59^ TARGA FLORIO

20 luglio 1975

1
ALFA ROMEO 33 TT 12 3,0 (1) - ARTURO MERZARIO / NINO VACCARELLA GIRO VELOCE
KM. 576,000
PICCOLO CIRCUITO in 4h. 59' 18" 115,464 kmh. 8 giri - part. 70 class. 35

2
CHEVRON B 26 2,0 (8) - "AMPHICAR" EUGENIO RENNA / ARMANDO FLORIDIA
3
PORSCHE CARRERA RSR 3,0 (46) - RAFFAELE RESTIVO / "APACHE" ALFONSO MERENDINO
4
PORSCHE CARRERA RSR 3,0 (55) - "TAMBAUTO" GIUSEPPE TAMBONE / MARIO RADICELLA
5
LOLA T 250 2,0 (9) - ANTONIO NICODEMI / "GERO" CRISTIANO DEL BALZO
6
LANCIA STRATOS 2,4 (44) - ERASMO BOLOGNA / MAURO PREGLIASCO
7
LANCIA STRATOS 2,4 (45) - GIORGIO SCHON / GIORGIO PIANTA
8
DE TOMMASO PANTERA 5,8 (56) - RUGGERO PARPINELLI / ODOARDO GOVONI
9
ALPINE RENAULT A 110 1,8 (74) - FERRUCCIO CALICETI / GIANFRANCO RICCI
10
LOLA T290 1,6 (18) - LIBERO MARCHIOLO / ANTONIO CASTRO
11[52] Girolamo Capra / Angelo Lepri Porsche Carrera RSR/3,0
12[49] Marco Berruto / Maurizio Gellini Porsche Carrera/3,0
13[29] Ernesti / « LUCIEN » [Luciano Verrocchio] AMS Armaroli / 1 ,3
14[114] Anna CAMBIAGHI / Serena PITTONI Alfa Romeo GTV/2,0
15[115] Pietro Donato / Vincenzo Donato Alfa Romeo GTV/2,0
16[41] Renato Barraja  / Saporito Porsche Carrera RS/oltre 2,0
17[53] Maurizio Micangeli / Carlo Pietromarchi De Tomaso Pantera - Ford/5,8
18[26] Vincenzo Mirto Randazzo / «Joney» [=Giuseppe OIENI] Osella/ 1,3
19[109] Giulio Pucci / Mario VIGNERI Alfa Romeo GTV/2,0
20[111] Vito Fiore / Alberto Piraino BMW 2002/2,0
21[82] Francesco Di Lorenzo / Fabrizio Schermi Alpine A 110-Renault/l,6
22[131] «Bollinger» [=Angelo Bonaccorsi] / «BLACK Shiver» Alpine A 110-Renault/l,6
23[88] Grazio Rubino / Daniele Vesce Alpine A 1 10-Renault/l,6
24[104] Ferdinando Casiglia / Rubino Alpine A 110-Renault/l,3
25[102] Giuseppe Ferraro / Giuseppe Valenza Lancia Fulvia Sport Zagara/ 1,3
26[106] Paolo Gargano / Nicola Gitto / «Antony World» Lancia Fulvia HF/1,3
27[123] Girolamo Costa / Girolamo La Porta Alfa Romeo GTV/2,0
28[139] Umberto Rito / Vittorio Sorce Fiat Abarth 1000 OTS
29[118] Salvatore Barone / Giuseppe Di Gregorio Alfa Romeo GTV/2,0
30[21] Giovanni Anzeloni / Luigi Moreschi Chevron B 23-Ford Cosworth/1,6
31[32] Pasquale ANASTASIO / Renato Arfé Chevron B 23-Ford Cosworth
32[6] Pasquale Barberio / Carlo Bilotti Osella PA 3-BMW/2.0
33[47] Antonio GARUFI / Guido GARUFI Porsche 911 S/oltre2,0
34[134] Girolamo Giorlando / Sergio Montalto Alfa Romeo GTV/2,0
