GORDINI

Si racconta che Amedée GORDINI, partito dalla nativa Italia, fu costretto a restare in Francia per aver speso tutti i suoi soldi, compresi quelli necessari per pagare il viaggio di ritorno, in una notte passata nella più totale dissolutezza. Comunque egli intraprese, nel 1926, l'attività di preparatore e, grazie alla sua abilità nel 'tirar fuori' potenze insospettabili anche dai motori più 'tranquilli', si meritò ben presto il nomignolo 'Le Sorcier' (lo stregone). Durante gli anni Trenta, GORDINI inizio a produrre delle special da competizione, sia in versione due posti sia in versione monoposto, utilizzando la meccanica di base Fiat - Simca. Nel 1951 GORDINI presentò la prima automobile tutta 'sua', incluso il motore, ma sin da allora cominciarono a profilarsi quelle difficoltà finanziarie destinate a diventare una costante della sua attività. GORDINI costruì automobili da corsa da 1500 cm³, da 2 litri e da 3 litri, ma il suo modello sport con motore da 2,3 litri, presentato al Salone di Parigi del 1952, non entrò mai in produzione di serie. Nella gara di Le Mans del 1953, una GORDINI coupé con motore da 2,5 litri si piazza al 6' posto e, nello stesso anno, venne presentata una sport-corsa con propulsore a 8 cilindri in linea da 3 litri che fu però afflitta da gravi problemi di maneggevolezza. Non riuscendo a passare dalla fase di preparatore a quella di vero costruttore, nel 1957 GORDINI chiuse la sua officina di Parigi per dedicarsi all'attività di consulente tecnico della Renault. Da questa collaborazione nacque una lunga serie di versioni speciali derivate dai modelli di serie della Renault ma, inevitabilmente, in queste realizzazioni l'autonomia e il genio di GORDINI furono sempre condizionati dalle esigenze commerciali della nota Casa francese.