targa florio
TARGAMANIA!!!!!

VILLINO FLORIO

IERI

OGGI
Dal 10 dicembre 2009 al 10 gennaio 2010 Mostra di alcuni cimeli sulla Targa Florio.

LA STORIA E I RESTAURI
Ideato e progettato tra il 1900 e il 1901 da Ernesto Basile, su incarico della Famiglia Florio, il Villino Florio all' Olivuzza è di fatto un "padiglione di delizia" in mezzo ad un parco romantico, un luogo di ritrovo che vedrà tra gli illustri ospiti anche il Kaiser Guglielmo II. La particolare costruzione, fra le prime realizzazioni moderniste italiane, non presenta i caratteri tipici delle altre austere abitazioni dei Florio presenti in città, ma costituisce un " divertissement ", che, con il serraglio, il laghetto, la serra per le orchidee, il chioschetto siculo - normanno e il tempietto neoclassico, doveva rappresentare al meravigliato visitatore la grandezza e la magnificenza di una delle più potenti Famiglie italiane dell'epoca.
All'interno, i livelli principali rivestono ognuno una funzione:
il "piano degli svaghi", con la sala biliardo e la sala gioco a livello del parco;
il "piano di rappresentanza", con il grande salone, con accesso diretto dalla scalinata esterna, e la sala da pranzo;
il "piano di residenza", al terzo livello, con accesso dallo scalone di rappresentanza, dove erano allocate la stanza da soggiorno e la camera da letto. Tutto il Villino presentava arredi lignei, sia fissi che mobili, progettati da Ernesto Basile, secondo una ordinata e ragionata composizione generale che coordina e comprende anche gli interventi degli altri
artisti e delle ditte specializzate: Giuseppe Enea ed Ettore De Maria Bergler per le pitture decorative, Salvatore Gregorietti per le vetrate policrome piombate e dipinte a fuoco, le ditte Mucoli e Golia per le parti lignee, Ducrot per i mobili, Ceramica Florio e Caraffa per gli apparecchi illuminanti e la Società Trinacria per gli impianti elettrici.
Nella notte tra il 23 e il 24 novembre 1962 un incendio doloso, a scopo speculativo, distrusse quasi del tutto gli interni del Villino Florio e provocò danni ad alcune parti del paramento murario esterno, che risulteranno decoese e annerite dal fuoco. Nel novembre dello stesso anno si costituiva il "Comitato Salviamo Villa Florio" che promuoveva una campagna, anche giornalistica, per il recupero del monumento, che era stato dichiarato dalla Soprintendenza ai Monumenti della Sicilia Occidentale, con Decreto ministeriale del 1954, di interesse particolarmente importante e vincolato ai sensi della legge n. 1089 del 1939.
Nel dicembre del 1962 l'allora Soprintendente Giuseppe Giaccone, scriveva una nota alla Presidenza della Regione Siciliana affinchè si attivasse la procedura di esproprio e si potessero così avviare i lavori di restauro. E ancora nell'aprile del 1969, la Soprintendenza richiedeva con una nota al Ministero per la Pubblica Istruzione, Dirczione Generale Antichità e Beni ambientali -Divisione Monumenti "... che un ente Pubblico acquisti l'immobile per destinarlo, dopo i necessari restauri, ad un uso compatibile con il carattere artistico dell'edificio". Difatti, nel 1975 il Villino venne acquistato dall'Ente per i Palazzi e le Ville di Sicilia per la somma di 140 milioni di Lire, e nel 1984, a seguito della soppressione dell'Ente, si arrivava alla "presa in possesso e assunzione in consistenza dell'immobile iscritto al Registro di Consistenza dei beni patrimoniali indisponibili della Regione Siciliana e contestuale consegna in gestione alla Soprintendenza". Nel 1995 il Consiglio Regionale per i Beni Culturali si esprime, nella seduta del 27 giugno, affinchè il Villino Florio " sia utilizzato quale museo della Eelle Epoque nonché museo di sé stesso, quale esempio della tipologia abitativa dell'imprenditoria palermitana dell'epoca".
Il primo progetto di restauro fu redatto, nel dicembre del 1981, dal Dirigente tecnico dell'Ente per i Palazzi e le Ville di Sicilia, architetto Tommaso Chirco. I lavori, per un importo di circa 135 milioni di Lire, furono eseguiti solo in parte. Una volta divenuto il Villino Florio proprietà del Demanio Regionale, la Presidenza della Regione Siciliana, nel 1990, provvide a finanziare un secondo progetto di restauro che venne redatto dall'architetto Gabriella Giardina. I lavori furono eseguiti e diretti, a partire dal 1994, dall'architetto Salvo Lo Nardo e si conclusero nel 2000. E sempre dell'architetto Salvo Lo Nardo è il progetto di restauro che è stato finanziato dalla Comunità Europea, nell'ambito del POR Sicilia 2000-006 - Asse II - Misura 2.01 - Azione C- Recupero patrimonio culturale.
I lavori di restauro, realizzati a cura della stessa Soprintendenza ai Beni culturali e Ambientali di Palermo diretta dalla dottoressa Adele Mormino, per un importo complessivo di € 1.881.000,00, sono stati diretti dalla dottoressa Giulia Davi e dall'architetto Marilù Miranda, con il supporto dell'architetto Giovanni Errerà, dei geometri Maurizio Castrofilippo e Martino Ragusa e del fotografo Giuseppe Marsana dell'Ufficio di Dirczione Lavori. La Soprintendenza ai Beni culturali e Ambientali di Palermo è stata la Stazione Appaltante e l'architetto Matteo Scognamiglio il Responsabile Unico del Procedimento. L'architetto Sabina Di Cristina è stata il Responsabile per la Sicurezza. I lavori, collaudati dall'ingegnere Francesco Porterà, sono stati affidati all'ATI Sice srl e Imprese Martino Solito e si sono protratti per circa tre anni.Con il recupero di Villino Florio e la riproduzione filologica di quelle parti decorative documentate, si è cercato di ricreare un'opera nella quale fosse ancora leggibile la regola e l'immaginazione, che avevano mosso il nuovo fare architettura del periodo Liberty. II Villino Florio è oggi, ai sensi del Codice Urbani, parte del Demanio Storico Artistico della Regione Siciliana.