35[72] Aldo Cilia / Aldo Lo Forte Fiat 124 Rally:Abarth / l,8
rit
[33] Francesco Patanè / Orazio Scalia Fiat Abarth 1000
rit
[36] Silvano Gravina / Giuseppe Spatafora AMS ARMAROLI 1,3
rit
[25] Mario De Luca / « Glenlivet » [Pasquale Spinnato] Lola T290 - FORD Cosworth/1,3
rit
[31] Girolamo Caci / A. Maniscalco AMS/1,3
rit[15] Solinas / Zampolli  GRD - Ford Cosworth/1,6
rit[16] Ermanno Pettiti / «MICI» [=Marco Crosina] Osella PA3-Ford Cosworth/1,6
rit
[19] Mario Savona / Silvestre Semilia Lola T 290/1,6
rit
[7] Lorenzo Niccolini / «Gianfranco» [=Gianfranco Trombetti]  OSELLA PA3 FORD Cosworth/2,0
rit
[11] Giovanni Alberti / «Gimax» [=Carlo Franchi] Chevron B21-Ford Cosworth/2,0
rit
[2] Mario Casoni / Spartaco Dini  Alfa Romeo 33 TT12/3,0
rit[95] Agrippino Corrado / Gaetano Mancuso Lancia Fulvia Sport Zagato/1,3
rit[97] Giuseppe GaRAFFA / Marino Lancia Fulvia HF/1.,3
rit
[99] ANTONIO ACCARDI / GAETANO LO JACONO Lancia Fulvia Sport Zagato/1,3
rit
[103] Gulotta / Santangelo Lancia Fulvia Sport Zagato/1,3
rit
[76] Giancarlo Barba / Marino Lancia Fulvia HF/1,6
rit
[77] GILBERTO BALOCCA / RUGGERO PREMOLI Alfa Romeo Giulia GTA/1,6
rit
[78] Bellomare pino / Centonze Alfa Romeo GiuliA GTA 1,6
rit
[81] EVOLA / Francesco Paolo Petrolà Lancia Fulvia HF/1,6
rit[83] Vittoriano Cuttitta / Mario Della Vedova Lancia Fulvia HF/1,6
rit[87] VIncenzo Arena / Luigi Casarotto Lancia Fulvia HF/1,6
rit
[91] Roberto Fioravanti / Mario Spataro Alpine A 110-Renault/1,6
rit
[92] Antonio Russo / «Godolphin» Alfa Romeo Giulia GTA/1,6
rit
[57] Marazzi / Sergio ROMBOLOTTI  Alpine A 110-Renault/1,8
rit
[58] Renato Cilia / Lombardo Fiat 124 Rally Abarth/ 1,8
rit[59] Salvatore GEraci / Romano Porsche 914-6/2,0
rit[73] FELICE BESENZONI / Luciano Dal Ben Fiat 124 Rally Abarth/ 1,8
rit
[75] Rizzo / Raffaele Romano Alpine A110 - Renault/ 1,8
rit
[37] Antonio Guagliardo / LIBERO MARCHIOLO Porsche Carrera RS
rit
[42] "FREDERICK" [Sergio Rappa] / "ICCUDRAC" [=GUALBERTO Carducci]» Porsche Carrera/oltre 2,0
rit
[43] SALVATORE BARRACO / GIUSEPPE CHIARAMONTE BORDONARO Porsche Carrera/oltre 2,0
rit
[48] Francesco MANNINO / Giuseppe VIRGILIO Porsche 911 S/OLTRE 2,0
rit[107] VITTORIO ANSELMI / GIUSEPPE VASSALLO FORD ESCORT RS 2,0
rit[113] PIETRO PICIURRO / "AYALA" ALFA ROMEO GTV 2,0
rit
[119] DI PERI / MONTALTO ALFA ROMEO GTV 2,0
rit
[121] CIOFFI / POLONI ALFA ROMEO GTV 2,0

