targa florio

46^ TARGA FLORIO

6 maggio 1962

1

FERRARI 246 SP 2,4 (152) - RICARDO RODRIGUEZ / WILLY MAIRESSE G.V./ OLIVIER GENDEBIEN

 KM. 720,000

PICCOLO CIRCUITO in 7h. 02' 56" 102,141 kmh. 10 giri - part. 46 class. 20

2

FERRARI 196 SP 2,0 (120) - GIANCARLO BAGHETTI / LORENZO BANDINI

3

PORSCHE 718 RS61 2,0 (108) - NINO VACCARELLA / JOAKIM BONNIER

4

FERRARI 250 GTO 3,0 (86) - pietro FERRARO / giorgio SCARLATTI

5

FERRARI 250 gt SWB 3,0 (92) - roger DELAGENESTE / jean ROLLAND

6

PORSCHE CARRera ABARTH gtl 1,6 (42) - HANS HERRMANN / herbert LINGE

7

ALFA ROMEO Giulietta SZ 1,3 (14) - VITO COCO / VINCENZO ARENA

8

LANCIA FLAMINIA sport zagato 2,5 (74) - PIERO FRESCOBALDI / ALESSANDRO FEDERICO

9

ALFA ROMEO Giulietta SZ 1,3 (36) - ALFONSO THIELE / JEAN GUICHET

10

PORSCHE CARRera ABARTH gtl 1,6 (44) - ANTONIO PUCCI / EDGAR BARTH
11 [34] Giuseppe Virgilio / Giuseppe Sciacchitano ALFA ROMEO Giulietta SZ/1,3
12[8] Francesco Susinno / Giulio Pernice ALFA ROMEO Giulietta SV/1,3
13[52] Alfonso Vella / Pietro Termini PORSCHE 356 B Carrera/1,6
14[6] Giuseppe Dalla Torre / Girolamo Capra ALFA ROMEO Giulietta SZ/1,3
15[4] Giancarlo Sala / «Kim» [=Sergio Pedretti] ALFA ROMEO Giulietta SZ/1,3
16 [40] Raffaello Ciarpaglini / Ottavio Prandoni PORSCHE 356 B Carrera/1,6
17[28] Angelo Bonaccorsi/Vito Sabbia ALFA ROMEO Giulietta SZ/1,3
18[10] Francesco Tagliavia / Guido Garufi ALFA ROMEO Giulietta SZ/1,3
19[62] Carmelo Giugno / Leonardo Torrisi ALFA ROMEO 1900 SS
20[64] Giuseppe Ramirez / Luigi Ramirez  LANCIA Aurelia B 20/2,0
ftm [96] Giuseppe Crespi / Alberto Federici FERRARI 250 GT - SWB/3,0
ftm[82] Umberto De Bonis / Roberto Fusina FERRARI 250 GT/3,0
ftm [106] Bernard Cahier / Paul Alfons von Metternich Austin Mini Cooper/1,1
rit[12] Gianni Bulgari / Maurizio Grana ALFA ROMEO Giulietta SZ/1,3
rit[126] Vincenzo Riolo / Antonio Riolo Maserati 60/2,0
rit[18] Giovanni Rigano / «Zerimar» [=Giuseppe Pirrone] ALFA ROMEO Giulietta S/1,3
rit [124] Emanuele Trapani / Bartolomeo Donato Maserati 60/2,0
rit[140] Cesare Fiorio /«Kinder» LANCIA Flaminia Sport Zagato speciale/2,5
rit[26] Pietro Laureati / Elio Celani ALFA ROMEO Giulietta SZ/1,3
rit[50] Paul Ernst Strahle / Fritz Hahn jr  PORSCHE Carrera Abarth GTL/1,6
rit [84] Andre' Simon / Fernand Tavano FERRARI 250 GT/3,0
rit[110] Domenico Rotolo / Sergio Mantia Osca Mt4/1,0
rit[100] Dan Gurney / Joakim Bonnier PORSCHE 718 RS61/2.0
rit             [154] Carlo MariA Abate / Colin Davis  Maserati 64/3,0
rit[20] Michele Allegrini / Marcello De Luca di Lizzano ALFA ROMEO Giulietta SZ/1,3
rit[30] «Nike» / «Hermes» ALFA ROMEO Giulietta S/1,3
rit[116] Umberto Maglioli / Tommy Spychiger  PORSCHE 718 RS/2,0
rit[118] LUdovico Scarfiotti / Odoardo Covoni Osca 498 DS/2,0
rit[16] Renzo Sinibaldi / Guido Castellano  ALFA ROMEO Giulietta SZ/13
rit [76] «Aldebaran» [Checco D'Angelo] /  Elio Zagato LANCIA Flaminia Sport Zagato/2,5
rit [80] Edward Wray / Dick Crossfield Aston Martin DB2/4 GT/2,9
rit[24] Antonio Nicodemi / Vittorio Mascari / Giuseppe Bonomo ALFA ROMEO Giulietta S/1,3
rit[46] José Rosinski / Michel Nicol PORSCHE 356 B Carrera/1,6
rit[60] Franco Lisitano / Lopez Fiat 8V/2,0
rit [72] Luigi Pisano' / Antonio Scimone LANCIA Aurelia B 20/2,5
rit[114] William Schuldt / Piercey Stanguellini 1100 Sport

