targa florio

TARGAMANIA!!!!!

APRIPISTA


Beppe Barresi.

L'INTERVISTA di Aldo Lo Giudice (webmaster targaflorio.info)
PALERMO, 13/05/2011. BEPPE BARRESI. Nato il 20/8/1950, come tiene a precisare leone con l'ascendente in ariete (ciò spiegherebbe la vena di insana passione per la velocità che segna la sua vita). Sposato e padre di due figli, Desiree, che vive a Londra e in più di un’occasione ha fatto la direttrice sportiva del TEAM, e Vincenzo che corre con il padre nell'endurance kartistico e aspetta di salire sulle macchine vere ...

Quando ti sei accorto di avere una passione per i motori?
Dall’età della ragione .. mi sono rotto il primo osso a otto anni con un carrettino con i cuscinetti a sfera!

Quando hai cominciato a guidare?
Le moto a dodici anni e a quattordici anni ho demolito la prima macchina.

Guidavi in modo spericolato?
Un pochino …

Qual'era il suo sogno da bambino?
Vincere il rally di Montecarlo, conoscere nell’occasione Carolina di Monaco e sposarla.

Chi era il pilota che desideravi maggiormente emulare?
Lorenzo Bandini

La tua attività di ufficiale di gara all'ACI e quindi di apripista ?
Ho iniziato a collaborare in Targa che non avevo ancora 16 anni, a 18 sono diventato Commissario di percorso, a 21 commissario tecnico e responsabile dei rifornimenti ai Box; a 25 o 27 (non ricordo con precisione) anni sono diventato il più giovane commissario tecnico nazionale d’Italia (è stata la prima volta che si sono fatti gli esami per il passaggio, che prima avveniva per semplice designazione da parte del presidente dell’ACI), successivamente sono stato anche ispettore rally e infine Commissario Sportivo regionale.
Ho iniziato con l’incarico di apripista e responsabile della sicurezza nel 1978 e lo sono stato sino al 2000. Dal 2005 ho iniziato prima con i Kart e poi con le auto la mia nuova carriera di Pilota.

La tua carriera da pilota a due e quattro ruote ?
Tanti anni di regolarità motociclistica e motocross, ho poi fatto qualche garetta in auto e prove del campionato italiano rally come navigatore di “Iccudrac” (Gualberto Carducci) con la 128 coupé preparata da Trivellato; 32 anni come apripista della targa e di altri rally e poi con il mio più giovane amico Marco Maneschi abbiamo iniziato a correre gli endurance Kartistici (sino ad oggi ho disputato 11 24 ore anche negli USA e in Portogallo). Nel 2008/09 abbiamo corso con le Fun Cup a Monza e nella finale mondiale del Nürburgring. Alla fine del 2008 abbiamo comprato una JUNO SSE 2008 CN2 con motore Honda 2 litri con la quale abbiamo corso nel campionato francese VdeV a Digione, al Mugello e a Magny Cours; abbiamo preso parte alla 6 ore di Vallelunga e nella Speed Series Inglese alla prova di Silvestone nel 2009; quest’anno (passati a una più aggiornata JUNO2009) nel campionato SPEED Euroseries abbiamo gareggiato a le Castellet e a Spa Francorchamps. Il campionato in cui corriamo è abbinato alle prove delle Le Mans Series 2011.

La tua scuderia ?
Oggi corriamo con la sicilianissima ISLAND MOTORSPORT, assistiti direttamente dal costruttore della nostra JUNO, l’ing. EWAN BALDRY, ex progettista Williams e consulente della Renault Lotus F1

Cos'era per te la Targa Florio?
Tutto! Vivevo aspettandola tutto l’anno.

E per i siciliani?
Un riconoscimento dell’essere presenti nel mondo testa a testa con altri paesi in un settore ad alto contenuto sportivo e tecnico.

Qualche ricordo personale della Targa?
Mille, dall’entusiasmo per le vittorie dello “zio” Antonio Pucci o dell’amico Ninni Vaccarella, al terribile incidente di Ciuti, passando per grandi campioni che non duravano più di un giro, a macchine incredibili, agli improbabili prototipi che portavano gli inglesi, alle belle donne, agli scherzi feroci tra noi commissari, alle lacrime di Conrero alle verifiche, al gestore del motel Aurim di Cerda che arrostiva “crasto” alle 5 del mattino per fare il Breakfast agli stranieri ….

Le difficoltà di un pilota siciliano sono maggiori del resto dei piloti italiani?
No, basta attraversare lo stretto (certo trovare sponsor da noi è un po’ più difficile che altrove).

Chiudi gli occhi e pensa alla tua avventura nel mondo delle automobili: qual è la prima immagine che ti viene in mente?
La Mini di Timo MÄKINEN al rally di Montecarlo del 1965

Cos'è stata l'automobile per te?
Il vettore di tutti i miei sogni

La Targa era difficile?
Wow! Se non la conosci palmo a palmo trova sempre il modo di fregarti!