Alla 59° Targa Florio quella del 1975 Nino Vaccarella idolo di casa, colse il suo terzo personale successo in coppia con Arturo Merzario al volante di una formidabile Alfa Romeo 33 TT 12 cilindri alla media di 115'464 km/h, secondi i palermitani Amphicar - Floridia con una Chevron di 2000 cc, terzi Restivo -Apache su Porsche Carrera RSR.

L' ALFA ROMEO 33 TT 12 di NINO VACCARELLA E ARTURO MERZARIO E DOMINA la 59^TARGA FLORIO.

LA CHEVRON B 26 Di "AMPHICAR" / FLORIDIA ottimi secondi assoluti.

 

LA LANCIA STRATOS DI BOLOGNA / PREGLIASCO

 

Alberti / «Gimax» SU Chevron B21

"TRAFFICO" PER LA CHEVRON di "AMPHICAR" / ARMANDO FLORIDIA

 

L' ALPINE RENAULT A 110 DI CALICETI / RICCI
 

CERDA - Partenza puntuale alle ore 9, sotto un cielo azzurro. La mancanza di venticello preannuncia l'arrivo dell'afa. Scatta subito l'Alfa di Merzario, mentre quella di Casoni è subito costretta a fermarsi. L'ing. Chiti non riesce a mettersi in contatto con la postazione più vicina, per sapere il motivo della sosta cosi repentina del pilota di Formigine. Un meccanico riuscirà a sentire cosa è successo e a raggiungere la località Bivio Sclafani, dove Casoni è seduto tranquillamente su di un muretto a guardia della vettura.
Al termine del primo giro percorso in 37'07"2 media 113,32 kmh, Merzario ha già un discreto vantaggio su « Gianfranco » {Osella PA3) che è tallonato da Restivo (Porsche RSR). La temperatura s'innalza e dei partiti ne rimangono in corsa soltanto 56. Nel secondo giro, sé da un lato Merzario, non ha voglia di forzare « Gianfranco » approfittando della sosta della unica Alfa 33ttl2 ai boxes per fare salire Vaccarella, sembra guadagnare terreno. Posizioni dunque invariate con Restivo sempre in terza posizione. Subito dopo però, « Gianfranco » accusa delle noie alla pressione della benzina, scende dalla vettura e s'improvvisa meccanico: sfumano così le possibilità di avvicinarsi sensibilmente alla vettura battistrada. Il tempo trascorre inesorabile e per ovviare in un certo modo all'inconveniente, il pilota di F.2, abbastanza sfortunato e demoralizzato, riesce a rimettere in moto la vettura dopo lungo periodo e riesce a raggiungere la zona dei boxes, dopo sessanta minuti letteralmente stravolto dalla stanchezza. La rottura del supportino del motorino d'avviamento pone la parola fine alla corsa. Vaccarella, ha campo aperto, e transitando con un vantaggio esiguo firma il giro più veloce della giornata: 35'44"0 alla media oraria di 120,895. Con questa « tirata » il margine di sicurezza sull'inseguitore più immediato quasi raddoppia: « Amphicar »- Floridia hanno realizzato globalmente 2.34'2"1, Restivo - «Apache» risalgono (2.39'8"6), precedendo così Anzeloni -  Moreschi {2.43'30"3), « TAMBAUTO »- Radicella (2.44'32"1, Capra-Lepri (2.45'07"6).
I cambi pilota all'AUTODELTA avvengono ogni due giri: un po' laboriosa è la sistemazione nel posto di guida di Vaccarella
data la diversa conformazione fisica rispetto a Merzario. Il « preside volante » deve ricorrere ogni volta a materiale sintetico-spugnoso per evitare risentimenti al ginocchio durante i turni di guida. La media cala leggermente (115,588) ma rimangono immutate le posizioni di rincalzo. Unica eccezione l'installarsi di Nicodemi al 5. posto assoluto dopo 288 km, le vetture superstiti sono ancora scese di numero, la Chevron di Moreschi, incendiatasi, è visibile al di là della zona delle tribune di Cerda, proprio in prossimità della casa cantoniera. Nulla da segnalare a ridosso, con valori ormai stabilizzatisi nella graduatoria provvisoria. Al settimo giro, questa la situazione: Vaccarella (4. 21'28"5), «Amphicar»- Floridia (4.33W 5 ), Restivo -« Apache » poi Nicodemi - « Gero», anche se nell'epilogo, problemi si sono venuti a creare nella Chevron dei palermitani « Amphicar »- Floridia per la non perfetta tenuta della guarnizione della testata.
Anche per l'altra coppia palermitana, non sono mancati i guai. «Apache», nel portare a termine la fatica si è accorto della presenza di vapori di benzina nell' abitacolo della Porsche e per evitare di fare la stessa fine di Moreschi ha prestato la massima .attenzione nel procedere, rallentando vistosamente la marcia. Metodica la prestazione della Porsche di .« TAMBAUTO » - Radicella, che ha permesso ai piloti di emergere gradualmente alla distanza. Poi, tutti ad attendete l'arrivo dell' idolo locale, Vaccarella.
DA AUTOSPRINT N.30 22-29 LUGLIO 1975:

