ADA PACE

Ada Pace, anche conosciuta con lo pseudonimo di Sayonara (Torino, 16 febbraio 1924), è una ex pilota automobilistica e motociclista italiana che svolse attività agonistica negli anni cinquanta e sessanta. Figlia di un artigiano torinese, iniziò giovanissima a frequentare gli ambienti sportivi, praticando la pallacanestro e, in seguito, gare di atletica e tiro a segno. Scoprì la sua passione per i motori e la velocità nell'immediato dopoguerra quando, in sella ad una "Vespa", partecipò alle gare monomarca organizzate dal "Vespa Club", negli anni 1947-48. In quel periodo primeggiava continuamente, tanto da indurre la dirigenza Piaggio a prenderla in squadra ed affidarle una moto ufficiale. Per i colori della casa di Pontedera, si cimentò in varie competizioni, compresa la "Sei Giorni" e la "Mille Chilometri", con risultati incoraggianti. Nel 1950 iniziò a partecipare anche a qualche gara automobilistica, con la scarsa incisività dovuta alla poca esperienza e, soprattutto, alla mancanza di mezzi competitivi. La sua carriera di pilota sembrava destinata a restare nell'ambito delle "due ruote" finché, il 21 aprile 1951, si presentò alla partenza della "Torino - San Remo" alla guida di una anzianotta, ma finalmente competitiva, "Fiat 1500 6C": vince contro ogni pronostico, gettando nel panico gli organizzatori e, nondimeno, la propria la famiglia. La direzione di gara, infatti, non sapeva come accogliere una vincitrice donna, eventualità non prevista dal regolamento, mentre i genitori erano restii, secondo la rigida moralità dell'epoca, ad inviare la figlia nubile in quella bolgia di corridori, meccanici, giornalisti e fotografi. La questione venne risolta "all'italiana": la direzione di gara accolse la vincitrice con un mazzo di fiori, mentre a bordo dell'automobile con cui la Pace raggiunse il podio, come da protocollo, sedeva impettita la madre, dotata di borsetta sulle ginocchia ed espressione vigile "d'ordinanza". Probabilmente, l'unico caso di "premiazione sotto scorta" che la storia dell'automobilismo ricordi. Gara dopo gara, Ada Pace divenne una "testa di serie" della quale, passato il momento di sorpresa, molti colleghi maschi mal sopportavano d'essere battuti. Ogni volta che la "corridrice" (come si diceva al tempo) si affacciava sul podio, veniva regolarmente sommersa dai "reclami ufficiali" dei piloti giunti alle sue spalle. La consuetudine venne interrotta alla gara del Circuito di Lumezzane del 1957 dal commissario tecnico Renzo Castagneto (patron della Mille Miglia) che, all'ennesimo reclamo, decise di sottoporre alle verifiche anche le automobili dei reclamanti, giunti secondo e terzo. Il responso delle verifiche fu sorprendente: il veicolo della Pace risultò regolare, mentre gli altri due vennero squalificati. Al Circuito di Modena, dove vinse, non vennero presentati reclami, ma il secondo ed il terzo classificati disertarono l'importante premiazione, rifiutandosi di salire sul podio in posizioni inferiori a quella di una donna. In verità, occorre dire che Ada Pace, nonostante l'aspetto pacioso e sorridente, non si faceva pregare nel "rendere pan per focaccia" ai colleghi maschi: spesso metteva la scritta "sayonara" (in giapponese "arrivederci" ) al posto della targa posteriore, tanto per far capire al sorpassato di turno che si sarebbero rivisti solo dopo il traguardo. In breve tempo, "Sayonara" fu il soprannome con cui tutti la chiamavano nell'ambiente delle corse e la Pace lo utilizzò anche come pseudonimo per l'iscrizione alle gare; possibilità all'epoca concessa dal regolamento. Ad esempio, è nella corsa in salita Aosta - Pila del 1959 che si iscrisse e partecipò alla gara d'apertura come "Sayonara" a bordo di una "Alfa Romeo Giulietta Sprint", per poi tornare al parco chiuso (sfruttando una carrucola a cremagliera per il trasporto della legna) e ripartire, come Ada Pace, a bordo di una "Osca 1100 Sport", vincendo la gara e stabilendo il nuovo record del tracciato. Poco a poco, le doti di "Sayonara" furono conosciute ed apprezzate. Divennero suoi estimatori molti "mostri sacri" dell'automobilismo come Elio Zagato, Enzo Ferrari, Piero Taruffi e i fratelli Maserati, solo per citare alcuni "pezzi da novanta". Nel 1959, Ada Pace vinse la Trieste - Opicina e, nel 1960, la "Targa Florio" (categoria 1100 sport), a bordo di un'Osca - Maserati. L'anno seguente, venne ingaggiata dalla "squadra del Portello" e partecipò, con le "Giulietta SZ" ufficiali, a numerose gare. È in una di queste, alla "12 ore di Monza" del 1961, che le occorse l'incidente più spettacolare della carriera, dal quale si può capire la grinta del personaggio. Mentre sul circuito brianzolo si accingeva ad impostare la "grande curva" successiva al rettilineo, sul filo dei 200 km/h, la coppia conica della sua "Giulietta" cedette improvvisamente, provocando il decollo della vettura e la conseguente disastrosa ricaduta a ruote in aria. La situazione si presentava drammatica, vista la lontananza dei soccorsi e considerato che la Pace era imprigionata nella vettura capovolta, con il tetto schiacciato, le portiere bloccate e la benzina che filtrava abbondantemente nell'abitacolo. "Sayonara", però, non era tipo da perdersi d'animo e, dopo aver guadagnato il sedile posteriore, sfondò il lunotto a colpi di gomito. Fuoriuscì dal veicolo e si mise a correre per raggiungere il riparo; appena in tempo per vedere il fuoco divampare. Il palmarès di Ada Pace è impressionante, comprendendo una serie notevole di vittorie e piazzamenti in gare automobilistiche e motociclistiche.
Oltre a sei campionati nazionali di velocità in categoria "Gran Turismo" (dal 1957 al 1962), cinque in categoria "Sport" (dal 1958 al 1962) e i campionati italiani 1953, 1954 e 1956 di "Gincana", con la "Vespa", nella "classe 125".

42^ TARGA FLORIO
11 maggio 1958
Ada Pace / Carlo Peroglio ALFA ROMEO Giulietta SVZ/1,3
 
 44^ TARGA FLORIO
8 maggio 1960
Ada Pace / Giancarlo Castellina Osca 273 s /1,1