JAGUAR

Finita la guerra, la sigla SS venne soppressa quasi ovunque, perché richiamava alla mente il più famigerato corpo militare dell'esercito nazista. Nel caso della SS Car Company, essendo questa ditta ubicata a Coventry, cioè proprio in quella che, tra tutte le città inglesi, era stata la più colpita dagli orrori della guerra, il cambiamento di nome fu addirittura d'obbligo. La scelta del nuovo nome cadde su un termine che non era del tutto nuovo nell'ambito di questa Casa: la denominazione 'Jaguar' era infatti stata utilizzata per identificare una linea di modelli che la ex SS Car Company aveva presentato nel 1935. Oltre che nel nome, i modelli prodotti nell'immediato dopoguerra erano tal mente simili alle corrispondenti SS Jaguar, che era praticamente impossibile riconoscerle dalle loro antenate del 1935. Le nuove Jaguar erano disponibili in tre versioni: con motori di 1,5, 2,5 e 3,5 litri tutti di derivazione Standard. Il primo grande passo in avanti fatto dalla Jaguar fu la XK120, presentata al Motor Show di Londra del 1948. Il motore della XK120, un interessante 6 cilindri di 3,4 litri can doppio albero a camme in testa, era stato sviluppato da William Heynes, coadiuvato da Wally Hassan e da Claude Baily. Il motore a 4 cilindri XK100, con cilindrata di 2 litri, non entrò mai in produzione di serie. Con il lancio della MkV la Jaguar intese spostare la sua produzione, almeno per ciò che riguardava l'aspetto esteriore, verso gli elevati livelli qualitativi della Bentley. Questa nuova Jaguar era caratterizzata da sospensioni anteriori a ruote indipendenti, freni a Comando idraulico e gruppi ottici anteriori integrati nei parafanghi. La prima utilizzazione del propulsore XK sui modelli berlina si ebbe soltanto nel 1951, allorché, in versione sovralimentata, passò a equipaggiare la Mk VII. Successivamente, esso trovò posto anche nel cofano della Mk VIII e Mk IX. Nel 1951 la Jaguar presento anche la Type C, anch'essa con motore XK120 alloggiato in un telaio formato da una parte inferiore a elementi scatolati (con fori di alleggerimento) e da una sovrastruttura a traliccio con triangolazioni di irrigidimento. Per questa particolare automobile, destinata soprattutto alle competizioni e prodotta in numero limitato, la potenza era stata portata a circa 210 CV, contro i 160 dell'XX in versione standard. La TYPE C trionfo a Le Mans nel1951 e nel 1953, e fu la prima Jaguar dotata di freni a disco. Questi ultimi vennero montati di serie su un altro modello da competizione, presentato nel 1954 sotto la sigla D TYPE. Il 1956 segno un'altra svolta per ciò che riguardava le versioni berlina. Fu infatti presentata una nuova gamma, per la quale la Jaguar scelse ancora il glorioso motore XK, prima in versione ridotta a 2,4 litri, poi con la sua originaria cilindrata di 3,4 litri. Nel frattempo, una TYPE D ufficiale aveva vinto la gara di Le Mans del 1955; questa gara vide anche altre due vittorie della TYPE D, nel 1956 e nel 1957, ma in queste due occasioni le vetture vincenti correvano con i colori del team Ecurie Ecosse anziché con i colori ufficiali della Casa. Utilizzando come base la Type D da corsa, la Jaguar sviluppò un modello da strada destinato specificatamente al mercato statunitense, e denominato XKSS. Quest'ultimo modello sembrava veramente destinato a un grande avvenire, ma nel febbraio 1957, in seguito a un disastroso incendio che colpi lo stabilimento di Coventry, la sua produzione subì una battuta d'arresto. In seguito ai gravi danni, la Jaguar decise anche di sospendere la sua partecipazione diretta alle competizioni automobilistiche. Comunque, la tradizione secondo la quale sui suoi modelli da strada la Jaguar trasferiva le innovazioni tecniche scaturite dalle esperienze sportive, aveva già toccato !'apice nel 1956, allorché il suo motore venne portato a 3,8 litri. Dal 1960 in poi, le berline Jaguar della serie Mk 2, oltre che nelle ormai usuali cilindrate di 2,4 e 3,4 litri, furono disponibili anche con l'XK da 3,8 litri. La Jaguar conservò comunque la sua fisionomia nonostante l'acquisizione della Daimler (1960), della Guy Motors (1961), della Coventry - Climax Motors (1963), e la fusione con la British Motor Corporation (verso la meta degli anni Sessanta): alla sua guida rimase sempre il patriarcale Sir William Lyons, che continuo a essere considerato l"Eminenza Grigia" anche dopo che era andato in pensione, agli inizi degli anni Settanta, e sino alla sua morte, avvenuta circa dieci anni più tardi. I modelli di 3.4 e 3,8 litri del 1964, contrassegnati dalla sigla S, si distinguevano per la raffinatezza delle sospensioni posteriori a ruote indipendenti, che riprendevano uno schema apparso per la prima volta sulla Mk X del 1962. Nel 1961 con il lancio della sportiva Type E, un modello chiaramente derivato dalla TYPE D, la Jaguar ottenne uno dei suoi maggiori successi. Nel 1965 sulla Jaguar E (e, contemporaneamente, sulla Mk X) venne montata la versione 4,2 litri del vecchio motore XK; questa ennesima maggiorazione portò veramente ai limiti questo propulsore, e, come prevedibile, fu necessario mantenere un regime massimo di giri inferiore a quello degli esemplari di minor cilindrata. Nel 1971, venne introdotto un 12 cilindri a V di 5343 cm3, che affianco il 4,2 nelle versioni berlina, finendo col soppiantare, nel 1974, l'ormai sfruttato 6 cilindri della TYPE E. Nel frattempo, la Jaguar aveva lanciato la nuova XJ, una eccezionale berlina a 4 porte con motore di 2,8 e 4,2 litri, sempre derivato dal vecchio 6 cilindri bialbero a camme in testa. Considerate le sue qualità, non c'e da meravigliarsi se la XJ venne eletta auto dell'anno per il 1969. Nel 1971 venne presentata la XJ12, equipaggiata con un V12 di 5,3 litri: con essa la Jaguar ottenne nuovamente il riconoscimento conquistato tre anni prima dalla XJ. I modelli 2,8 litri vennero tolti dal mercato inglese, mentre vennero aggiunte le versioni coupé e berlina a passo lungo. A rimpiazzare la TYPE E arrivò il modello XJS, anch'esso con il motore V12 di 5,3 litri. Nel 1979, con !'estensione del sistema di iniezione carburante anche al 6 cilindri, la Jaguar fece un decisivo passo in avanti; la potenza del nuovo 4,2 litri, drasticamente decurtata nel corso degli anni precedenti a causa dell'introduzione di norme antinquinamento sempre più severe, ritorno cosi ai livelli del 1969. Verso la meta degli anni Ottanta, la Jaguar ha infine iniziato progressivamente a introdurre il nuovo propulsore a 6 cilindri AJ6, cominciando a montarlo sulla XJS 'trasformabile'. Nel 1984 la Jaguar, dando dimostrazione di essere una azienda economicamente autosufficiente, è clamorosamente tornata a una gestione privata. A questo avvenimento seguì il lancio, con un certo ritardo rispetto alle date previste, della nuova XJ40, una berlina di lusso completamente nuova e destinata a prendere il posto della XJ6 e della XJ12.