CERDA - Passeggiata in "33"per Nino Vaccarella e Arturo Merzario che per otto giri, o se preferite per i 576 km di questa cinquantanovesima Tanga non hanno avuto altri avversi che la strada, resa viscida dal caldo di luglio che ha liquefatto in più punti l’asfalto e la resistenza della loro macchina, in pratica la versione identica a quella impiegata vittoriosamente nelle diverse prove del Mondiale Marche e che nel finale, dopo averli fatti tribolare con la tiranteria del cambio oltre che con una carburazione troppo magra, stava per far andare in fumo un risultato conquistato sul velluto. Puntuale l’alloro e lo champagne (ma non 1’inno di  Mameli, chissà perché, visto che questa era forzatamente la più italiana delle Targhe del dopoguerra) e i visi del Chiti e degli uomini AUTODELTA hanno ritrovato la serenità.
I pensieri al box Alfa erano cominciati subito, quando s'era scoperto che pochi chilometri dopo il via la 33  "CP" di Casoni si era fermata e la radio di bordo, cui anche le 33 avevano dovuto soggiacere come ideale cordone ombelicale col quartier generale a FLORIOPOLI, taceva stizzosamente, probabilmente a causa di una minore efficienza della
rete Lancia, pioniera in fatto di Targhe "radiocomandate" tanto da offrirne qualche anno addietro la propria esperienza al team Ferrari e alle 312.
Si saprà dopo che aveva ceduto qualcosa nella trasmissione della "CP": un semiasse dirà l'Alfa in via ufficiale, il cambio assicureranno le stesse orecchie indiscrete che in nottata ave
vano sentito la rossa tre litri rompere il silenzio dei villeggianti cefaludesi per una serie di collaudi finali proprio della trasmissione che avrebbe presentato più di un problema.
Cambio o semiasse il bravo Casoni era ·fermato dopo appena un ·quarto d'ora di gara, Dini non avrebbe preso in mano la vettura e 1'Alfa, che giustamente si era sentita fin troppo sicura di marciare verso la vittoria, soprattutto dopo le prove alle quali non si era presentata la sempre temibile Lola tre litri di Nesti-Pianta, si trovava con ormai una sola macchina in corsa, vulnerabile al primo imprevisto, e magari nella spiacevole posizione di farsi soffiare una vittoria
Ma forse era scritto che la  Targa numero 59 dovesse finire per firmarla proprio la casa milanese, che conta adesso nel1’Albo d'Oro dieci vittorie contro le undici della ¢Porsche. E' una cabala che ha portato avanti nella speciale ’classifica Florio’ anche Nino Vaccarella, che aggiudicandosi la sua corsa (che é contemporaneamente un addio) assieme all’Arturo nazionale, ha eguagliato il record di Maglioli e Gendebien, gente che di Targhe Florio ne hanno vinte tre a testa.
Il "Preside Volante" che al quarto passaggio si é preso il lusso di firmare il giro record in 35’44" a conferma di uno smalto ancora intatto nonostante le 42 prhmavere, ha marciato con regolarità e intelligenza, evitando —  in pieno accordo con Merzario ogni possibile imprudenza e col solo intento di arrivare alla bandiera a scacchi.
Il risultato poi e arrivato puntuale, e chiaramente nulla hanno potuto fare per opporvisi gli sfortunati "Gianfranco" - Niccolini con l’Osella PA3 e gli eccellenti "Amphicar" - :Floridia,
secondi assoluti ad onta degli ultimi cento chilometri, tutti da cardiopalma perché fatti a colpi di rabbocchi d’acqua per via di una guarnizione della testa bruciata, né — qui siamo ancora più lontani da una insidia reale — poteva essere il caso della Carrera di Restivo - "Apache" o di quella di "TAMBAUTO" e del simpatico comandante Radicella.