Cosa non rifaresti nella tua vita?
Squalificare Montezemolo al Rally di Sicilia perché la sua 124T era fuori! Successe un casino!

Come consideri la Formula 1 di adesso?
Troppi tricks, come dicono gli inglesi.

Cos'è la velocità?
Una droga in piena regola, ma anche un modo di mettere alla prova la tua capacità di stare concentrato su ciò che fai.

Cosa «fa» un pilota?
Io sono soltanto un “autista”, ma mi sento di affermare che visto da fuori il pilota lo fa una rara miscela di coraggio, intuizione, sensibilità, conoscenza tecnica.

Quando un pilota può dirsi maturo?
Allorché riesce a convivere senza patemi con il principio espresso tanti anni fa da Mario Andretti: “Se stai correndo e pensi di avere tutto sotto controllo .. allora vuol dire che non vai abbastanza veloce!”

La felicità cos'è?
Sentire di avere dato un senso alla propria vita.

Cos'è l'ambizione?
Trovare la forza di credere ai propri sogni.

Basta il coraggio per vincere?
No, a parità di macchina ci vuole pure una bella dose di fortuna.

Paura ne hai mai avuta?
Tante volte, ma di fare ciò che faccio non me lo ha prescritto il dottore …

Quando la Targa ha perso il suo fascino?
Quando ha cessato di fare parte dell’immaginario collettivo …

Ciao e ... in bocca al lupo !  "Crepi" !

07/05/2011 - Tre palermitani sfidano ex campioni di Formula 1 di GIACINTO PIPITONE (www.gds.it)
Beppe Barresi, Marco Maneschi e Francesco Mannino, rispettivamente architetto, dentista e assicuratore hanno fondato un piccolo team che si è cimentato a Spa contro vecchie glorie dell'automobilismo.

PALERMO. Questa è la storia di chi alla passione ha dato forma, trasformando i sogni in momenti di vita. E ieri - per capire fino a che punto - un architetto, un dentista e un assicuratore palermitani a quasi sessant’anni hanno sfidato fra le mitiche curve di Spa in Belgio ex campioni di Formula 1 come Alex Caffi e Philippe Alliot e giovani talenti dell’automobilismo.
Questa è la storia di Beppe Barresi, Marco Maneschi e Francesco Mannino. L’architetto, il dentista e l’assicuratore che hanno dato vita a un team tutto siciliano con sponsor isolani e che per questo si chiama appunto Island Motorsport. I tre hanno fatto adesso quello che qualunque pilota inizia da bambino. «Nel 2003 col Vela Club Sicilia - racconta Barresi - abbiamo cominciato a correre con i kart e abbiamo anche organizzato gare di endurance». Lui, che già da giovane faceva l’apripista alla Targa Florio e l’ufficiale di gara Csai, ha anche organizzato la prima spedizione europea a una 24 ore di kart americana, a Miami nel 2007.
Ma poi, si sa, i sogni si fanno sempre più belli. E la sfida è rincorrerli. E allora ecco che nel 2008 i tre palermitani hanno deciso di creare un team e partecipare a uno dei campionati più appassionanti che si corrono negli autodromi europei in cui è stata scritta la storia dell’automobilismo. Acquistata in Francia una vecchia Juno del 2007 motorizzata Honda per 45 mila euro, i tre hanno partecipato alla Speed Euro Series, categoria che apre gli appuntamenti della Le Mans Series. Come è andata a finire? Da tre anni il team palermitano cresce di continuo. Poi sul circuito di Le Castellet, nella gara di apertura di questa stagione, i tre hanno conquistato un decimo, un ottavo e un quinto posto su 25 partecipanti ben più quotati e attrezzati. E in classifica ora sono già all’ottavo posto, davanti a ragazzini allevati dai grandi team per prepararsi alla F1.
Di strada il team siciliano ne ha fatta, anche se sempre col passo romantico di chi non si accontenta di sognare. «Adesso - racconta Barresi - abbiamo acquistato una Juno del 2009 molto più potente. Ma è sempre la passione che ci guida. Dobbiamo stare attenti a non romperla perchè le trasferte e i pezzi di ricambio costano. E possiamo quindi provare poco. Infatti in qualifica non brilliamo. Ma in gara recuperiamo sempre».
E ieri i tre si sono ritrovati a sfrecciare sulla discesa che porta alla mitica curva dell’Eau Rouge-Radillon. Per intenderci, quella in cui Senna guadagnava tre decimi a giro sugli avversari perchè aveva il coraggio di farla a tutto gas. «In effetti - conclude Barresi - quella curva mette i brividi. In tanti in prova hanno sbattuto distruggendo la macchina e rischiando di farsi male. Ma noi le abbiamo preso le misure». Gara 1, ieri, è finita con un diciassettesimo posto solo per un via di un guasto. Ma oggi si torna a correre in gara 2.