BIZZARRINI

Casa fondata nel 1964 da Giotto Bizzarrini, uno dei due «toscanacci» dell’ingegneria automobilistica nazionale (l’altro è Carlo Chiti). Bizzarrini nasce a Quercianella (Livorno) il 6 giugno 1926. Studia ingegneria, e l’argomento della tesi mette subito in mostra la sua predisposizione verso la progettazione in campo automobilistico: uno studio di vettura sportiva derivata dalla Fiat «500 Topolino» con motore di 750 cm³ raffreddato ad aria; vettura poi realizzata e sempre presente tra le concorrenti alla Mille Miglia storica. Dopo la laurea in ingegneria meccanica insegna all’università di Pisa, ma l’interesse per l’auto è troppo forte e agli inizi inizi degli anni 50 abbandona l’insegnamento per passare alla Oto Melara nella sala prove motori. Nel 1954 è all’ufficio esperienze dell’Alfa Romeo, fucina di ingegneri di fama internazionale. A differenza degli altri colleghi, Giotto è anche un discreto pilota-collaudatore, uno dei pochi ingegneri a saper valutare di persona gli effetti delle proprie innovazioni. Forte dell’esperienza in Alfa, nel 1957 si trasferisce alla Ferrari, sempre nel reparto esperienze. Lavora allo sviluppo del V12, del quattro cilindri della «Testa Rossa» 2000 cm³, del 1000 cm³ (che poi sarà montato sull’ASA «1000»), e del 6 cilindri 2,5 litri delle F.1. Nel 1958 è capo del reparto esperienze, e sotto la sua direzione nascono capolavori come la «Spider California», la «250 GT SWB»
(sta per short wheelbase, a passo corto) e la mitica «250 GTO». Nel settembre 1961 è tra i ribelli che tentano di spodestare Enzo Ferrari dal controllo della società. L’abbandono della Casa di Maranello segnerà anche l’inizio di una serie di disavventure economiche e societarie che lo costringeranno a una vita sempre in salita. Con i transfughi Ferrari nel 1961 partecipa alla costituzione dell’ATS, ma ne uscirà presto. Nel 1962 fonda a Livorno l’Autostar, società per la progettazione di auto e motori, dove concepisce il 12 cilindri 3500 cm³, poi ceduto alla Lamborghini (che dopo varie modifiche lo monterà sulla «Countach»). Nel frattempo collabora con l’industriale milanese Rivolta, proprietario della Iso, per la progettazione di una GT con motore V8 Chevrolet. Nascono la Iso
«Grifo A3 L», coupé due posti, e la Iso «Grifo A3 C», versione corsa che nel 1964 si aggiudica il primo posto alla 24 Ore di Le Mans. Nel febbraio 1964 nasce la Prototipi Bizzarrini, con sede a Livorno. Rompe anche con Rivolta e le vetture Iso Grifo diventeranno Bizzarrini «GT Strada». Seguiranno i modelli «GT Spider 5300» e «538 Sport». Nel 1966 si costituisce la Bizzarrini S.p.A., che produce il nuovo modello «GT Europa», coupé due posti con carrozzeria in vetroresina e motore quattro cilindri di 1900 cm³. Con questa vettura termina anche l’avventura della nuova società. Dal 1969 al 1972 collabora con la BMW
sulla vettura sperimentale «AMX/3». Torna a insegnare all’università, a Firenze, incarico che mantiene fino al 1982, e trasferisce la sua attività all’interno dell’autodromo del Mugello dove, con il figlio Pietro e la moglie Rosanna, continua a progettare auto da corsa. Costretto dalla nuova proprietà ad abbandonare l’autodromo, torna sulle colline livornesi. E siamo ai giorni nostri. Giotto è ancora in pista con il progetto «Picchio», una GT costruita con il finanziamento statale per lo sviluppo di iniziative nel sud Italia, ma anche questa iniziativa non è mai decollata. Oggi costruisce prototipi su misura per piloti e gentleman driver.


57^ TARGA FLORIO
13 maggio 1973
La Bizzarrini - Fiat/1,3
di Finiguerra / Larini

57^ TARGA FLORIO
13 maggio 1973
[66] Antonio Finiguerra / Massimo Larini Bizzarrini - Fiat/1,3