Cosi é stata Alfa ma non e stata "CP", è stato Merzario-Vaccarella e non é stato Casoni-Dini, è stata soprattutto una Targa record in senso negative per la quasi inesistente presenza del pubblico, quello stesso pubblico che arrivava a seicentomila anime negli anni d’oro degli epici ed esaltanti duelli delle "biciclette Porsche" con la mastodontica 512 Ferrari, e che quest'anno carabinieri ·dal1'elicottero e polstrada da terra hanno mestamente valutato in appena 15.000 persone.
La Tanga Florio forse finisce qui, se non verrà trovata una nuova formula, dal "Megarally lnternazionale - Giro di Sicilia" al trasferimento in un autodromo madonita (come si era promesso senza seguito due anni addietro) si può star certi che la corsa più vecchia del mondo morirà d’inedia.
Giulio Mangano
.—— Faide siciliane — L'assurdo ricorso della «CEFALÙ'»
CERDA - Vigilia movimentata al giovedì e poi venerdì mattina in seguito al reclamo presentato con arguti e acconci termini giuridici dalla scuderia «Cefalù Corse» nella persona del suo direttore sportivo signor Pino Spinosa. In pratica, allegando al documento un ritaglio di « AUTOSPRINT » e di altri giornali, si chiede che non vengano ammessi al via i piloti Vaccarella, BARRAJA, Restivo, « ICCUDRAC » e « Frederik » perché tutti facenti parte del consiglio direttivo dell'A.C. Palermo che della Targa Florio è organizzatore. Il reclamo si porta appresso molte polemiche estremamente antipatiche e alla fine viene respinto dai commissari sportivi i quali si accertano che i piloti-consiglieri « incriminati » non fanno parte del consiglio direttivo né del comitato organizzativo avendo presentato in tempo utile una lettera di dimissioni dalla carica proprio per evitare incompatibilità.
D'altra parte dopo essersi battuti ormai da tempo per la « democratizzazione » dello sport automobilistico, all'insegna dello slogan «potere ai piloti » appare Sorprendente che sia proprio una scuderia, la quale vorrà probabilmente togliere « clienti » scomodi da torno dei propri piloti (tutti i cinque consiglieri-sprint avevano ottime chances tanto per l'assoluto che per le vittorie di classe) ma che in questo modo spara a zero su uno dei pochi se non forse sull'unico consiglio direttivo di un automobile club italiano in cui i componenti che praticano attivamente lo sport attivo sono in maggioranza nei confronti dei burocrati o dei tecnici amministrativi.
• Arturo Merzario sfoggiava un vezzosissimo paio di scarpe da guida fatte dal famoso « Ciccio » di Cefalù. Sono state realizzate in pelle di serpente... e sarebbero costate circa 150.000 lire. Certamente sono state il capo di abbigliamento sportivo più ammirato. Nino Vaccarella invece aveva rispolverato la sua vecchia tuta di un po' di anni addietro: un regalo di Mario Andretti) che portava ancora sopra la pubblicità della Firestone.
• Sempre in fatto di tute sono state controllate con attenzione tutte le tute perché avessero il bollino di omologa OSAI (ma qualche pilota trasferiva i bollini da una tuta all'altra) o fossero fatte in tessuti di sicurezza secondo una campionatura fornita dalla CSAI. La tuta di Merzario non era fornita di bollino, ma è stata accettata lo stesso perché era a triplo strato ed in tessuto veramente ignifugo. Comunque Arturo con tutti gli altri piloti che non avevano il « bollino » ha dovuto firmare una dichiarazione controfirmata da un commissario tecnico dalla quale si evinceva che sono state rispettate tutte le norme di sicurezza.
g. m.
SUBITO GUAI PER LA "CIPI" (E COL CALDO).