Con la 246 Sport la Ferrari aveva senz'altro costruito una macchina ideale per la Targa Florio e con essa avrebbe vinto del resto tutte le prove del Campionato mondiale Marche. Il '62 fu dunque un vero trionfo per i bolidi di Maranello che conquistarono il primo posto con Rodriguez - Mairesse - Gendebien alla media di 102,142 Km. h, il secondo con Baghetti - Bandini ed il quarto con la GTO di Scarlatti, una gran turismo che, con la media di oltre 97 Km. h, fece anch'essa meglio delle famose Mercedes. Al terzo posto si piazzò la Porsche 2000 di Vaccarella e Bonnier.

 


Con Gendebien impiegato dal d.s. Ferrari Dragoni per portare a termine gli ultimi tre giri la Ferrari coglie una doppietta alla 46^Targa Florio portando al traguardo sia la 2400 Ferrari 246 Sport che ...

 

... la nuova Dino 196/S due litri affidata a BAGHETTI in coppia con BANDINI.
 

La FERRARI 250 GTO di FERRARO / SCARLATTI, quarta assoluta.

 

La MASERATI 60 "BIRDCAGE" dei Riolo al box.

Poca fortuna invece per la Maserati 3000 con carrozzeria disegnata da Scaglione per la S.S.S. Venezia di Abate / Davis, si ritirerà al 4^ giro.

FERRARI 246 SP

RODRIGUEZ / MAIRESSE / GENDEBIEN

MASERATI 60

RIOLO / RIOLO

FERRARI 250 GT

DE BONIS / FUSINA

AUSTIN MINI COOPER

Cahier / von Metternich

I TRE VINCITORI

LANCIA FLAMINIA sport zagato

FRESCOBALDI / FEDERICO

FERRARI 246 SP

GENDEBIEN NELLE PROVE

MINIALBUM 1962

 

962 BANG 7185 ALFA ROMEO GIULIETTA SZ N 16

1962 model box 8408 FERRARI 250 GTO N 86  

1962 MODEL BOX 8408-1 FERRARI 250 GTO N 86

1962 BANG 7353 FERRARI 250 GT SWB N 96 

1962 ART MODEL 22 FERRARI dino sp 120

1962 m4 artst03 FERRARI 246sp 152

 

