tipico al quale è legata l'immagine del paese e attorno al quale ruota l'economia locale. Al punto tale da dedicargli, oltre alla sagra che ogni anno raccoglie migliaia di visitatori attirati dalle specialità culinarie, un monumento, un carciofo gigante sistemato in mezzo alla piazza. Ma c'è anche chi del carciofo ne ha fatto un sorbetto, dal gusto originale e pungente. Intelligenza, fantasia, laboriosità, tutto a servizio dell'ortaggio. «L'economia del paese - spiega il sindaco Lillo Dionisi - si basa sul-l'agricoltura e, da anni, ci siamo specializzati nella coltivazione del carciofo. Abbiamo già avviato un progetto per l'ottenimento del marchio Igp (Indicazione geografica protetta, ndf): entro qualche mese dovremmo ottenere il riconoscimento che ci permetterà un più facile accesso ai mercati co-munitari». |