CERDA - Sotto un sole implacabile e in una delle giornate più calde di questa estate le prove del venerdì avevano subito messo in evidenza le prevedibili buone prestazioni delle due Alfa sui 72 km del « piccolo circuito delle Madonie» in questa estiva occasione con l’asfalto letteralmente liquefatto in più punti e con il
fondo assai ondulato soprattutto dopo la} discesa di Collesano. Nessun problema per le Alfa Romeo poiché le macchine dell’AUTODELTA non avevano sul piano delle performances avversari.
Ad apertura di prove vengono subito i primi risultati: Vaccarella, che non guida` una macchina da corsa da oltre due anni ottiene a primo colpo un positivo 36’12" che resterà la seconda prestazione assoluta della giornata subito dopo il 36’07"9 alla media di 119,562 kmh fatto registrare da Merzario.
Casoni dal canto suo subito dopo l’abitato di Collesano, proprio mentre si trova in derapata trova un grosso sasso in mezzo alla strada. L’urto È inevitabile e la 33, dopo essersi impennata, ricade sull’asfalto col muso e la sospensione danneggiata. Un paio di ore di lavoro dei meccanici rimette a posto la macchina del pilota di Finale che nel pomeriggio otterrà il terzo tempo della giornata: 36’59"8, prestazione ancora più interessante se si tiene conto che è stata ottenuta con la « CP » la cui messa a punto non è ancora paragonabile a quella con cambio entrobordo.
Dietro alle due Alfa, che sono ben lontane tanto dal record ufficiale della corsa (33’36"/Kinnunen su Porsche 908MK»3 / 1970) che a quello ufficioso delle 33 otto cilindri (33’24"/Marko/1973), si mette assai bene in evidenza l’Osella PA3 di « Gianfranco » Trombetti e di Niccolini, che fanno fermare i cronometri su 38’22"2 precedendo di quaranta secondi, la Stratos - Facetti di Mauro Pregliasco ed Erasmo Bologna. Pregliasco, assistito « spiritualmente » dalla discreta presenza del simpatico Nick Bianchi, qualifica anche una «muletto» (che non è rosso come la vettura di Bologna, ma porta i colori bianco-verdi ufficiali della squadra Lancia Alitalia) ottenendo però solo 40"22"7 cioè un minuto e venti secondi in più che con la macchina per la corsa. Le due Stratos sono azionare entrambe da un motore a due valvole.
.Restivo e « Apache » alla prima gara con una nuova Carrera RSR appena comprata, firmando la quarta prestazione della giornata (39’26") confermano di essere vicini a ripetere l’exploit dello scorso anno, quando finirono secondi assoluti alle spalle di Larrousse e BALLESTRIERI.
Il caldo torrido ha messo K.O. più di un pilota, soprattutto a causa delle tute ignifughe a doppio strato che vengono scrupolosamente richieste prima del via. Parecchie macchine vanno per campi. Nessuna conseguenza grave e solo qualche uscita spettacolare. Il palermitano Petrolà arriva troppo forte nella zona dei box e con la sua Fulvia HF abbatte la ringhiera in tubi metallici, mentre nei pressi di Collesano si richiede l’ambulanza per Cannella la cui GTV è capottata, ma poi si scopre che non c’è nulla di grave. Parecchie anche le vetture che accusano cedimenti. Roberto Chiaramonte Bordonaro. ha la sgradita sorpresa di rompere l’albero motore della Carrera RSR che divide con Salvatore Barraco, mentre «POPSY POP» danneggia la sospensione posteriore sinistra per il cedimento di un cerchio.