FRANCO LINI PER AUTO ITALIANA n.20 17/05/1962:
FLORIOPOLI. Nonostante il parere contrario di uno dei primi attori, la Ferrari 2400 cc. 6 cilindri, non ha « vinto la Targa Florio da sola ». La macchina, uguale a quella che ha trionfato l'anno scorso con Von Trips, è stata formidabile, rispondendo in modo esemplare alle sollecitazioni di chi l’ha voluta spingere a fondo; ma è chiaro che c’è voluta la classe e la volontà di Mairesse e Ricardo Rodriguez per ottenere i risultati che nei primi tre giri hanno permesso di stabilire un nuovo primato, di accumulare un buon margine di vantaggio, e nei successivi quattro hanno consentito a Rodriguez di mantenere le distanze e di girare velocissimo; gli ultimi tre giri sono stati compiuti da Gendebien ad andatura., quasi turistica, con tempi nettamente superiori non soltanto a quelli dei suoi due occasionali compagni di corsa, ma addirittura a quelli di Baghetti e Bandini che avevano la Ferrari due litri. La successione dei tempi impiegati dai tre uomini è significativa. Mairesse: 40'43"2, 40'02"4, 40'00"3 (primato); Rodriguez 42’06"’l compreso il tempo perduto per il cambio (50"), 41'11", 40’55", 42’50"; Gendebien 46'39" compreso il cambio (circa 2’40"), 45'36", 44’59"2. La 46' Targa Florio l'hanno vinta Mairesse e Rodriguez. Gendebien ha avuto la fortuna di essere l'ultimo al volante e di prendersi tutte le ovazioni del meraviglioso pubblico siciliano, che certo non poteva stare a far calcoli per riversare il suo entusiasmo sul veri attori della gara. Gendebien, tuttavia, avrebbe dovuto avere il buon gusto di non pavoneggiarsi da solo con la corona d'alloro al collo e di non essere solo a rispondere a giornalisti e radiocronisti; un atto di modestia sarebbe stato più adatto alle circostanze, e molto più apprezzato da tutti.
Con questo ho implicitamente detto che cosa penso di Mairesse e Rodriguez, che hanno compiuto una gara magnifica, anche e soprattutto tenendo conto del fatto che ad un certo punto avevano tanto margine attivo da non temere più alcuna sorpresa. Mairesse, già al primo giro, aveva avuto la sensazione della superiorità quando al posto di cronometraggio che era a metà percorso e che funzionava perfettamente gli segnalarono che era già in vantaggio di oltre un minuto e mezzo sul secondo; cosi non aveva nessuna necessità di forzare, il che non gli ha impedito di marciare sotto i 41’; poi ha migliorato per due volte il primato sul giro che era di Von Trips e quindi ha ceduto la macchina a Ricardo Rodriguez, il quale, tranquillamente, ha camminato altrettanto bene, sorbendosi quattro giri consecutivi. Poi Gendebien ha terminato ed ha conquistato la terza vittoria alla Targa Florio, il che lo pone in posizione particolare dato che nessuno aveva mai ottenuto questo risultato. Aggiungerò che il merito del primato spetta si, a Mairesse, ma che il risultato
è stato ottenuto grazie all’incremento di potenza della macchina (anche più stabile) ed alle migliorie del percorso, in qualche punto «raddrizzato». L'impresa realizzata l'anno scorso da Von Trips (e che ha portato alla clamorosa vittoria all’ultimo momento, della quale beneficiò Gendebien) rimane quindi unica come valore intrinseco.
Non ha corso la Ferrari 8 cilindri che era stata portata a 2600 cc. mediante alesaggio del motore da 2400 cc.; Hill aveva avuto un incidente durante le prove e la macchina era diventata inservibile. Cosi il direttore sportivo Dragoni aveva deciso innanzi tutto che Hill non corresse (ed ha fatto bene), poi di lasciare a Baghetti e Bandini la «loro» 6 cilindri 2000 cc. Comunque ritengo che la macchina di Hill e Gendebien, se fosse rimasta valida, non avrebbe potuto forse contrastare la 6 cilindri, perché la potenza massima dell'8
cilindri è nettamente inferiore a quella del 6 cilindri. I fatti salienti di questa edizione della Targa, dopo l'esordio delle Porsche B cilindri di cui parlo a parte, sono rappresentati dalla ottima prova di Baghetti e Bandini (il secondo forse più efficace e regolare) e dalla impresa di Giorgio Scarlatti, che ha conquistato per la Ferrari punti validi per il campionato marche e che ha guidato la nuova berlinetta GTO per nove dei dieci giri, sette dei quali consecutivamente!
Bandini e Baghetti hanno marciato molto bene, ed i tempi migliori di entrambi sono attorno ai 40'30" (Bandini al 6° giro e Baghetti al 9° giro), cioè vicini a quelli della 2400. ll distacco in classifica è dovuto ad un testa-coda di Baghetti al 3° giro, che ha fatto perdere circa 10’ sul percorso e circa 8’ ai box. Poi il ritiro di Scarfiotti con la Osca 2000 e quello di Gurney - Bonnier con la Porsche sport hanno facilitato il compito dei due milanesi, anche perché Vaccarella - Bonnier con la Porsche coupé non potevano far meglio di quel che hanno fatto, dovendo lavorare esclusivamente di motore e cambio, visto che i freni erano diventati impotenti. Comunque i B.B. si sono fatti valere, e per gli italiani questa è una buona notizia, che riscatta le prestazioni di inizio di stagione che ci avevano lasciati un poco perplessi.
Ho accennato a Scarlatti ed alla sua impresa. E' stata veramente notevole, perché il pilota romano ha marciato con molta regolarità ed ha avuto un solo momento di debolezza quando ha sbandato, perdendo tempo per aver urtato un muretto. Il quarto posto in classifica assoluta e la vittoria nelle Gran Turismo sono una impresa da ricordare, soprattutto per lo sforzo fisico che è costata al pilota, che ha avuto il cambio alla fine del settimo giro per riprendere il volante al nono; l’avvocato Ferraro, proprietario della nuova berlinetta,
era felice di aver potuto offrire a Scarlatti il mezzo per una affermazione che si meritava. Tra le macchine nuove c'era la Lancia Flaminia tubolare Zagato; ha corso abbastanza bene, anche se mi pare sia troppo voluminosa, specialmente per un circuito come questo; è stata fermata da una avaria alla trasmissione. Forse su un circuito più veloce potrà dare
i risultati sperati; comunque la carrozzeria dovrebbe essere un po' affinata. La Abarth - Simca «1300» Conrero aveva abbastanza potenza, ma non è macchina fatta per percorsi stradali. La velocità ottenuta con la leggerezza è valida a Monza o Le Mans, ma su strada servono anche telai robusti; la «1500» torinese, come le Lotus e come anche le Maserati, fa parte della categoria delle « pistaiole» che non possono essere considerate vere automobili. Se è vero che nel 1963 il campionato G. T. includerà parecchie vere gare stradali, molte soluzioni attuali dovranno essere rivedute. A questo proposito il notevole numero di Alfa Romeo Giulietta a|l’arrivo (e molte delle non arrivate sono state eliminate da uscite di strada) ed i tempi realizzati dalle macchine milanesi sono significativi. Tra i piloti che non hanno potuto ottenere una classifica pari al loro valore citerò Scarfiotti, eliminato da un guasto al motore mentre si batteva ad armi pari con la Porsche; Bulgari-Grana che contrastavano la marcia di Coco - Arena (la macchina è uscita di strada
all’ultimo giro) e Allegrini - De Duca anch'essi eliminati da uscita di strada. Abate e Davis non potevano far meglio con la Maserati 5 litri, anche senza l’inconveniente allo sterzo. Piero Frescobaldi, infine, ha avuto l’handicap dei freni poco efficienti, che non gli ha permesso di portare la Flaminia in posizione migliore. Il siciliano Pucci, con la Porsche Carrera, ha finito col cambio rotto, perdendo il quinto posto che aveva ben conquistato. Primi dei francesi De Lageneste-Rolland.
TUTTA NUOVA LA PORSCHE 8 CILINDRI

La novità tecnica più evidente, tra le macchine della Targa Florio 1962, è stata rappresentata dalle Porsche 8 cilindri, presentate in due versioni. spider e coupé che hanno corso nella speciale categoria dei prototipi. Innovazioni sostanziali delle Porsche sono il motore 8 cilindri ed i freni a disco, oltre ad altre soluzioni minori. ll motore è « piatto », cioè a due linee di quattro cilindri tra loro contrapposte a 180°. Si tratta di un doppio albero dalle cammes in testa, nettamente sottoquadro (alesagglo 76, corsa 54,6 mm.), che ha cilindrata unitaria di 248,5 cc. per totali 1986,5 cc. Alimentato da 4 carburatori doppio corpo, questo motore sviluppa oltre 210 CV, con accelerazioni molto rapide. La utilizzazione migliore del motore viene ottenuta con un cambio a 6 velocità, posto dietro il motore a cavallo sull’asse delle ruote. La macchina è dotata di ruote da 5,50x15 davanti e da 6,50x15 dietro. Il peso complessivo della vettura è di circa 685 chili, e quindi il rapporto peso-potenza è di 5,26 chili per cavallo. I freni a disco Porsche, impiegati per la prima volta alla Targa Florio e che erano allo studio da un paio d'anni, sono una novità in questo campo, poiché hanno soluzioni inedite e indubbiamente interessanti. In gara sul difficilissimo circuito delle Madonie non hanno dato i risultati sperati. Comunque le noie lamentate non riguardano il funzionamento dei freni, ma il raffreddamento delle tubazioni del liquido di comando ed anche la composizione delle pastiglie frenanti. ll freno a disco Porsche, come è possibile constatare dalla nostra fotografia, è originale perché il disco frenante è imbullonato al disco porta ruota attraverso cinque « ponticelli » esterni che in pratica formano come una gabbia che serve al duplice scopo di assicurare maggiore rigidità all'insieme e di favorire il raffreddamento del disco, creando vortici. Tra le soluzioni adottate sul coupé è interessante quella che riguarda l'aspirazione dell'aria per la carburazione ed il raffreddamento del motore. L’aria aspirata attraverso le due prese viene imprigionata » in una vera e propria camera di tranquillizzazione, dato che la parte posteriore dell'abitacolo è costituita da un cristallo verticale e che la parte finale del tettuccio è chiusa da una parete verticale in plexiglas.

La linea aerodinamica della Porsche coupé «prototipo» è buona anche se può essere migliorata nella parte posteriore. Nelle nostre foto si notano il nuovo freno a disco e la disposizione del gruppo motore-trasmissione. Gli alberi di trasmissione sono costruiti con tubi.