I freni ad acqua di NICK
CERDA - Nick Bianchi ha dovuto lavorare parecchio per far marciare più o meno bene la Stratos di Bologna e PREGLIASCO dopo che il cambio era andato K.O. nelle prove: è stata fatta una operazione di trapianto da quello del muletto. Inoltre la polvere, abbondante per il gran caldo, creava noie con i carburatori così ad ogni fermata, con l'aria compressa, si provvedeva a pulire l'impianto di alimentazione perdendo tempo prezioso.
Ma il capolavoro di Nick Bianchi è stato l'aver realizzato praticamente una sua « invenzione » (che ha funzionato benissimo) per raffreddare i dischi dei freni. Nick ha preparato tutta una serie di tubicini che erano collegati attraverso alcune pompette elettriche a un bidone d'acqua di venti litri piazzato sul sedile del passeggero. Quando comparivano fenomeni di fading il pilota azionava le pompette con un interruttore sul cruscotto e i freni, raffreddati... ritornavano efficienti.

• Il pilota Lo Forte, quando la gara stava per terminare, veniva abbandonato dallo spider Fiat che pilotava,- il quale non voleva saperne di andare avanti. Senza perdersi d'animo il nostro lasciava la macchina a Bonfornello e rientrava ai box tra il comprensibile stupore dei commissari di percorso, pedalando disinvoltamente a bordo di una bicicletta avuta in prestito da uno spettatore. CALICETI dal canto suo dichiarava a fine corsa di aver dovuto superare negli ultimi momenti di gara un paio di 1100 di spettatori, che marciavano tranquillamente per strada. Spettatori evidentemente ce n'erano pochini, comunque... abbastanza indisciplinati.
• Finita la corsa Arturo Merzario e 1'ingegner Chiti sono scappati con l'elicottero dei carabinieri all'aeroporto di Palermo per prendere parte alla Domenica Sportiva. Arturo tornerà in Sicilia mercoledì per prendersi un periodo di riposo ad Enna. 'Doveva correre a Pergusa domenica prossimo con la Osella di F.2, ma la vettura dovrà essere data a Francia che ha distrutto la sua. Solo vacanze quindi per il neo vincitore della Targa (Arturo aveva già vinto la Florio nel 72 sulla Ferrari 312 in coppia con Sandro Munari).
• Le 33ttl2 utilizzate alla Targa aveva no, secondo le migliori usanze un equipaggiamento particolare: ruota di scorta (sgonfia, con bomboletta accanto), cric e una trousse di attrezzi per interventi di emergenza. Inoltre era montata su ogni vettura una radio ricetrasmittente sulle VTF con tanto di antennino montato sulla fiancata destra del roll-bar che i piloti avrebbero utilizzato non in marcia ma solo per lanciare eventuali S.O.S. in caso di necessità.
• L'Alfa Romeo aveva provveduto a tappezzare tribune e box con i suoi nuovi manifesti che celebrano la vittoria nel Mondiale Marche 1975: li aveva portati personalmente in aereo da Milano il capo ufficio stampa Camillo Marchetti: di strano c'è che il trionfo iridato viene bellamente accreditato a Pescarolo - Bell...
• Tonino Nicodemi, quinto assoluto e secondo di classe sulla Lola insieme a « Gero » è un autentico gentleman che non perde mai una sola Targa Florio. Quest'anno è venuto in Sicilia approdando al porticciolo di Cefalù col suo yacht personale, e con lo stesso mezzo è poi ripartito.

• L’ultimo giro di Vaccarella è stato un po' un calvario. 'La frizione ormai non andava più e Nino ha marciato quasi sempre in seconda e terza, le uniche marce che riusciva a mettere con una certa facilità anche a Bonfornello, un interminabile  rettilineo di alcuni chilometri dove di solito si vedono tutti i giri di quinta, e dove a malapena riusciva a mettere la quarta dopo un paio di chilometri di tentativi. Tra l’altro il palermitano è rimasto vittima di un antipatico crampo al piede sinistro per una astrusa posizione di guida dovendosi bilanciare col più piccolo Merzario. Si era fatto costruire un tampone di gommapiuma che metteva ogni volta sotto la gamba perdendo tempo prezioso nei cambi di guida (mediamente sempre effettuati in circa 50") ma guidando in discreto confort.
• Arturo Merzario sfoggiava un vezzosissimo paio di scarpe da guida fatte dal famoso «Ciccio» di Cefalù. Sono state realizzate in pelle di serpente... e sarebbero costate circa 150.000 lire. Certamente sono state il capo di abbigliamento sportivo più ammirato. Nino Vaccarella invece aveva rispolverato la sua vecchia tuta di un po' di anni addietro: un regalo di Mario Andretti) che portava ancora sopra la pubblicità della Firestone.
• Sempre in fatto di tute sono state controllate con attenzione tutte le tute perché avessero il bollino di omologa CSAI (ma qualche pilota trasferiva i bollini da una tuta all’atra) o  fossero fatte in tessuti di sicurezza secondo una campionatura fornita dalla CSAI. la tuta di Merzario non era fornita di bollino, ma è stata accettata lo stesso perché era a triplo strato ed in tessuto veramente ignifugo. Comunque Arturo con tutti gli altri piloti che non avevano il «bollino» ha dovuto firmare una dichiarazione controfirmata da un commissario tecnico dalla quale si evinceva che sono state rispettate tutte le norme di sicurezza.
g.m.

DOVE ERO ? CP 50

Nel corso dell'anno ricordo anche la 32^ gara in salita al Monte Pellegrino e il 4^ Rally di Sicilia.